Gli anni : 1961-66, quando il sentimento diffuso era la speranza

in #ita6 years ago

Questa è la mia partecipazione al Contest "Gli anni"

I miei anni non sono pochi e non è facile per me scegliere un segmento di vita da raccontare, ma, proprio perché la maggior parte degli Steemians è giovane, ho pensato di raccontare i miei anni delle elementari, dal 1961 al ’66.
Quando penso a quel periodo, mi sembra davvero l’età dell’oro.
Mi sono anche domandata se è solo un’impressione dovuta alla nostalgia o se pure si tratti della pura verità.
Premesso che ho un’ottima memoria (quasi prodigiosa) e che sono abbastanza obiettiva, credo davvero che si tratti della seconda ipotesi : anni davvero molto belli, con unico grande dolore, però, la perdita della mia amatissima nonna nel ’64.
Ma partiamo dal principio.
Intanto quel che c’era intorno: uno spirito positivo, erano gli anni del boom e le famiglie riuscivano a realizzare molto, pochi erano disoccupati ed eravamo immersi nella speranza.
In fondo la fine della guerra non era così lontana, i miei genitori ed i loro coetanei la ricordavano bene e la ricostruzione che ne era seguita li aveva visti protagonisti e volenterosi.
La mia famiglia, poi, era particolarmente laboriosa. Sia i miei genitori che i miei zii lavoravano, erano per me esempi di impegno e di attaccamento al lavoro.
Non ho mai sentito dire che uno di loro (ed erano statali) volesse darsi malato o assentarsi senza motivo. Anzi, capitava talvolta che andassero a lavorare anche con la febbre o con qualche altro malessere.
C’era molta musica in casa mia, come ho già avuto modo di raccontare e anche molta televisione. Nei limiti, però.
Allora la TV (che aveva un solo canale) non trasmetteva continuamente, per cui io vedevo la TV dei ragazzi (alle 17, programmi bellissimi ed educativi) e poi i programmi della prima serata. Questi ultimi, però, solo il sabato, perché gli altri giorni bisognava andare a letto presto.
A scuola studiavamo molto. La mia maestra era nata nel 1905, era decisamente severa, validissima sul piano culturale, un po’ meno su quello umano.
Ho sempre pensato che era una maestra per bambini bravi. Chi era in difficoltà veniva aiutato ben poco, anzi.
Ricordo che, quando lessi “La piccola principessa”, in cui la protagonista si trova a vivere in collegio, pensavo che la mia maestra avrebbe potuto essere una di quelle severissime istitutrici.
Con me, che era brava e molto seguita, era ovviamente gentile, pur se pretenziosa, e riconosco di aver imparato da lei il metodo di studio.
I ragazzi di adesso non potrebbero sopportare una scuola così poco ludica ed un carico di compiti davvero esagerato. Ricordo già in terza elementare quaderni di appunti che integravano i libri: insomma, non era una passeggiata.

1962, seconda elementare, io sono la prima seduta a sinistra, con gli occhi chiusi
seconda .jpg

Erano anni colorati, pieni di scoperte, di novità: la prima automobile in famiglia, gite domenicali, la lavatrice, il magnetofono Geloso per registrare voci e suoni.

Mi piace ricordare in questo post le trasmissioni televisive che collego a quegli anni, dato che ho la fortuna di ricordarle benissimo. Ne elencherò una per anno, per non essere prolissa.
1961 Studio Uno. Grande novità della RAI, un varietà moderno, con le gemelle Kessler che per la prima volta proponevano un modello di donna diverso, cantavano e ballavano benissimo, sempre sorridenti.
E c’era una giovane Mina, bravissima e un po’ svalvolata, e Don Lurio e molti
altri.

1962 Di quell’anno ricordo un fantastico Zecchino d’oro, vinto da un bambino maltese con la canzone “La giacca rotta”. E, soprattutto, “Fammi crescere i denti davanti”, molto azzeccata per me in quel periodo, dato che ho avuto una seconda dentizione un po’ tardiva e dunque stavo aspettando proprio che mi crescessero i denti davanti.

1963 L’amico del giaguaro, varietà spumeggiante con Marisa Del Frate, Gino Bramieri e Raffaele Pisu. Mi sembra di sentire ancora la bravissima Marisa cantare “Io son la matta, ho nella testa la ricotta, son bella e son brutta, perché sono matta!”

1964 Biblioteca di Studio Uno . Non posso trascurare questa geniale trasmissione che ritengo una delle migliori di tutti i tempi. Divertenti parodie di famosi romanzi, con interpreti superlativi, in primo luogo il Quartetto Cetra, ma anche altri attori e cantanti famosi. Ricordo con piacere Via col vento, Il Conte di Montecristo, Il Dottr Jeckill …

1965 Belfagor, il fantasma del Louvre. Uno sceneggiato dai toni cupi, molto emozionante e piuttosto spaventoso. Un cult, davvero, tanto che fu replicato.

1966 Di quest’anno ricordo molte cose, ero già grandina, ma ho “selezionato” il teleromanzo Davi Copperfield, tratto dal romanzo omonimo, con Roberto Chevalier, Daniela Goggi, Laura Efrikian e il protagonista, un giovane e bravissimo Giancarlo Giannini. E poi Ubaldo Lay, nei panni del cattivo patrigno Murdstone. Indimenticabile e ben fatto.

Ad ogni modo, la qualità media dei programmi televisivi era piuttosto alta, in quegli anni. Certo la quantità era infinitesima, rispetto ad adesso.
In fondo, tutto ha subito lo stesso processo.
Diciamo che quella dei primi anni sessanta era già una modernità, sebbene ancora pre-68, si sentiva la spinta propulsiva verso il futuro.
Ora viviamo in una post-modernità, dove molte cose, le nostre stesse vite, si sono un po’ sfilacciate o comunque sparse in miriadi di puntiformi eventi.
Con questo, non sono nostalgica e credo nel progresso e nel cambiamento.
Solo, forse, bisognerebbe riunirsi un po’ con noi stessi e riscoprire quel senso di appartenenza (familiare e sociale) che era tanto vivo negli anni che ho voluto raccontare.

1966
fulvina.jpg

[FOTO di mia proprietà]

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Che bel post, erano proprio gli anni del boom economico, oltre al fatto che erano a ridosso del rivoluzionario e indimenticato "Sessantotto".
Hai citato il magnetofono Geloso, al quale, circa un anno fa avevo dedicato un ampio post, essendo io un appassionato, lo trovi qui

Per i bambini della mia generazione il magnetofono Geloso era uno dei regali più ambiti 🎁

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