L'Ultimo Libro

in #ita6 years ago (edited)

Buenos Aires, 6 di Febbraio
Sono le otto del mattino.
Condivido questa ora non dissimile dalle altre, con il momento in cui mio padre scorse per la prima volta l’America. Era la fina degli anni ’30. Lui e i suoi compagni di viaggio venero guardati con diffidenza, o disprezzo, per il solo fatto che fossero ebrei.

Il suo nome era Enrico Zevi, uno scienziato che per ripagare il trattamento che ricevette, lavoro giorno e notte senza ricordarsi mai di nessuno dei suoi quattro figli.
Se vuoi, ci si può vedere un filo conduttore: lui era fuggito dalle persecuzioni e forse da quel senso che si prova dall’essere rifiutati, io continuo a fuggire da me stesso.

Per questo motivo la frazione di Villa Zavaleta vale qualsiasi altro posto.
Mi ci ha portato Agnece per fare incazzare i suoi genitori.
Ora le strade sono attraversate da un gruppo di transas.
Quello che si sente, dalla camera, sono i loro mitra che deflagrando vetri.

Agnece sta sicuramente trafficando con quella roba, con ansia. Non riesce ad aspettare.
Da parte mia, non mi interessa un gran che, ho questa busta fra le mani, le annotazioni che riportava sono in buona parte slavate.
Non mi stupirebbe se ci fosse stato scritto: non importa dove sei, non importa cosa ti stia succedendo, il giorno del tuo compleanno apri e Ingoia.

Siamo stesi in terra. La regola è che quando finiscono le urla e gli spari devi contare fino a cento prima di rialzarti. La regola me l’ha insegnata ora Agnece, mentre lo tiene sempre fra le mani, come se fosse un tic, il laccio emostatico.

C’era annotata diversa altra roba sulla busta. Anche qualche cosa del tipo “l’NZT ti arriva come se fosse Dio”. Poi in calce:
“spassatela sacco di merda. E.M.”.


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“… Esdra apri la tua bocca e bevi ciò che ti do da bere.
Io lo presi e bevvi e quando ebbi bevuto, il mio corpo produsse intendimento; la sapienza crebbe nel mio petto e il mio spirito ritenne la sua memoria… L’Altissimo diede conoscenza ai cinque uomini ed essi scrissero quanto io dettavo loro in ordine a caratteri ad essi sconosciuti. Ed essi… scrissero di giorno e di notte. In quanto a me, io parlai di giorno e di notte, non rimasi silente…”
(4° Esdra 14:37-48)

Qualcuno ha detto che la Torah appartiene ai momenti che precedettero la creazione del mondo e, che fu matrice della creazione stessa. Quello che vedo nitidamente ora, è che nessuno ha predetto, invece, il momento in cui verrà scritto l’Ultimo Libro.

Vedo le sue lettere che computano e permutano il nostro destino.
Inizio a leggerle dai piani di un universo che si svela. Parlo di giorno e di notte, mentre Agnese scrive.

Ognuno degli altri Libri è stato disatteso.
Questo è quanto di più vicino alla fine dei conti. Sta arrivando e può dare un senso alla nostre vite.

Agnece è seduta in terra, traccia esagitata tratti sconosciuti.
Ha scritto tutto il tempo. L’Ultimo Libro. Il Libro che ci riconduce a Dio al centro dell’Universo. Ho inteso che la gematria è la lucida via per raggiungerlo.

“Degli uomini parlarono di Dio mentre erano spinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21)

Tutto intorno diventa come El Caminito, a La Boca. Decine di ballerini di tango ti virano intorno con fluidità sentimentale, o come una milonga che simula il duello con il coltello.

La gematria può essere la base della struttura logaritmica che traccerà la rotta. Il diagramma di Minkowski che ci proietterà sotto i nostri occhi il passato il presente e il futuro in un’unica immagine.

Subito dopo le nubi di Magellano ci ritroviamo in questo posto, dove alla fine ottocento, la gente scappata da San Telmo a causa della febbre gialla, è venuta a rifugiarsi. È il quartiere di Recoleta, Agnece sculetta in tailleur con il suo barboncino, mentre beve la mia lingua con le labbra.

Ora sento parlare dell’Al Kitab, qualcuno ha detto che non è opera di Dio ma un suo attributo, al pari della sua eternità. Questo è il motivo per cui è scritto che l’originale, La Madre del Libro, è depositata in cielo. Nel centro dell’Altissimo.

Fra le sillabe dell’Ultimo Libro ne svelerò la rotta. Quella che ci riporterà al Giardino dell’Eden.

“… Così in quaranta giorni furono scritti novanta libri. E avvenne che… l’Altissimo mi parlò dicendo: Metti in pubblico i ventiquattro libri che hai scritto, in modo che tanto i degni quanto gli indegni li possano leggere; ma… gli ultimi procura di consegnarli solo al saggio di tra il popolo, perché in essi vi è la sorgente dell’intendimento, la fontana della sapienza e il fiume della conoscenza.”
4° Esedra 14:37 -38

La follia dell’uomo non sono i miei ultimi momenti in questo oceano infinito di saggezza, sono l’illusione che alcuni possano sopportare la saggezza che manca agli altri. Fra queste mie parole celo i segreti che ho dettato di giorno e di notte e che Agnece ha tracciato instancabile.

