CDNB - Il Reame del Crepuscolo - Cap. 5: Una Scala verso il Passato

in #ita6 years ago (edited)
  • Sapete perché adoro la vita dell’avventuriero?

Disse Quellolì, ronzando attorno alla testa di Teclis.

  • Scommetto che ce lo dirai comunque, indipendentemente dal fatto che ci interessi o meno.

Rispose Teclis il mago con tono annoiato. La carriola trasportata da Maril scendeva lentamente i gradini scavati nella roccia, e a ogni gradino corrispondeva un rumoroso “TONK” della ruota.

  • Ecco, ciò che adoro è esattamente QUESTO momento. Quello in cui attraversiamo una porta scricchiolante e rumorosa e scendiamo verso l’ignoto. È il MOMENTO FOCALE delle nostre avventure, molto più della preparazione all'assalto, dei mostri e degli ostacoli incontrati nei labirinti. Forse solo l’incontro finale con il nemico giurato è paragonabile (da un punto di vista delle emozioni) al salto nel vuoto che facciamo ogni volta che attraversiamo una porta. Penso che LA PORTA sia l’elemento cardine della vita dell’avventuriero. Oh, oh, cardine! Come il cardine di una porta! Questa me la devo segnare per la mia prossima ballata. Potrei chiamarla “Avventura Porta a Porta”. Oppure “Porta l’avventura nel tuo cuore”. Oppure “Il Nibbio e la porta socchiusa ai confini dell’Ignoto”. Oppure…

Sciacallo di Pietra, trasformato in camaleonte, non resistette all'impulso: la lingua saettò verso Quellolì che venne catturato e costretto al silenzio.


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  • Oh, tra lo sbattere della carriola e gli sproloqui dello gnomo mi stava venendo un terribile mal di testa…

Disse Aurora, esasperata.

  • Comunque… pare che siamo giunti alla fine della scalinata…

Appena varcata la soglia, il buio davanti a loro svanì quando il soffitto, alto una trentina di metri, si illuminò di una forte luce bianca, fredda e candida come la neve. Sembrava provenire dalle pareti stesse, come se qualcuno avesse improvvisamente aperto una grande finestra verso il sole estivo di mezzogiorno.

Sciacallo di Pietra aprì la bocca di fronte allo spettacolo che il Nibbio si trovò davanti. Dalle sue fauci uscì ronzando un frastornato Quellolì.

Otto grandi colonne quadrate di tre metri per lato di liscio marmo bianco prendevano posto nella stanza, quattro a destra e quattro a sinistra rispetto all'ingresso. Le pareti erano completamente ricoperte di mosaici, posati con una perfezione maniacale in modo da rappresentare vallate, montagne, fiumi, laghi e boschi di una terra ricca e splendida; sulla parete ad ovest si scorgeva il profilo di un villaggio fatto di case di legno. Sul soffitto erano presenti intarsi di nuvole, rondini e passerotti su uno sfondo azzurro. Il pavimento era composto da grandi piastrelle di marmo di color verde smeraldo.

  • Sembra… di essere all'aria aperta. Mi sembra anche di sentire l’odore dell’erba…

Disse Aurora annusando l’aria e guardandosi attorno estasiata.

Nel frattempo l’attenzione di Maril fu attirata dalla pesante porta di pietra, alta quattro metri e larga altrettanto, presente dal lato opposto dell’ingresso: sulla sua superficie erano incisi gli ormai familiari caratteri in Rhyuliano, color bianco perla sullo sfondo grigio della roccia.

Quando il resto del gruppo si avvicinò Maril tradusse per loro l’iscrizione:

  • Giustizia, Coraggio, Purezza. La prima parola sembra incisa più in profondità nella roccia… posso pensare che siano delle qualità. Forse… Yawn… forse le qualità per accedere alla… Spada… dei Cieli…

Le palpebre di Maril cominciarono a chiudersi, così come quelle del resto del Nibbio Bianco; l’odore di erba appena tagliata diventava sempre più forte, insieme al rumore del vento, al cinguettio degli uccelli, alla sensazione di calore del sole… e all'eco di parole che sembravano venire da lontano, da un’altra epoca e un altro mondo…


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  • Generale! Il resto degli ufficiali la sta aspettando nel municipio per una riunione di guerra straordinaria!

