SERIE A CHRONICLES - Giornata 6 - Day 6 [Multilanguage]
Copertina realizzata sul sito www.canva.com. Fonte immagini YouTube: Napoli, Juventus, Milan, Lautaro Martinez, Gasperini
GIORNATA 6 |
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Travolto dall'ennesimo scandalo, quello delle infiltrazioni malavitose nelle curve di Inter e Milan, con relativi arresti di 19 ultras decretati dalla procura di Milano, il campionato italiano ha mandato in archivio anche la sesta giornata, tutto sommato priva di grossi scossoni o di risultati inattesi.
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Come da copione è caduta, per la seconda settimana di fila, la "piccola" che grazie ad una serie di risultati fortunati si era ritrovata in testa alla classifica. Il Torino FC di Urbano Cairo, dopo essere stato eliminato dalla Coppa Italia dall'Empoli, ha perso la seconda partita casalinga consecutiva, cedendo il passo alla non irresistibile Lazio.
Poco da segnalare, oltre ai disastri della difesa di casa e al nervosismo del tecnico granata Vanoli, espulso per le immotivate proteste del secondo tempo. Il finale di partita, quando la testa sembrava già agli spogliatoi, ha fatto registrare due inattesi goal, quello del laziale Noslin, per il momentaneo 1-3, e la perla di Saul Coco che ha fissato il risultato sul definitivo 2-3.
Una rete da "una volta nella vita" che forse meglio di tutte le altre circostanze descrive questo inaspettato avvio dei piemontesi. Dopo 47 anni di attesa i tifosi del Torino FC (almeno quelli che non si sono affrettati a definirsi di nuovo "simpatizzanti") si aspettavano un po' di impegno in più per mantenere la vetta della classifica, ma i limiti della squadra, soprattutto da un punto di vista difensivo, sono apparsi evidenti nelle ultime due partite.
Basta un primo tempo di intensità e qualità al Napoli di Antonio Conte per liquidare la pratica Monza e ritrovare la vetta solitaria della classifica dopo un anno e mezzo, ovvero dall'ultima giornata del glorioso campionato 2022/23.
La squadra assomiglia sempre di più al suo tecnico e sembra aver ritrovato la grinta e la determinazione dei giorni migliori, soprattutto negli uomini chiave come Kvaratskhelia e Politano. Nessun gioco scintillante alla Guardiola, ma praticità, dinamismo e fisicità, che portano poi ad avere spesso la meglio sugli avversari.
Nella ripresa il Napoli ha persino potuto risparmiare energie, lasciando il pallino del gioco agli avversari e dedicandosi alle ripartenze, schema che verosimilmente la squadra adotterà, come già fatto a Torino con la Juventus, quando affronterà avversari di caratura superiore.
L'assenza di impegni europei, con la conseguente possibilità di dedicarsi ad una sola partita alla settimana, rende il gruppo del tecnico salentino uno dei principali candidati alla vittoria dello scudetto. Il calendario poi ha deciso di non essere troppo severo con il Napoli nelle prime nove giornate, poiché agli azzurri toccheranno ora altri tre impegni sulla carta non irresistibili, contro Como, Empoli e Lecce. Le possibilità di iniziare a sognare in grande ci sono davvero tutte.
Fonte: Wikipedia
Dopo tre zero a zero consecutivi e l'inceppamento del terminale offensivo Dusan Vlahovic, la Juventus si è recata a Genova con un'unica missione: ottenere i tre punti e sbloccare la manovra offensiva dall'apatia nella quale era improvvisamente piombata, dopo le prime soddisfacenti uscite.
La missione sembrava per di più facilitata da un Marassi deserto, dopo la chiusure decretata dal prefetto per gli scontri tra le tifoserie di Genoa e Sampdoria nel giorno del derby di Coppa Italia e dalla condizione non certo brillante nella quale versava la squadra di Gilardino.