L’archetipo della formula, attraverso la quale i diversi piani dello spazio si allineano, le curvature si approssimano alla loro tangente, e gli spazi diventano piatti, per farci intravedere Dio.


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Buenos Aires, 6 febbraio.
Credo si appresti l’ora in cui, tre quarti di un secolo fa, mio padre, per la prima volta in un luogo sconosciuto, si chiese cosa sarebbe successo al calare del buio.

Non sono in grado di alzarmi da terra.
Spero che Agnece si svegli dal torpore.
Ho bisogno di un caffè forte.

In fondo alla busta, che giace di fianco a me, c’è un’altra annotazione: “non mischiare NZT con nessun tipo di droga…”

Se questo era davvero il tuo ultimo desiderio, Eddie, dovrai aspettare altri dodici mesi.



Il racconto è stato scritto per la partecipazione al contest di @ixion89. Narra di episodi e di persone che appartengono alla pura fantasia dell'autore.
Le foto sono di mia proprietà e ritraggono dei miei disegni

Sort:  

Fantastico!!!
Per me, hai vinto tu!
Bravissimo!

Grazie mille
Mi ha occupato un po' di tempo ma ora posso tornare a leggere.
Grazie di esserti fermata 👍
Ciao

URKA!!!
il pezzo più articolato, citazionista, studiato e ben proposto
many compliments :)

Grazie ciuoto
😂 La birra senza glutine, soprattutto se ti hanno cavato la moto e le curve, mi fa scrivere che non si capisce... però sempre ip ip urrà per il luppolo

Ho dovuto leggere più volte il racconto e ancora non sono sicuro di averne compreso totalmente il senso. Ho dovuto anche cercare la comprensione di alcuni termini (sono un pò ignorante sotto certi aspetti e non mi vergogno ad ammetterlo), ma ho assolutamente apprezzato lo stile che senza alcuna difficoltà ti catapulta esattamente accanto ai protagonisti delle vicende narrate; il tema scelto, quello religioso e della persecuzione, originale e mai banale; e i contenuti , citazioni di grandissimo valore che magari approfondirò.

Grazie mille @etn0 per la tua partecipazione, hai mantenuto la parola e hai fatto bene perchè hai prodotto un contenuto di assoluto valore, che spero la community abbia l'opportunità di leggere, così come tutte le altre partecipazioni.

Ah ...mi ero dimenticato dei disegni, bellissimi anche quelli, un valore aggiunto!

Grazie per la pazienza ixion89, e grazie per la bella l'opportunità 👍
Avrei voluto trovare per tempo la soluzione a due varianti che volevo aggiungere per provare a uscire da una rigidità di schema dettato dalla piattaforma- ma mi stava richiedendo del tempo che non avevo a disposizione.
Però ti ringrazio per avermi consentito di vederle... magari nel prosieguo riuscirò a svilupparle.
Ciao grazie ancora 👍

Sono sincero, mi accodo al disorientamento di ixion89. Non sono all'altezza di tanta erudizione letteraria, oppure.. con che cosa hai mischiato la NTZ etn0? :) Sorvolando sul contenuto che non riesco ad afferrare posso solo farti i complimenti per lo stile, magnetico.
Quanto ai disegni, sei inserito nella mia lista di artisti di questa comunità che seguo; il primo è favoloso, il secondo (puerile o recente?) mi ricorda la Guernica picassiana.

Ciao scriptamanent, grazie per esserti fermato a leggere. L'NTZ non è stato preso 😀Cioè io di notropi ne ho presi un po' per capire ma non hanno funzionato 😂, il protagonista invece è sotto l'effetto di allucinogeni e altro (l'NZT ce l'ha fra le mani ancora) e in effetti quindi si costruisce un suo assunto (forse una sua cosmogonia) che non ha niente di reale, e l'ultimo disegno è quanto ha tracciato Agnece sotto l'effetto delle stesse droghe. Sono le pagine di quel libro che lui crede di dettare. Non è passato un anno, ma giusto le ore che impiega il sole a lasciarci a noi stessi. È solo un'altra faccia di una disperazione, anche solo rimandare l'opportunità di afferrare una possibile soluzione che si ha fra le dita.

O pressappoco era quello che desideravo trasmettere, infastidendo anche con l'uso di richiami che ho cercato di studiare il più correnti possibile con le sue follie. Forse quello più nascosto è L'uso del numero 6 che nella cabala è il numero che identifica l'uomo.
Era un po' come dire che nonostante tutto quel nominare Dio, questa storia invece stava isolata nella parentesi lisergica del protagonista

Grazie ancora 👍

Veramente un lavoro molto particolare, assolutamente fuori dagli schemi, che ha richiesto un grande impegno per comprenderlo al meglio, ma non sono sicuro di esserci riuscito fino in fondo, comunque la tua originalità è chiaramente fuori discussione, sei uno dei blogger più peculiari di Steemit, grandissimo @etn0!!

Grazie mille mad-runner
Ora che ho partorito torno a leggere 😂👋

Davvero bravo @etn0.

Grazie mill niccolini 👋

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