Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla nona edizione del contest "Una storia italiana", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare occorre inventare una storia ispirata all'immagine di copertina, avendo cura di descrivere l'ambientazione della scena, una descrizione dei protagonisti, il motivo che li spinge a portare dei grandi sacchetti di carta sulla testa e cosa accadrà subito dopo.

E' possibile unirsi al contest scrivendo in qualsiasi lingua e dando al racconto l'interpretazione preferita, che sia essa, comica, romantica, drammatica o altro, rispettando sempre i canoni base per la pubblicazione sulla piattaforma.

C'è tempo per partecipare fino a domenica, ore 18.00 italiane, il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è di 10 Steem.

ESPERIMENTO

Duemila e cinquecento euro digitali per partecipare ad una festa di dodici ore: questa era la ricompensa promessa dall'annuncio, comparso su tutti i principali quotidiani e nei servizi di informazione televisiva, da parte del Ministero dell'Innovazione Futura, che ormai a cadenza regolare invadeva con i suoi spot qualsiasi spazio pubblicitario pubblico e privato.

Nessuna selezione, ma un semplice form da compilare on-line, nel quale inserire le generalità, i dati del proprio wallet per riscuotere il pagamento, il nominativo di una persona disponibile a condividere l'esperienza e l'accettazione al regolamento della manifestazione. Se si era fortunati, si veniva estratti tra i duecento partecipanti, altrimenti conquistato punti per una specie di graduatoria, che avrebbe riservato qualche probabilità in più di essere estratti dall'algoritmo in simili iniziative future.

Un po' come tutti i giovani, la cui percentuale di disoccupazione sfiorava il novanta percento, Evan aveva provato ad entrare in questa gigantesca lotteria più per inerzia che per reale convinzione di poter essere sorteggiato. Aveva già provato numerose volte altre lotterie ministeriali, e il tanto promesso scatto in avanti nell'algoritmo, riservato ai non eletti, non si era fino a quel momento mai tradotto in una lettera di convocazione.

Poteva beneficiare di una discreta fetta di reddito di inclusione, concesso dallo stato a tutti i cittadini disoccupati in base all'età e all'aspettativa di vita, ma arrotondarlo per potersi finalmente permettere qualche mese di noleggio di uno scooter elettrico, che gli consentisse di spostarsi agevolmente in città, era un qualcosa al quale puntava da tempo.

Le occasioni di rompere la monotonia delle giornate poi, erano davvero poche. Con l'avvento dell'Intelligenza Artificiale in ogni settore e lo sviluppo della robotica, il contributo umano era diventato spesso superfluo e quasi del tutto scomparso, così che le lotterie ministeriali rimanevano per molti le uniche occasioni di portare a casa qualche ora di lavoro o, più banalmente, di trascorrere un po' di tempo in maniera diversa.

Leo, a differenza di Evan, era il classico giovane adagiato tranquillamente nella realtà del suo secolo. Con i soldi della sussistenza garantiti e con un padre tecnico informatico impiegato presso la società statale IT-Corporation, poteva considerarsi appartenente alla classe agiata; conosceva l'amico fin dalla scuola primaria e sebbene la profonda diversità caratteriale non ne avesse mai ostacolato più di tanto il rapporto, mal sopportava la sua voglia di intraprendenza.

La notizia della loro selezione in coppia per la festa, accolta da Evan come un grande successo, lo mandò su tutte le furie. Non aveva nessuna voglia di strapparsi alla sua routine, fatta di dormite, incontri virtuali con qualche ragazza dall'altra parte del mondo, buon cibo e videogiochi, per prestarsi, in cambio di quattro spiccioli, a quelle che definiva "buffonate statali".

Incontrare persone dal vivo era un qualcosa a cui non era più abituato e, se solo avesse potuto, sarebbe tornato indietro nel tempo per negare all'amico il permesso di inserire il suo nome nella lotteria. Dodici ore da trascorrere fuori casa gli sembrarono una specie di incubo, ma sapeva che sottrarsi ad una chiamata ministeriale avrebbe comportato l'esclusione dalla graduatoria anche per Evan, pregiudicandogli tutte le possibilità future.

Quando di fronte a lui comparve l'ologramma dell'amico, intento ad effettuare una videochiamata da una postazione pubblica stranamente non identificata da nessun numero di serie, ebbe la tentazione di negare il permesso alla comunicazione, ma sfiancato dall'insistenza dell'altro, finì per fornire il consenso.

Di fronte a lui comparvero due ragazzi, con la testa completamente nascosta all'interno di giganteschi sacchetti di carta. Quello a destra indossava, ancora sopra quella maschera improvvisata, una specie di naso da clown, all'apparenza del tutto simile a quello a lui regalato da un amico, tanto tempo fa, per la promozione al secondo anno della scuola primaria. Sentì il battito del cuore accelerare e il sangue diventare gelato: pur non potendo scorgere i lineamenti del volto, era certo che quei due fossero proprio lui ed Evan.

L'uso dell'Intelligenza Artificiale nelle videochiamate e il camuffamento dell'identità erano stati proibiti per legge già da qualche anno e se quello fosse stato uno scherzo, il responsabile avrebbe rischiato pene salatissime. I due ologrammi parlottavano tra di loro, dandosi di gomito, e rendendo udibili a tratti le loro risate, cosa che innervosì Leo ancora di più.

Leo, tra mezz'ora Chef189 ti preparerà la cena. Io sto per uscire con la mia amica Svetlana di Mosca, mi porta a fare un giro virtuale del suo nuovo locale...

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