Il Vesuvio e la regina del pop

La regina indiscussa del pop il cui nome d'arte tradisce le origini italiane e richiama non troppo implicitamente e forse con un pizzico di blasfemia la ben più venerata Regina dei Cieli, Madonna, sembra non temere affatto l'atteso e improvviso risveglio del più famoso vulcano d'Italia, il Vesuvio, dal momento che ha scelto proprio Pompei come location per il suo prossimo esclusivo e sfarzoso party di compleanno.
Gli antichi romani ignoravano che sotto quella bella collina ricoperta da una lussureggiante vegetazione si celasse un'enorme massa di magma incandescente pronto ad esplodere. Oggi gli scienziati monitorano quotidianamente l'attività vulcanica ed è pronto un piano di evacuazione laddove una serie di terremoti dovesse preannunciare una qualche pericolosa eruzione, dal momento che la popolazione si è tranquillamente insediata alle pendici del vulcano e che Napoli, una metropoli con milioni di abitanti, è poco distante. I campani si affidano a San Gennaro e al loro proverbiale fatalismo e considerano il Vesuvio un alleato, anche perchè rende fertili i terreni e attrae da ogni parte del mondo un numero incalcolabile di turisti, viaggiatori, appassionati.

PaestumPaestum, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

Le origini del Vesuvio sono leggendarie: come racconta una delle tante storie di metamorfosi mitologiche, si tratterebbe del gigante Vesevo (figlio del dio Vulcano) trasformatosi in una montagna fumante dopo che, la sua amata, la ninfa Leucopetra, stanca di essere insistentemente corteggiata, chiese aiuto al padre Nettuno, dio del mare, affinchè potesse liberarla da questo sgradito spasimante. Nettuno trasformò la figlia nel più grande dei faraglioni di Capri e Vesevo, disperato, divenne il Vesuvio.

Nei secoli successivi si iniziò a identificare il cratere del Vesuvio come una porta di accesso all'Inferno. Molti sono i racconti popolari che narrano di fantasmi e demoni apparire sull'orlo del cratere, spesso fumante e dall'aspetto decisamente spettrale e desolante.
Ma un altro fumo con un po' di immaginazione è possibile intravedere nei pressi del vulcano: è quello del pentolone della fattucchiera Amelia, personaggio diabolico quanto sfortunato, nato nel 1961 dalla matita del maestro del fumetto disneyano Carl Barks. La strega vive in una sgangherata casetta di legno arroccata sulle pendici del Vesuvio in compagnia del corvo Gennarino e di tanto in tanto a bordo della sua scopa volante attraversa l'oceano atlantico per recarsi al deposito di Paperon de' Paperoni con un unico obiettivo, che persegue da anni con determinazione senza esserci mai riuscita: rubare al vecchio ultra milionario la mitica Numero 1, ovvero la sua prima moneta guadagnata, l'inizio di una serie innumerevole di guadagni, un potentissimo porta fortuna. Ma non è la sola superstizione che spinge Amelia a sfidare Paperone: secondo i suoi calcoli quella moneta rappresenta l'ingrediente principale di una pozione magica con la quale ottenere il leggendario tocco di Re Mida, per cui tutto ciò che si tocca si tramuta in oro.

Evidentemente la strega ambisce a una vita dedita al lusso più sfrenato, molto più sfarzosa dell'attrice campana più famosa negli Stati Uniti, a cui Carl Barks si ispirò per disegnare il volto di Amelia e conferirle dei tratti tipicamente mediterranei: Sofia Loren. Ma Paeron de' Paperoni ha imparato proprio dai napoletani a difendersi dalle sciagure e prontamente allontana tutte le volte la strega utilizzando un tradizionale antidoto a base naturale (e per la sua gioia, anche piuttosto economico), dall'odore forte e un po' sgradevole, ma così efficace, tanto da riuscire a neutralizzare tutti i poteri magici della terribile fattucchiera: l'aglio.

Fonti:
“Le incredibili curiosità di Napoli. Storie sorprendenti di una città dal fascino infinito” di Marco Perillo, Newton Compton Editori, 2020.