Sempre più nel panico - Increasing panic [Multilanguage]

Immaginiamo per un attimo di prendere i panni di un commerciante, che ha puntato forte su un unico prodotto. Su di esso ha investito molto, arrivando persino a licenziare buona parte dei collaboratori, perché lo considera da solo in grado di rialzare le sorti delle proprie finanze, tutt'altro che solide.

Passano i mesi però e quel prodotto risulta tutt'altro che appetibile per la clientela, con le vendite che stentano a decollare. A quel punto il nostro "amico" commerciante ha davanti a sé due strade: ammettere di aver preso un granchio gigantesco, cercando di migliorare la qualità di ciò che vende, oppure abbassare il prezzo di vendita, sperando almeno di rientrare nei costi.

Qualcuno suggerisce al negoziante che il problema principale risieda nel prezzo, troppo elevato, ma sebbene ciò possa essere considerato vero, di solito le persone non badano a spese quando riconoscono un prodotto di qualità. Ergo, il problema sta molto probabilmente a monte: ciò che vende, seppur ammantato di un enorme potenziale, nello stato attuale delle cose, non interessa a nessuno.

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La storiella immaginaria descritta poco sopra sembrerebbe sposarsi a meraviglia con quella di DAZN, che in maniera piuttosto ottusa, di fronte ad una vera e propria emorragia di clienti, non ha trovato altro rimedio che spremere quei pochi che sono rimasti, alzando a dismisura i prezzi e portando come tutta risposta ad un'altra ondata di disdette.

La piattaforma detentrice dei diritti TV della Serie A non ha ovviamente alcun potere di cambiare le cose all'interno del mondo del pallone, ma se mi trovassi nei poco invidiabili panni di chi cura le sorti dell'azienda, di certo alzerei la voce con chi di dovere per chiedere il rispetto delle regole da parte di tutti e pari trattamento per i soggetti coinvolti, in campo e fuori.

In altre parole, se vuoi ancora i miei soldi aumenta l'attrattività del prodotto, restituendogli credibilità. Altrimenti, arrivederci e grazie. E' un discorso molto semplice che qualunque investitore farebbe al proprio fornitore, a fronte di un prodotto ben al di sotto delle aspettative.

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Non ci è dato sapere se qualcuno a Dazn abbia pensato ad alzare il telefono per porre ai diretti interessati rimostranze simili (a giudicare dall'andazzo sul campo, dalle ferie prolungate della CoViSoc e dal sonno profondo del "buon" procuratore federale, Peppino Chiné, sembrerebbe proprio di no), ma nel frattempo il broadcaster della Serie A ha raggiunto vette di panico senza precedenti.

E' già storia infatti il fallimento della piattaforma Piracy Shield, la quale ha da tempo raggiunto la saturazione (diciottomila indirizzi IP bloccati) e che ha bisogno di un nuovo aggiornamento (previsto in tempi piuttosto lunghi) per riprendere a fermate sul nascere le trasmissioni provenienti da indirizzi IP pirata.

Invece di rivedere la propria politica sui prezzi, in modo da scoraggiare il crescente numero di tifosi che si sta rivolgendo a mezzi alternativi per assistere alle partite della Serie A (compresa la pirateria), dalle parti di Dazn nel frattempo non hanno saputo escogitare di meglio che porre pressioni sull'Agcom, al fine di spingerla a vietare l'uso delle VPN sulle Smart TV.

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Una norma molto difficile, se non impossibile, da approvare, dato che andrebbe ad agire su applicazioni del tutto legali, come le VPN. E anche qualora si riuscisse a licenziare un codicillo ad hoc, il tutto porterebbe a centinaia di ricorsi in tribunale, con il serio rischio per lo stato di dover pagare danni pesantissimi.

Una situazione davvero poco appetibile per chi ha deciso di investire quasi un miliardo nel calcio italiano, ma di certo altrettanto negativa per il movimento stesso, che nel 2029, a meno di un cambio radicale, vedrà il proprio prodotto ulteriormente svalutato.

Liberarsi di Gravina e di tutta la sua schiera di lacchè deve essere l'obiettivo primario e comune per tutte le società. Altrimenti, si salvi chi può.

Statemi bene, alla prossima!