Alla fine l'hanno spuntata i francesi, che oltre all'autogoal dello sfortunato Hummels avevano trovato la via della rete altre due volte, entrambe cancellate dal VAR. Ha vinto la squadra più forte, completa in ogni reparto e dall'autostima maggiore, ma sono pronto a scommettere che gli uomini di Joachim Löw continueranno a dire la loro all'interno del torneo, nonostante ora si trovino costretti ad inseguire anche il Portogallo.

In un girone di ferro come quello contrassegnato con la lettera F, è normale che anche una delle grandi favorite della vigilia possa trovarsi ad un certo punto in difficoltà dal punto di vista della classifica, ed in tal senso per i tedeschi diventerà fondamentale l'incrocio con Ronaldo e compagni di sabato sera, dando per scontato che i campioni del mondo faranno un sol boccone dell'Ungheria.

Ho sentito e letto diverse critiche sulla Nazionale tedesca nel post partita, ma la differenza tra le due squadre non è stata a mio avviso così netta, se si considera che il goal transalpino è giunto grazie ad uno sconsiderato pasticcio. Purtroppo a regalare i tre punti ai rivali ci ha pensato infatti uno dei miei giocatori difensivi preferiti, quel Mats Hummels tornato da due campionati a Dortmund dopo aver fatto le fortune del Bayern.

I quattro volte campioni del mondo non avevano iniziato nemmeno così male, provando a chiudere i galletti nella propria metà campo e ad avvolgerli con la manovra ragionata del duo Kroos-Gundogan, dai cui piedi passava praticamente ogni azione, ma alla lunga la tattica di Deschamps di far sfogare gli avversari per assumere lentamente il controllo del centrocampo, si è rivelata vincente.

L'atipico trio Muller, Gnabry, Havertz, giocatori fantastici che sarebbero probabilmente titolari nel 99% delle squadre europee, è apparso piuttosto spuntato ed in serata negativa ed ha finito per impigliarsi costantemente nella rete dei difensori francesi, evidenziando forse la mancanza di un centravanti di peso nella squadra.

Nel frattempo parallelamente tra les bleus è cresciuta la presenza non solo di Paul Pogba e Adrien Rabiot, ma anche di Karim Benzema, splendida boa centrale, punto di riferimento per molte azioni avanzate. Azioni che, quando la densità in mezzo diventava eccessiva si sviluppavano con buona fluidità sugli esterni, con i terzini abili a cercare l'appoggio di Mbappé e Griezman.

In questa maniera è nata non solo l'autorete che ha deciso la gara, ma anche diversi contropiedi che nel secondo tempo hanno più volte portato i francesi vicini al raddoppio. Una ripresa che è stata in buona sostanza una copia del primo tempo, con l'aggiunta di un pizzico di sfortuna in più per la Germania nelle occasioni create che nemmeno l'estro di Leroy Sané, subentrato a venti dalla fine, ha potuto raddrizzare.

Vittoria di squadra, ma anche di singoli: impossibile trovare un punto debole a questa Francia, che porta i due terzini Hernandez e Pavard praticamente a fare le ali per la maggior parte del tempo, e che tra centrocampo e attacco ha tanta di quella qualità da poter probabilmente vincere alcune partite contro le nazionali minori anche in sette contro undici.

Non mi sono dimenticato della stella tra le stelle, Kylian Mbappé, che in una serata non tra le migliori della sua carriera ha comunque messo in mostra uno scatto di quaranta metri in grado di bruciare un difensore in vantaggio di dieci, un goal da cineteca annullato per un fuorigioco millimetrico e un assist per un altro goal annullato dopo un'azione spettacolare. Figuriamoci quando giocherà al 100%.

Dopo essere stato negli ultimi cinque anni accostato a un po' tutte le grandi del calcio italiano, ma sempre con la casacca bianconera dell'Udinese addosso, Rodrigo De Paul deve essersi stancato di questi continui tira e molla e ha deciso di accettare la corte del connazionale Diego Simeone, che lo ha voluto fortemente inserire all'interno della versione 2021/22 dell'Atletico Madrid.

In Spagna il calciatore argentino ritroverà un campionato già assaggiato da giovanissimo nelle due stagioni trascorse al Valencia, ma soprattutto potrà riprovare l'ebrezza di scendere in campo anche nei match di Champions League, palcoscenico che lo ha visto protagonista comprimario solo in tre occasioni.

Lascia l'Italia uno dei giocatori più versatili dell'intera Serie A, capace di ricoprire praticamente qualsiasi ruolo del centrocampo con qualità, rapidità e visione di gioco. A ventisette anni, De Paul si trova probabilmente nel pieno della propria maturità calcistica, e i quarantacinque milioni spesi dalla squadra campione di Spagna sono certo che si riveleranno un ottimo investimento.

Nell'Udinese il calciatore argentino ha disputato cinque stagioni, realizzando 34 reti in 181 presenze nelle varie competizioni disputate dalla società friulana, della quale era diventato anche il capitano. Per lui da qualche settimana erano circolate le solite voci di un possibile trasferimento all'Inter o al Milan, ma per convincere i Pozzo occorre mettere da parte le formule di pagamento creative e presentarsi solo con tanti quattrini, portati possibilmente tutti insieme "in bocca".

Purtroppo il nostro campionato perde pertanto un altro dei suoi pezzi migliori, soprattutto in ottica futura. De Paul è un giocatore migliorato costantemente nel suo periodo trascorso all'Udinese ed oltre ad un costante affinamento della tecnica, nelle ultime stagioni ha elevato di molto anche la capacità di concludere in porta. Un centrocampista completo, che per chi vorrà provare a prenderlo tra qualche anno costerà almeno il doppio. Scommettiamo?

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Photo by geralt (Pixabay), CC0

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