Il Nibbio Bianco era in piedi in mezzo ad un prato; intorno a loro c’era un gran trambusto di soldati in armatura che stavano allenandosi tra di loro con spade di legno.

Aurora ed i suoi compagni si guardarono intorno stupiti: prima di tutto, perché non erano più in forma animale ma erano tornati al loro aspetto originale. In secondo luogo, perché indossavano delle armature di fattura strana, di un metallo argenteo che non avevano mai visto prima. Loro ed i soldati che avevano attorno portavano delle insegne di un paese che non riconoscevano: non erano più nel Reame del Crepuscolo… ma neanche nell'isola di Miralis.

..ma allora dove erano finiti?

L’ultima cosa che ricordavano era la discesa di una lunga scalinata verso le profondità della terra in una specie di tempio inondato di luce, e che si erano fermati a leggere delle iscrizioni su una porta… della quale, ora, non vi era più traccia. Intorno a loro c’erano monti, fiumi e vallate. Riuscivano a scorgere lo scintillio di un lago, le nuvole che si specchiavano sulla sua superficie e ad ovest, il profilo di un villaggio.

Un ragazzo sui quattordici anni, vestito con un giustacuore in cuoio e con una pergamena arrotolata in mano li guardava con occhi grandi e speranzosi.

Aurora prese la pergamena senza sapere bene perché, la srotolò e la mostrò ai suoi compagni di viaggio:

Alla cortese attenzione del generale Cornwales,

le truppe del malvagio Conquistatore si stanno velocemente dirigendo verso il castello di Morningstone; abbiamo bisogno di decidere in fretta una strategia da adottare per bloccare la sua avanzata in attesa di rinforzi. Ho convocato un consiglio di guerra straordinario al municipio di Tornwood: venite prima possibile.

Per il Reame della Luce,

Colonnello Aedis Neumann

Dopo aver letto la pergamena, un uomo magro con i lineamenti affilati, grandi occhi color nocciola e due lunghi incisivi che gli davano il buffo aspetto di un roditore, disse:

  • Reame della Luce… malvagio conquistatore… siamo forse tornati indietro nel tempo alla grande guerra degli eroi del crepuscolo?

Sciacallo di Pietra lo fissò attentamente.

  • Scusa ma… tu chi sei?

L’uomo rispose:

  • Sono Maril Nimblefingers. E voi dovete essere il Nibbio Bianco, almeno come apparireste al di fuori del Reame del Crepuscolo. Ehi un attimo… quindi anche io sono… sono tornato umano?

Maril si toccò il volto e cominciò a piangere dalla gioia. Teclis, che approfittò del momento toccante per controllare se avesse con sé i reagenti per gli incantesimi, intervenne per fare il punto della situazione:

  • Quindi: dopo aver preso un portale per un mondo distrutto siamo scesi in un luogo che ci ha trasportati indietro nel tempo nel reame della Luce… quello che venne difeso dagli eroi della famosa leggenda. Ed ora… facciamo parte del loro esercito? Dai gradi direi che siamo degli ufficiali…

Il giovane messaggero sembrava spaesato mentre sentiva parlare i suoi diretti interlocutori. Poi si rivolse ad Aurora:

  • Generale Cornwales… il consiglio di stato maggiore sembrava avesse molta fretta. Vi stanno aspettando.

Aurora alzò le spalle.

  • Andiamo... Cercheremo di fare ordine strada facendo.

Non avete idea di chi siano gli avventurieri del Nibbio Bianco, cosa sia il Reame del Crepuscolo o del perché lo gnomo del gruppo si chiami "Quellolì"? Troverete (quasi) tutte le risposte nei precedenti capitoli delle Cronache sul mio blog:

Libro Primo:

Libro Secondo:


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