Fan Stories ep. 2 (Italy - Estonia 4-0) - Le avventure di un tifoso ep. 2 (Italia - Estonia 4-0) [ENG-ITA]

Evani, on the bench for the absence of the C.T. Roberto Mancini, does not have his charisma and instead of shouting and calling the players as the grizzled coach from Jesi usually does, he looks stiff and silent at every action. Of Evani I remember, after many years, his belonging to the national team coached by Arrigo Sacchi, which, in a period in which Italian football was producing talents with great speed, seemed rather absurd.

The game falls asleep, and I almost do too. The choice to look at her in the kitchen on the chair and not on the sofa in the living room proves to be very appropriate, in order to avoid premature journeys into the world of dreams. In the second half there is no longer Tonali, one of the few potential holders of the team, but who was perhaps the worst in the field; the Estonians try to prove that they have not arrived in Florence only on a cultural trip and frighten Sirigu, and it does not seem true to him that he can spend 90 minutes almost in peace, accustomed to target shooting between the poles of Turin.

The waltz of the substitutions begins and the teams send the reserves of the reserves into the field: sofa or no sofa, boredom mounts unstoppable, so much so that the refuge in the telephone becomes more and more frequent. Two final penalties grant Grifo the joy of the brace, and Orsolini that of the second goal in two national matches. For both of them an enviable business card: try to tell them that this match was useless ...

The referee blows his whistle three times, and the experimental Italy greets everyone; against Poland and Bosnia we will undoubtedly see other players, another intensity and another type of match.

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Le due pause ravvicinate per gli impegni delle nazionali, nel periodo a cavallo tra Ottobre e Novembre, non le ho mai potute sopportare: non si fa in tempo ad appassionarsi al nuovo campionato di Serie A, che subito occorre interrompere le emozioni domenicali per spostare l'attenzione su partite, il più delle volte, considerate inutili un po' da tutti.

Intendiamoci: sono un grande fan della Nations League. Trovo che l'Uefa abbia inventato un torneo molto interessante per riempire i periodi dedicati alle squadre nazionali, dato che, quando si combatte per un trofeo, nessuno ci sta più a perdere, e anche il pubblico torna ad interessarsi con maggior passione delle rappresentative nazionali.

Tuttavia, le buone intenzioni della federazione calcistica europea, non sono riuscite ad estirpare del tutto le noiose partite amichevoli, disputate per lo più da nazionali molto rimaneggiate, con l'impegno dei giocatori non certo paragonabile a quello dei tempi migliori.

Ieri sera, dopo aver terminato la cena, mi sono dedicato come al solito alla ricerca delle notizie (non solo sportive), affidandomi ad alcuni giornalisti che tengo come punto di riferimento e per i quali ho potuto verificare, negli anni, un'incorrotta onestà intellettuale, unita ad una passione ancora intatta per il proprio mestiere. Al giorno d'oggi il ruolo del giornalista si è per lo più ridotto a quello di un reggi-microfono per il politico di turno o, nei casi più gravi, a cassa di risonanza delle "veline" uscite dai vari governi, ma cercando attentamente è possibile ancora trovare qualche esponente della categoria non disposto ad abbassarsi a questi ruoli umilianti.

Forse non li troverete in televisione, o quanto meno sarà molto difficile, ma vi assicuro che qualcuno che vale ancora la pena di seguire esiste. Basta cercarlo.

E così, tra una speranza (rigorosamente con la lettera minuscola) ed un'indignazione, mi trovo davanti al primo shock della serata, quando vedo davanti ai miei occhi un aggiornamento: Italia - Estonia 0-0. Settimo minuto.

Già, la partita...

Esclamo mentre mi precipito (con molta lentezza) ad impossessarmi del telecomando per accendere la TV, che impietosa mi restituisce le immagini di uno stadio vuoto e silenzioso, nel quale le due formazioni si stanno affrontando senza troppa foga. Tra gli azzurri ci sono molte facce nuove, che fatico a riconoscere, ma una di esse, tale Vincenzo Grifo da Friburgo, porta avanti i padroni di casa con un magnifico tiro a giro sul palo lontano, dove il portiere non può arrivare.

Però, mica male questo ragazzo...

Ed in effetti l'italo-tedesco tocca una buona quantità di palloni, sempre con eleganza e padronanza del palleggio. Nel ruolo di punta esterna a sinistra l'Italia sembra coperta abbastanza da calciatori del calibro di Insigne, Chiesa ed El Sharawy, ma è probabile che il ragazzo possa ritagliarsi i suoi spazi in futuro, anche grazie alla grande duttilità tattica.

Per comprendere quanto la formazione italiana sia rimaneggiata però, occorre aspettare la metà del primo tempo, quando Federico Bernardeschi, uno che alla Juve non gioca nemmeno quando si ammalano i ragazzi dell'under 23, con tanto di maglia numero dieci sulle spalle, inventa un goal da fuori area, condito da dribbling, accelerazione e preciso sinistro all'angolino.

Da noi (alla Juve)un goal così non lo farebbe nemmeno in tre campionati...

Ma forse è proprio questo il punto. Uno come Bernardeschi riesce ad eccellere in un contesto livellato verso il basso, come alla Fiorentina, e difficilmente può farlo in una grande squadra. E poi, ieri si giocava proprio a Firenze, dove ha potuto, più che ino ogni altro posto, mettere in luce le sue qualità... Che abbia sentito di nuovo aria di casa?