Al termine dei primi quarantacinque minuti tuttavia, ai tifosi della Signora sembrava di assistere ad un film già visto, in cui il protagonista era il solito continuo possesso palla, condito da poche (o nessuna) conclusioni verso la porta avversaria.
Dopo un quarto d'ora di riflessione, Thiago Motta ha apportato dei cambiamenti alla squadra, spostando Koopmeiners più vicino a Vlahovic e trasformando la squadra in un modulo più simile ad un 4-4-2 (o 4-4-1-1).
Tuttavia, una mano allo sblocco della manovra d'attacco (in tutti i sensi) l'ha data l'ex De Winter, che dopo pochi giri d'orologio ha toccato il pallone in area proprio con la mano sinistra, regalando a Dusan Vlahovic e alla Signora il rigore capace di cancellare tutti i recenti fantasmi.
Liberata dall'assillo del goal, la Juventus è sembrata ritornare quella scintillante vista contro Como e Verona, anche per gli spazi inevitabilmente moltiplicati dopo il vantaggio. La nota più positiva, oltre alla doppietta di Vlahovic, rimane un'altra gara chiusa senza subire reti. Si dice che gli scudetti li vincono le grandi difese e se son rose fioriranno.
La sesta giornata passerà alla storia come quella del risveglio dei grandi bomber. Oltre alla doppietta di Dusan Vlahovic, già descritta in precedenza, anche il capocannoniere della scorsa Serie A, Lautaro Martinez, ha interrotto un digiuno in campionato che durava da marzo, realizzando due reti decisive per il successo dell'Inter a Udine.
I nerazzurri, alla luce degli ultimi risultati deludenti, potevano incontrare qualche difficoltà su un campo di solito piuttosto ostico e contro una squadra che aveva iniziato benissimo la stagione, ma sono bastati poco più di trenta secondi agli uomini di Inzaghi per sbloccare la partita con Frattesi.
Come accaduto alla Juventus, decisivi gli errori degli avversari, in questo caso incarnati nella papera del portiere nigeriano Maduka Okoye, che inspiegabilmente non ha quasi provato nemmeno a prendere il tiro del centrocampista nerazzurro, apparso tutt'altro che irresistibile.
Dopo qualche minuto di sbandamento, l'Udinese era riuscita a riportare la gara sul pari, grazie ad una buona pressione a centrocampo, al recupero palla veloce e agli inserimenti da dietro, ma nei minuti di recupero del primo tempo la squadra friulana ha subito un altro goal degli avversari, capace di indirizzare in maniera decisiva l'incontro.
Il momento del passaggio di Dimarco a Lautaro Martinez, nell'azione del goal dell'1-2. Fonte: Youtube
Qualche dubbio sulla posizione di Lautaro Martinez, al momento della ricezione del passaggio di Di Marco, proprio nell'azione del goal del momentaneo 1-2. Tuttavia il frame scelto dal VAR ha mostrato l'attaccante argentino in gioco per pochi millimetri. E si sa, sui millimetri qualcuno è perlopiù fortunato, altri perlopiù sfortunati.
Fonte: Wikipedia
Trentacinque minuti di difficoltà, nei quali il Lecce sembrava addirittura giocare meglio dei padroni di casa, poi cinque minuti di fuoco, che hanno regalato al Milan tre goal e la terza vittoria di fila in campionato.
Non una partita brillantissima da parte degli uomini di Fonseca, che al di là del risultato hanno incontrato forse un po' troppe difficoltà nel portare pericoli alla porta avversaria, tuttavia un chiaro segnale di ripresa, che dona ancora più forza alla vittoria nel derby della settimana scorsa.
Nel giorno del goal dei grandi attaccanti del campionato, non poteva mancare Alvaro Morata, capace di sbloccare la partita con un bel colpo di testa (è il suo secondo goal in questa stagione) e di dare il via al successo rossonero.
Milan guarito a metà, anche alla luce della sconfitta rimediata ieri sera a Leverkusen, in Champions League, ma di questa storia ne parleremo domani, nell'analisi della seconda giornata del torneo europeo più importante.
