Basta che funzioni.

Questo post nasce da un film di Wood Allen uscito nel 2009 visto per caso e che ho finito per apprezzare molto. Non farò una recensione del film, non è quello il mio intento.
Voglio piuttosto riflettere sul messaggio che vuole mandare.
"Basta che funzioni" non ha effetti speciali, non è un filmone di quelli che ti tolgono il fiato, è un film piacevole e scorrevole dove ci sono tanti monologhi e dialoghi che ho trovato brillanti e che aiutano a porsi domande di vario genere e ad uscire dagli schemi.

Siamo cresciuti con delle idee inculcateci fin da piccoli sul ruolo di mamma e papà, crediamo nei rapporti monogami e ci illudiamo di essere nel giusto, a prescindere.
Credo che siamo in errore e la cultura che abbiamo avuto e gli insegnamenti ricevuti non fanno che deviarci.
C'è un'unica via maestra adatta per tutti? Assolutamente no.

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Il film ruota intorno ad un unico tema portante ovvero: la ricerca della felicità, del proprio pezzetto di torta e per farlo i protagonisti escono dagli schemi, provano e sperimentano.
Il protagonista, un genio cinico, ipocondriaco e con una visione della vita abbastanza negativa, incontra una ragazza non troppo intelligente ma genuina e fresca e contro ogni logica se ne innamora. La ragazza dopo un' iniziale infatuazione scopre di volergli solo molto bene e si innamora di un suo coetaneo.
La madre della suddetta ragazza una volta lasciata dal marito per un'altra, si riscopre. Diventa un'artista, dipinge corpi nudi e convive con due uomini, trovando finalmente la sua felicità.
Quello che si evince da subito è che l'importante è non nuocere agli altri, trovare il proprio benessere, il proprio angolo di paradiso senza fare del male a nessuno. Le scelte seppur discutibili non hanno mai l'obiettivo di nuocere il prossimo.

Viviamo in degli schemi preconfezionati non si sa per quale motivo, io per prima, sperando che la vita vada come ci si aspetta e come abbiamo pensato che debba essere. So di sbagliarmi ma in fondo io in mezzo alle regole e agli schemi ci vivo bene, senza mi sentirei persa, probabilmente dimenticherei tutto.
Regole o no, si sbaglia, continuamente. A volte senza neanche volerlo, senza accorgersene si ferisce, si fa del male e nessuno è immune dall'errore. Io per prima dovrei essere più indulgente e sapere che nonostante tutto quello che mi racconto esiste il grigio, quel colore a metà tra il bianco e il nero che ho sempre fatto fatica a digerire che non è frutto di scelte razionali, capita e basta. E può capitare anche a me, soprattutto a me.

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Il film si conclude con una riflessione che da sola vale l'intero film:

Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni.

Si perché alla fine quello che cerchiamo sempre è di rubare quel poco di felicità, istanti che valgono una vita intera che ci tolgono il fiato e che restano impressi nella memoria.
Tutto il resto è incerto, precario. Facciamo scelte dettate dal momento e dal caso nel 99% delle volte e dopo anni non ci stanno più bene. Perché?

Perché cambiamo. Dobbiamo accettare l'idea del cambiamento nostro e degli altri, di quello che ci circonda. Io che sono abitudinaria quando ho realizzato che non siamo altro che anime trasportate da una marea così a casaccio mi sono sentita persa.
Non potevo accettare che in fondo non siamo noi a scegliere e a decidere. Sembrerebbe che siamo noi ma ad un'analisi più attenta lo siamo davvero? Direi di no. Se penso a tutte le cose fatte, alle scelte prese mi rendo conto che sono state fatte in base a tanti fattori, soprattutto dal caso.
Mi guardo indietro e quando penso a me 10 anni fa vedo un'altra persona con altri principi e altre idee e altri sogni.
E so che la persona che sono adesso, non sarà la stessa tra dieci anni. C'è da impazzirne ma è così.

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Molti fanno finta di non sentire il cambiamento, soffocano il proprio essere magari perché dopo aver vissuto 20 anni con la stessa persona, due figli e aver da poco estinto un mutuo psicologicamente non ce la fai ad accettare che forse sei omosessuale o che forse volevi trascorrere la tua vita con un'altra donna.
O dopo anni di sacrificio di studi e finalmente la laurea in mano capisci che quella vita non fa per te, che quel lavoro tanto inseguito non è quello che vuoi realmente.
O dopo aver passato una vita a pensare di essere monogamo scopri altre vie, altre strade, un'altra sessualità.
Io mi auguro e vi auguro di avere sempre il coraggio di cambiare, di accettarsi e abbracciare il cambiamento e di non arrendersi alla mediocrità, che è la cosa che mi fa più paura.
Sicuramente è un sentiero tortuoso e difficoltoso ma quello più vero e che più ci avvicina alla felicità: accettarsi.

Come dice Woody, alla fine. Basta che funzioni.