Vi siete mai chiesti da dove derivi l'espressione "fare la corte a qualcuno"? A livello etimologico, la frase risale ad un antico modo di dire francese, faire la cour, riferito a tutta la schiera di personaggi che solevano accompagnare, durante le uscite pubbliche, i potenti e i nobili dell'epoca, con lo scopo di proteggerli, offrire loro compagnia e soprattutto catturarne le grazie.

Ai giorni nostri la frase ha assunto solitamente un'accezione più amorosa: corteggiare una persona significa esporre alla luce del sole i propri sentimenti verso di lei, ma può essere utilizzata anche in campo professionale, in riferimento a figure dalle spiccate capacità per le quali un'azienda o un imprenditore esprimono apprezzamenti pubblici, con la speranza di ottenerne i servigi.

Ma se secondo molti il primo aspetto sta lentamente passando di moda, per lasciare spazio a rapporti personali più freddi anche se spesso più diretti, sotto un punto di vista strettamente più lavorativo, specialmente nel campo dello sport, la cosa è ancora all'ordine del giorno e ad essere corteggiati tocca ad atleti, allenatori, preparatori atletici e dirigenti.

A volte, queste esposizioni dei propri desideri possono portare i frutti sperati, sfociando in una relazione amorosa o professionale, altre invece si fermano prima del raggiungimento di un accordo, rimanendo confinate nel campo dei semplici desideri irrealizzati. E quest'ultimo è il caso di due recenti vivende di cronaca sportiva, che alludono ai nomi del cestista Paolo Banchero e dell'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri.

Prima scelta assoluta nel draft NBA dell'anno scorso, Banchero, ventidue anni, nato a Seattle ma con passaporto italiano (grazie alle origini liguri del padre), è da ormai tre anni corteggiato dalla nostra nazionale di basket. Nel 2020, quando ancora non giocava tra i professionisti, il ragazzo era stato convocato per disputare insieme agli azzurri le qualificazioni europee, ma dovette rinunciare alla chiamata per un sospetto caso di positività al covid-19 in famiglia.

Si pensò ad un contrattempo momentaneo, ma con l'inizio dell'avventura ad Orlando, le possibilità di vederlo vestire la maglia della nazionale diminuirono drasticamente, nonostante il suo dichiarato entusiasmo verso l'opportunità di indossare i colori azzurri (al draft posò addirittura per le foto di rito con un tricolore orgogliosamente mostrato dietro alle spalle).

E così, i giorni passano e Banchero conclude il primo campionato tra i professionisti, venendo eletto matricola dell'anno e attirando su di sé gli occhi della nazionale statunitense. Per lui arriva la convocazione nella selezione stelle e strisce e, senza esitare troppo, il nostro eroe accetta di giocare tra le fila del suo Paese natale i mondiali, con tanti saluti ai sogni di gloria azzurri, alla bandiera orgogliosamente sventolata e al suo presunto sentirsi profondamente italiano.

_{Massimiliano Allegri, All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, attraverso Wikimedia Commons}

Tutto assolutamente legittimo, per carità, dal momento in cui l'atleta è nato e cresciuto negli Stati Uniti (la madre è americana), ma forse si sarebbero potute evitare dichiarazioni d'amore per un Paese come il nostro con il quale non ha mai condiviso nulla (non parla nemmeno una parola d'italiano) e che magari è servito solo per sentirsi per qualche momento uno con una storia in più da raccontare.

Scelta giusta o rischio di diventare una meteora in mezzo ad una squadra di stelle? Solo il tempo potrà rispondere a questo interrogativo, ma se il discorso si sposta sull'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, sembrano esistere un po' più di certezze e il suo apparente rifiuto a trasferirsi in Arabia Saudita è diventata una scelta sempre più incomprensibile sotto tutti i punti di vista.

A Torino acciughina, dal momento del suo ritorno, ha abbondantemente fallito. Almeno l'ottanta percento dei tifosi bianconeri si è espresso contro la sua riconferma e buona parte dello spogliatoio gradirebbe non ritrovarlo alla ripresa di luglio. Per allenare l'Al Hilal gli è stato offerto un contratto triennale da trenta milioni a stagione (più una decina di bonus alla firma), cifra che quasi quadruplica il netto percepito in bianconero, ma a dispetto dell'evidente beneficio che ne avrebbero tutte le parti, il tecnico livornese pare deciso a non lasciare la Continassa.

Un'altra corte rifiutata, un'altra occasione persa, ma tra i due casi esiste una profonda differenza: se Banchero non ha fatto in tempo a scrivere la storia della nazionale di basket, di Allegri tutti gli annali bianconeri si ricorderanno come il peggior incubo della ultracentenaria storia del club.

Statemi bene, alla prossima!