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RE: Causalità, superstizione, correlazione. E un signore scozzese

in #ita6 years ago (edited)

beh che dire, stavo perdendo questo articolo che ho recuperato perché premiato da @itastem (eppure ti seguo @rscalabrini perché i tuoi articoli sono molto ben fatti).

Non ho tempo ora per entrare a fondo nelle questioni epistemologiche che questo interessantissimo post solleva. Ma non riesco a non commentare qualcosina...

Innanzitutto una domanda (anzi una serie):
C'è un filo conduttore nel tuo post che parte dalla scienza (e i suoi principi) per passare alla superstizione e poi finire con Hume che mette in dubbio il concetto di causalità tra due eventi. Ora non riesco a capire la tua posizione in riferimento a questo filo, ai concetti ( alle definizioni) di ogni nodo del filo.
Ecco le domande:

  • la scienza è una forma di superstizione oppure no?
  • se non lo è, perché?
  • fondare una teoria scientifica su fattori probabilistici è sufficiente e far sfuggire la scienza dall'essere una forma di superstizione?
  • che differenza c'è tra uno scienziato che costruisce una navicella che riesce a portare l'uomo sulla luna basandosi sulle proprie conoscenze e i piccioni che cercano di evocare il cibo attraverso un proprio comportamento?

Io, ad esempio, non credo che il più evoluto scienziato di oggi abbia una conoscenza del mondo "migliore", "più vera", "più reale" dello stregone di una popolazione tribale, a meno che non associamo il concetto di "migliore", "vero", "reale" proprio alle nostre teorie razionali del mondo, che è un po' tipo partecipare ad un concorso di pittura ed essere gli unici che presentano un'opera ed in più facciamo anche parte della giuria.

Grande articolo, complimenti... 👍

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Premetto che io sono molto "pratico" ;)
Diciamo che se vogliamo essere pignoli probabilmente ha ragione Hume, e il principio di causa effetto non esiste...Ma..
Secondo me la scienza non è una superstizione perchè, per quanto non possa essere dimostrato come "vero" il principio di causalità, la sua ricerca nei fenomeni naturali ci permette di controllare i variegati processi fisici a nostro favore e, per esempio, di costruire i dispositivi (pc, tablet, smartphone) attraverso i quali ci stiamo scambiando opinioni. Secondo me oggi abbiamo raggiunto un sufficiente grado di affidabilità per dire " va bene non è dimostrato il principio di causalità, ma funziona da sempre e quindi lo prendo per vero, perchè mi è utile." Secondo me dipende molto da quanto portiamo all'estremo i concetti di Hume: possiamo prendere per vero il fatto che non esista la causalità. Legittimo. Ma se non esiste perchè siamo riusciti ad andare sulla Luna? Forse perchè, nonostante tutto la scienza funziona.
Insomma, forse la dimostrazione del principio di causalità sta proprio nel progresso che abbiamo avuto da 400 anni a questa parte. Una superstizione può portare a questo? Forse la scienza è qualcosa di più. E non mi interessa di dimostrare chissà quale principio, lo stiamo dimostrando io e te che ci scriviamo a centinaia di chilometri di distanza :) Questo è quello che penso io.
Se però qualcuno accetta l'idea di Hume (senza guardare alla storia della scienza) allora non può che concludere che la scienza è superstizione, perchè non c'è nulla che ti dica che domani gireremo ancora attorno al Sole.

Credo che una teoria scientifica sia superstizione (seppur ragionata) nel momento in cui viene formulata, ma dopo è la prova sperimentale che conferma il modello o lo smentisce. Se la natura risponde con gli stessi fenomeni statistici predetti dalla teoria, questa è ritenuta valida, perchè funziona.
Uno stregone non potrebbe mai mandare una navicella nello spazio, perchè non ha la più pallida idea di come fare. Secondo me il grado di "verità" della conoscenza è da rapportare a quanto ci permette di manipolare il mondo a nostro piacimento. Un medico può salvarmi la vita, uno stregone no, se non altro perchè il medico conosce i principi (anche apparenti) di causa effetto che regolano il funzionamento del corpo umano.