E a proposito di "guarigioni", ancora distante sembra anche quella della Roma, affidata da due giornate alle cure di Ivan Juric. Nonostante i sei punti raccolti dal nuovo tecnico giallorosso, la squadra sembra ancora soffrire di alcune di quelle criticità viste nella gestione De Rossi.
I giallorossi sono scesi in campo poco concentrati, regalando di fatto un tempo agli avversari. Emblematica l'azione del goal che ha portato al vantaggio dei lagunari, al termine della prima frazione, nella quale almeno sei uomini della squadra di casa, che in quel momento riempivano l'aria, hanno permesso agli attaccanti avversari di arrivare sul pallone e battere indisturbati a rete due volte.
Completamente in bambola, la Roma ha concesso subito dopo ai veneti la palla per chiudere la partita, ma si è salvata grazie ad un prodigio di Svilar e al salvataggio sulla linea di Mancini. Troppo brutta per essere vera, la squadra capitolina è tornata in campo con un piglio decisamente diverso, ma è toccato ancora a Svilar dover salvare la porta da una nuova capitolazione, bloccando una conclusione di Oristanio che in contropiede si era involato verso la porta giallorossa.
Come spesso accade, alle grandi squadre è bastato un episodio per risolvere gare complicate, arrivato ad un quarto d'ora dal novantesimo con il tiro scagliato da Cristante da 25 metri e deviato beffardamente dall'italoamericano Gianluca Busio alle spalle di Joronen.
Spinta dal pubblico, la Roma ha assediato l'area del Venezia, trovando il goal della vittoria ad una manciata di minuti dalla fine grazie al colpo di testa del giovane Pisilli su azione di calcio d'angolo. Le sue lacrime di gioia sono forse la cosa più bella della domenica giallorossa.
Solo pochi mesi fa, se qualcuno avesse pronosticato che Bologna-Atalanta avrebbe rappresentato una partita dal vago sapore di Champions League, probabilmente sarebbe stato preso per matto.
Invece queste due realtà "provinciali" sono oggi fiere rappresentanti dell'Italia nella competizione europea principale, seppur con aspettative e ambizioni diverse. Se l'Atalanta ha ormai raggiunto una dimensione consolidata, favorita anche dalla vittoria dell'Europa League della scorsa stagione, il Bologna sta cominciando a ritrovare brillantezza e gioco dopo un avvio deludente.
Dopo essere passata in vantaggio all'inizio del secondo tempo, ma rimasta in dieci subito dopo per il cartellino rosso rimediato da Lucumi, la squadra emiliana è andata vicina ad una grande impresa, ma è stata raggiunta al novantesimo dal gran goal di Samardzic. Un pareggio giusto, ma che alla fine non accontenta nessuno.
Tra le altre da segnalare un altro passo avanti in classifica del sorprendente Empoli, che dopo aver battuto la Roma a domicilio ed aver fermato sullo 0-0 la Juventus, è stato capace di mettere in fila un'altra ottima gara contro la Fiorentina.
La piccola squadra toscana (l'Empoli, non la Fiorentina, anche se l'epiteto poteva valere per entrambe) è l'unica squadra assieme alla Juventus ancora imbattuta in campionato, nonché attualmente la seconda miglior difesa, con solo due goal al passivo. Bravo D'Aversa, tecnico esperto di lotta salvezza e preparato.
Fonte: Wikipedia
Impegni sulla carta abbordabili per Inter, Juventus e Napoli (anche se il Como di Fabregas, dopo un avvio difficile, sta mettendo in mostra discrete qualità), mentre dovrà sudare verosimilmente un po' di più il Milan, impegnato sul campo della Fiorentina.
Interessante anche la trasferta della Roma a Monza, squadra che quest'anno appare molto meno temibile rispetto agli ultimi due campionati, ma sempre in grado in casa di procurare qualche grattacapo alle grandi.
Ci vediamo tra una settimana!
Statemi bene, alla prossima!
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