You are viewing a single comment's thread from:

RE: Only ITA - CONSIDERAZIONI SULL'ARTE 2 [by voiceoff]

in #ita6 years ago (edited)

Sono contento che questo tuo post abbia preso la strada del confronto di visioni piuttosto che di saperi (perché è quello che a me interessava di più), chiaramente non posso rispondere al volo, anch'io avrò bisogno di tempo per elaborare un altro post sulla scia di questi argomenti, ma mi sembra che nessuno ci stia correndo dietro. Intanto mando qualche lampo (flash), spero non accecanti, sulla mia visione.

Nuovi valori: una partita a scacchi che non ha un vincitore alla fine è una partita di scacchi che smette di essere una partita di scacchi. Questa dovrebbe essere la differenza tra "democratizzazione della cultura" e "cultura di massa". Una partita di scacchi che smette di essere una partita di scacchi (cioè al servizio della vittoria) non può non cambiare i termini di relazione tra il bianco e il nero (i due avversari smettono di relazionarsi come avversari). Senza questo passaggio, difficile per tutti, siamo ancorati/imprigionati alla scacchiera (vale a dire alla funzione del gioco degli scacchi). Se non ci liberiamo da queste catene il nostro avversario (l'altro da noi) verrà visto come insieme di punti di forza (le sue capacità) e di punti di debolezza (le sue incapacità), e avremmo paura dei suoi punti di forza e vorremmo sfruttare (a nostro vantaggio) i suoi punti di debolezza. Ma nella partita di scacchi che non ha un vincitore alla fine non c'è nulla da aver paura e nulla da sfruttare. Ecco perché in una partita di questo genere il giocatore bravo non pensa di perder tempo nel giocare con un giocatore meno bravo (perché sa che ha qualcosa da imparare) e il giocatore meno bravo non ha paura di giocare con un giocatore bravo (perché sa che ha qualcosa da insegnare). Questa io la chiamo democratizzazione della cultura (cosa che non c'è nella nostra società, va beh... diciamo che è molto rara).

segnali di morte: io sono influenzato da un'intuizione di nietzsche che mi fa vedere (interpretare) la storia di ciò che ci ha portato ad essere come siamo oggi in un certo modo. L'intuizione è questa: se la nascita della filosofia classica greca (l'apollineo) non sia affatto quello che tutti pensano, vale a dire la nascita della civiltà (rispetto al dionisiaco)? Se questa cultura segnasse invece la nascita di un percorso già invischiato nel suo destino di decadenza e di morte?

Non mi interessa sapere se questo è vero o è falso, mi interessa l'esercizio di pensiero che questa intuizione aiuta a fare (come nell'approccio del pensiero laterale).

Ecco alcuni flash:

  1. il Cattolicesimo (il Dio che ha un progetto, come fosse un business plan, un piano per vincere una partita a scacchi) è figlio della cultura filosofica classica greca.
  2. il Capitalismo (come sistema e struttura economica e culturale) è figlio della cultura filosofica classica greca.
  3. L'avvento della tecnologia (supremazia della tecnica, della funzione pratica e dell'utilizzo delle cose del mondo come risorse per i nostri obiettivi) è anch'esso figlio della cultura filosofica classica greca.

Segnali di decadenza:

  1. La crisi del capitalismo come crisi culturale (prima ancora che economica) le risorse a disposizione non sono infinite.
  2. La crisi della spiritualità fatta progetto (diventata oggi retorica per giustificare le nostre azioni).
  3. La crisi della tecnologia (come soluzione dei nostri mali attraverso il potenziamento della nostra capacità, forza di dominazione verso il mondo).

Segnali di morte:

  1. i social network come forme culturali.
  2. la retorica del dire quello che si è già detto (l'arte di oggi).
  3. l'utilizzo della violenza (come ultima ratio)

Alla prossima 👍

Sort:  

:)

aspetterò il tuo nuovo post allora... è vero non ci corre dietro nessuno!

Coin Marketplace

STEEM 0.19
TRX 0.14
JST 0.030
BTC 63001.43
ETH 3365.59
USDT 1.00
SBD 2.45