Credo che Hume non troverebbe differenze fondamentali tra piccioni e scienziati. Io però dello sbarco sulla Luna ho le prove. Quindi gli scienziati che sono riusciti a fare una cosa del genere hanno "scavato" un po' più a fondo nella natura dell'universo, e sono più vicini al "vero", anche se probabilmente non lo raggiungeranno mai.

Quindi ricapitolando: la scienza può essere considerata superstizione. Ma se lo sostieni mi devi anche spiegare perchè oggi viviamo in un mondo con tecnologie impensabili solo 500 anni fa. Dai...non è superstizione. Però non posso dimostrarlo ;)

Spero di aver risposto alle tue domande, se così non fosse cercherò di spiegarmi meglio. Grazie del commento, ciao!

No, certo, ti sei spiegato bene, non sono d'accordo sulla tua posizione ma ti sei spiegato bene. Dovrei spiegarmi io ma ora non posso, non sono neanche sicuro che a te interessi, caso mai farò un post sull'argomento quando trovo il tempo.

La scienza funziona, su questo sono d'accordo. Come funziona un gatto per catturare un topo e come funziona lo stregone quando cura gli altri componenti della tribu.

A presto, e grazie per la risposta!

Mi interessa molto invece :)

Non so se lo stregone funziona...forse si ma entro certi limiti (come la scienza, dirai tu). Vero, ma un pregio che vedo nel metodo scientifico è quello di voler costantemente migliorare i propri modelli, con un serio spirito di autocritica. Questa cosa difficilmente si trova da altre parti

Ok, se ti interessa farò un post, ma devo prepararlo bene e ora ho altri contenuti che mi premono postare, ma siccome le questioni epistemologiche sono per me centrali per comprendere la nostra cultura e società attuale, sicuramente approfondirò questi concetti, e spero che possa nascere anche con la comunità italiana che si occupa di argomenti scientifici un sano confronto.

Per ora ti ho dato solo dei piccoli accenni di quello che penso senza spiegazioni.

Lo stregone funziona, la medicina praticata al di fuori della scienza occidentale funziona, in una lettera dei primi coloni che sbarcarono in america si scriveva: abbiamo bisogno di nuove armi e di nuovi soldati, non mandate dottori, non servono, questi sono bravi. (ok, sembra quasi una battuta, ma non lo è).

A parte questo.

La questione centrale è: al di là dei limiti che la scienza ha (e che anche tu pensi giustamente che ci siano), al di là di questi limiti, è possibile attribuire alla conoscenza scientifica un valore che ci può legittimamente far dire che tale conoscenza sia "più vera", più vicina a ciò che il mondo è, di altre conoscenze, tipo quella dello stregone o di altre tipologie di interazione col mondo quali quelle di un gatto?
Insomma, si può dire che lo stregone ha una conoscenza a cui manca la scienza (quindi una conoscenza più limitata) e alla modalità che ha un gatto nel relazionarsi col mondo manca la conoscenza, vale a dire la nostra capacità razionale che produce perciò maggiore aderenza alla realtà?

Mancare non nel senso di non avere (sappiamo che lo stregone non ha una mentalità scientifica e il gatto non ha una conoscenza razionale) ma mancare nel senso "a cui manca", come elemento limitante. A quell'uomo manca un braccio e quindi perciò è più limitato degli altri uomini. Ecco in questo senso.

Io rispondo di no ad entrambe le domande, Lo spirtito autocritico che dici è secondo me un finto spirito autocritico, che costruisce intorno ad alcune presunzioni degli idoli (per dirla alla Carlo Sini, Idoli della conoscenza) che sono le superstizioni della scienza, ma ti devo spiegare perché, secondo quali ragionamenti arrivo a pensarla così.

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