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RE: Arrocco!

in #ita6 years ago (edited)

Caro @voiceoff, questo post per me è ossigeno dopo gli ultimi "dibattiti".

Ora che sono alla fine mi fermo un attimo a pensare, forse sono stato impreciso, forse peggio, forse dovrei argomentare meglio di qua o di là, ma lascio perdere, lascio che corra; non proprio a briglia sciolta ma quasi visto che non ho nessuna fretta.

No, non mi sembra che sei stato impreciso, anzi... normalmente si pensa che l'arrocco sia solo di due tipi (lato di re e lato di regina) ma sono molti di più e il tuo arrocco è uno dei più belli che abbia visto.

Due approcci dici? L'amnesia! E' stato!, io dico che c'è un terzo approccio ma hai colto nel segno, questo terzo approccio (ma forse ce ne saranno altri) è una variante del tuo E' stato!... sarà probabilmente la mia prossima mossa.

Impotenza? Immobilismo? Io direi "nichilismo", ti ricordi i giochi rubati dall'onda del mare? Cosa possono fare dei bambini privati dei loro giochi in modo così brusco, se non rimanere un attimo sospesi (cosa sta accadendo?) e poi subito dopo piangenti (la morte dell'arte, ma anche il discorso di Artaud nella mia Lezione a Platone, ma bisogna anche saper piangere... ecco il valore di Artaud).

La domanda ora è una: su quale piano bisogna muoversi? Su quello del noto o su quello dell'ignoto? Su quello del senso o su quello del non-senso?

Su quello del noto naturalmente (l'ignoto per parlarne deve diventare necessariamente noto).

Su quello del senso naturalmente, fosse anche il senso comunicato dal non-senso, se pensiamo al dadaismo.

Ma cosa vuol dire ritornare al dadaismo? Di solito col termine ritornare ci si riferisce ad un muoversi nello spazio o nel tempo: mi muovo verso quel luogo in cui già sono stato e mi muovo in quel tempo che è già passato (ma in questo movimento io rimango lo stesso?). Ricordati della citazione di Carlo Sini: il muoversi è ora, in questo momento e da questo luogo (unico e indeclinabile), cioè è un evento, cioè è ciò che stiamo vivendo... ma qui non voglio anticipare troppo la mia mossa...

Sort:  

Eh certo, sarebbe solo un ritorno, non un inizio... e se parliamo del noto, se scegliamo il noto non è poi vero che tutto finisce per ridursi a retorica? a forma? a narrazione?

Ecco il dilemma.

No, non è così... ogni movimento è un inizio. "Ritorno" a Sini: "Si sa che ogni ripetizione è un nuovo inizio. Il che significa che ha in sé l'inizio, il quale è, come tale, uno e indeclinabile".

Carmelo Bene amava dire: "Non si può essere d'accordo con Baudelaire... si è Baudelaire... ma non si può essere d'accordo con...".
In modo simile io dico: "Non si può ritornare al dadaismo... si è il dadaismo... ma non si può ritornare a...".

Inoltre sul noto e l'ignoto abbiamo posizioni diverse, del resto io sono il bianco e tu il nero, tu sei seduto su una sedia e io in un'altra. Per me la conoscenza (ciò che tu chiami "noto") determina il noto e l'ignoto ed entrambi fanno parte della pratica di conoscenza e perciò sono entrambi necessari alla conoscenza (intesa come evento e non come significato). Allo stesso modo le opposizioni forma e contenuto, vuoto e pieno, soggettività e oggettività, verità e falsità.

Ogni narrazione comprende in sé il conosciuto e il non conosciuto. E allora, dove sono i nostri giochi? Abbiamo di fronte un pianoforte, se tutto il mondo fosse questo pianoforte e la nostra pratica fosse il suonare, cosa potremmo fare se non premere i tasti oppure no? Premerli in una certa sequenza o in un'altra? In un certo tempo o in un altro? E nella pratica del suonare cosa significherebbe il fatto che c'è un gatto (a noi ignoto) tra le gambe del pianoforte? Questo gatto, per la pratica del suonare, semplicemente non avrebbe nessuna influenza (non esisterebbe) fino a che non salisse sui tasti del pianoforte e cominciasse a camminarci sopra producendo un suono. Ora il gatto fa parte della pratica del suonare, a tutti gli effetti. Ecco quello che tu chiami ignoto che si palesa imprevedibilmente in una vera e propria epifania.

Stai estrapolando frasi (bari di nuovo?)...

Immagino che CB dicesse quello parlando da artista, ovvero intendendo dire che non si può scimmiottare Baudelaire o chi per lui. Si può essere solo se stessi.

In questa sede sono solo un osservatore alla ricerca di qualche appiglio, qualche legge. E' un'astrazione, espediente necessario per illudermi di avere in mano almeno qualcosa. Ad esempio questo: ogni movimento può essere considerato un inizio in senso relativo ma in senso assoluto potrebbe essere considerato anche parte di un grande flusso che non ha mai avuto un inizio e non avrà mai una fine.

Comunque ci stiamo dilungando troppo sotto questo post :)

Certo, colpa mia, attendi il mio post... ma CB intendeva alla lettera... non c'è Baudelaire fuori dalla tua lettura se sei tu a parlare questo significa che Baudelaire è la tua lettura... :)

Ps: tu giochi a poker mi pare, alcuni giocatori professionisti parlano con gli altri giocatori per avere informazioni sul loro gioco (un piccolo espediente, che in questo caso a me aiuta moltissimo)

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