Becky Bethany: Asso e Re di Picche

Dopo tutto, questo, è anche il grande momento di Becky Bethany.

Le telecamere a circuito chiuso stanno sicuramente inquadrando il suo gonnellino nero e argento da cheerleader e il suo lecca lecca al gusto di Pepsi & Vaniglia, mentre io sto portando avanti tutta questa faccenda di me che entra in una banca con un mitra in mano.

Siamo appena a inizio settimana e sono già due gli articoli che la nominano come una promessa dei pon pon sulle riviste scolastiche e, ora, è il momento della classica ciliegina su una torta di crema alle nocciole e pasta di zucchero color oro luccicante.

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Un tizio, che si trova in fila indiana, dice che per arrivare al punto 4 della scala Boston deve ancora bere due bottiglie da un litro di bisacodile.

Non è tanto il fatto che sto cercando di far andar lisce le cose a farmi venire l’ulcera. Quello che rischia di farmi apparire come in preda ad una crisi epilettica è più la questione che mi hanno detto di togliere la sicura e non ho la più pallida idea di dove si trovi.

Fra meno di 3 minuti è molto probabile che la cassaforte farà un botto da rintronare le orecchie.
Mentre Becky Bethany, in questo momento, compare con il suo primo piano di trequarti a 32 denti bianchissimi allo xilitolo e recita ad alta voce i suoi cheers a sua madre che attende il suo turno allo sportello.

Non ti sembra che sia già tutto terrore, non è vero.
Non abbiamo ancora aperto il fuoco, anche se l’aria che si respira fa stringere lo sfintere.
Probabilmente questo vale per ogni persona o ragazzino del Nevada rinchiusi qui dentro, fatta eccezione per B.B.

L’odore del suo lecca lecca alla P&V sta stomacando tutti, e B.B. sta dicendo: “Così ho deciso che non valeva assolutamente la pena darle una mano. Perché tutto il vero problema delle coreografie che non funzionavano era che nel rientro dal mio Heel Stretch, il suo alito mi faceva perdere di concentrazione”.

Fra meno di 2 minuti l’urto frantumerà sulla Bonnie Springs Rd le lettere blu e oro dell’insegna Bank of Nevada.

B.B. sorprende un ragazzino a piangere e dice "ehi quel violetto che ti circonda gli occhi & tutto quell'improvviso pallore è la chiave per un selfie da corsia di ospedale".

L’odore del lecca lecca è peggio di quello del Menudo che esce dai pori del tizio che ho di fianco e che gronda come un maiale mentre urla “tutti seduti in quel cazzo di pavimento”.

B.B. dice “Non è stato per niente facile. Ma la mia autostima è tornata al livello di Angel Headed quando ha ricevuto la nomina per il Pro Bowl, dal momento che ho interrotto la spirale che la mia amica definisce: sono io che puzzo da vomitare ho c’è qualcuno nel gruppo che usa profumi scadenti comprati al supermarket e mangia eggs and onions a colazione”.

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Il tizio con la bottiglia dice “per superare il punto due della scala Boston devo assolutamente avere a disposizione un bagno”.

Mancano meno di quarantanove secondi al momento in cui la detonazione ammutolirà questo angolo di clausura illuminata da delle vecchie fluorescenze al neon. Quello che intercetta, a momenti, lo sguardo della gente seduta in terra è lo spot pubblicitario trasmesso sui monitor a parete che dice “psoriasi: sintomi, cause e rimedi”.

La domanda che sembra rimanere inconclusa sul volto del tizio con la bottiglia e se deve o meno continuare a buttare giù bisacodile come è indicato nel protocollo di preparazione. Mentre il sudore freddo e le gocciole che scendono dalla fronte inequivocabilmente dicono che oramai non fa alcuna differenza.

Becky Bethany dice “mamy se sono la tua principessina come dici non ci provare nemmeno a farmi perdere dell’altro tempo qui. Te l’ho già spiegato come lo si può spiegare ad una bambina che il Partnerstunt è una cosa seria e lo possono provare solo le Flyer di un certo livello. Mi avevi promesso che saremmo state al campo nel giro di pochi minuti”.

Reggiti, perché questo è il momento in cui dovremmo essere ad aiutare il Boss per svuotare la cassaforte, proprio mentre siamo ancora qui che stiamo cercando di imbavagliare B.B. senza farci mordere dai suoi dentini bianchi come il latte, mentre B.B. dice “se tardo altri dieci minuti quella succhia cipolle di Megan Gevinson potrà dire a tutte che il coach mi ha messo a fare due giri di campo urlando Riders a squarciagola, con i pon pon al cielo”.
E di sicuro le telecamere a circuito chiuso stanno riprendendo tutto.

Ringrazio @moncia90 per il magnifico contest e mi scuso per la pubblicazione all'ultimo minuto utile.