Che io ricordi, non si era mai giunti prima di questa stagione ad un livello di incertezza tale, in occasione dell'ultima giornata di campionato. E non mi riferisco solo agli ultimi verdetti del campo, che tra zona Champions League e retrocessione, stabiliranno quali squadre potranno ricordare positivamente la stagione e quali meno, ma anche e soprattutto ai piani futuri delle squadre, nebulosi e avvolti da un insolito mistero che coinvolge pressoché tutte le protagoniste della Serie A.

L'unica certezza stabilita fino a questo momento, e cioè che l'Inter vestirà il tricolore sulle proprie maglie nel prossimo campionato, fa da contraltare al grande dubbio legato alla società appartenente al gruppo Suning: riuscirà la proprietà cinese ad assicurare un futuro di livello alla squadra o, complici anche i diktat provenienti da Pechino, sarà costretta a vendere, se non addirittura a smobilitare?

I silenzi di Antonio Conte, ossimoricamente rumorosi come non mai, lasciano intendere a chi lo conosce bene come il tecnico salentino non si senta per nulla intenzionato a proseguire l'avventura meneghina in un tale clima di incertezze: l'ex allenatore di Juventus e Chelsea non è tipo da accettare progetti che non prevedano adeguate garanzie economiche e tecniche, e l'imminente incontro con il presidente Steven Zhang ne sancirà, secondo il mio punto di vista, l'ufficiale addio ai nerazzurri a fine stagione.

Beppe Marotta, per il quale si è vociferato nelle scorse settimane un possibile ritorno alla Juventus, dovrebbe invece proseguire il sodalizio con la Beneamata e, nel caso in cui lo scenario dell'abbandono di Conte si concretizzasse, cercherebbe di realizzare l'ennesimo sgarbo alla sua ex società, portando in nerazzurro niente meno che Massimiliano Allegri, per ripercorrere in un certo modo la strada tracciata a Torino nell'estate di sette stagioni fa.

E' credibile tuttavia che l'allenatore dei cinque scudetti bianconeri, anche in virtù della sua amicizia con Andrea Agnelli, tradisca la causa bianconera per accasarsi ai rivali di sempre? Secondo me, no, e nemmeno secondo quanto affermato dall'autorevole quotidiano sportivo spagnolo "AS", che non fa menzione dell'Inter in riferimento al futuro di Allegri, ma vede lo stesso ad un passo dall'accordo biennale con Florentino Perez, desideroso di concedergli la chance di allenare il Real Madrid.

Si libererebbe così finalmente un vecchio pallino proprio di Agnelli, quel Zinedine Zidane del quale il presidente della Vecchia Signora si è innamorato calcisticamente prima quando era poco più che un ragazzino, vedendolo calcare i prati degli stadi italiani, poi da allenatore in grado di conquistare più volte la Champions Legue. Non credo che Zizou farebbe un dramma di un'eventuale mancata qualificazione bianconera tra le prime quattro e lo vedrei ben disposto a prendere in mano un progetto di rifondazione.

Tutto definito quindi? Non proprio, perché nelle ultime ore un altro nome si sta clamorosamente accostando al mondo bianconero ed è quello di Rino Gattuso. Non è un mistero che l'ex centrocampista del Milan e della Nazionale abbandonerà Napoli al termine della stagione, nonostante la ormai più che probabile qualificazione alla Champions League: insanabile la frattura creata con un presidente "focoso" come Aurelio De Laurentiis per poter continuare insieme, così come giudicate troppo fuori dalle righe le parole di Commisso, presidente della Fiorentina, squadra alla quale Gattuso era stato accostato.

Il presunto matrimonio con i viola, apparso pressoché certo fino a pochi giorni fa, è stato messo in discussione proprio dallo stesso allenatore di origini calabresi, che vuole evitare il ripetersi a Firenze delle stesse situazioni vissute a Napoli. Tra Gattuso e Pirlo tuttavia, al netto di qualche anno di esperienza in favore del primo, non vedo molte differenze e dubito che la Juve prenderebbe un altro azzardo simile: per Rino vedrei più probabile un approdo alla Lazio, che tra mille tira e molla non ha ancora rinnovato il contratto a Simone Inzaghi. Si dice che Lotito non sia troppo soddisfatto della stagione della squadra e stia cercando un profilo più adatto per disputare l'anno prossimo un campionato migliore.

E se l'Atalanta dovrebbe continuare con Gasperini, e la Roma ha già scelto Mourinho, dubbi stanno sorgendo nelle ultime ore anche al Milan. Fino a qualche tempo fa Stefano Pioli, autore di una buona stagione comunque vadano a finire le cose, sembrava assolutamente certo della conferma, ma la proprietà rossonera sta cominciando a pensare di scegliere un allenatore di alto profilo per guidare la squadra in Champions League o per disputare un campionato di vertice.

Uno scenario che prevederebbe il ritorno prorpio di Rino Gattuso, vecchio cuore rossonero, alla guida della squadra che lo ha reso famoso da calciatore non sembra più fantascienza, ma attenzione anche alla clamorosa ipotesi Sarri, tecnico di nuovo libero a partire dalla prossima stagione. Insomma, se per mesi abbiamo dormito cullati da sonni profondi, l'estate si preannuncia piuttosto calda e non soltanto in senso meteorologico.

_{Photo by brennmick, CC0 Pixabay}

Il Giro d'Italia vive oggi il primo dei due giorni di riposo previsti dall'organizzazione e, in assenza delle cronache provenienti dalla corsa, possiamo cogliere questa occasione per redigere le pagelle di questa prima settimana abbondante, andando a scoprire in undici voti, dallo zero al dieci, quali corridori meritano un'ipotetica promozione e quali altri invece dovranno cercare riscatto nei prossimi appuntamenti.

Voto 0: Caleb Ewan

Purtroppo continua il brutto vizio dei velocisti che arrivano al Giro e si ritirano alla vigilia delle prime vere salite, magari dopo aver conquistato una o più tappe, come nel caso di Ewan. Non sarebbe ora di cambiare il regolamento e cancellare le vittorie di chi non conclude una corsa a tappe?

Voto 1: Pavel Sivakov

Continuamente a terra nelle prime giornate, tanto che l'ultima caduta gli risulta fatale e lo costringe al ritiro. Difficile che si tratti solo di sfortuna, più probabile una mancanza di concentrazione molto grave a questi livelli.

Voto 2: Joe Dombrowski

L'americano era partito alla grande e le sue doti di scalatore, viste nella vittoria di Sestola, avrebbero potuto infiammare le tappe di montagna. Purtroppo la disattenzione che lo ha portato a centrare un addetto alla sicurezza lo ha tolto dalla corsa, ma è soprattutto costata cara anche a Mikael Landa, anche lui costretto al ritiro.

Voto 3: Ineos Grenadier

Com'è possibile che la squadra della maglia rosa prenda un voto così brutto? Il modo in cui è stato spremuto Filippo Ganna nella quarta tappa risulta incomprensibile, quasi come se lil simbolo del primato indossato da un uomo diverso da Egan Bernal potesse diventare problematico per il gruppo.

Voto 4: Vincenzo Nibali

Siamo solo all'inizio e lo squalo di Messina ha tutte le possibilità di riprendersi, ma fino ad ora non lo si è visto praticamente mai, se non staccato già dalle prime mezze salite. L'infortunio al polso non gli facilita la vita, ma da lui ci si poteva aspettare qualcosa di più.

Voto 5: Simon Yates

Sempre nascosto, sulle ruote dei migliori, che molto spesso non è stato in grado di tenere quando la strada si è impennata. Anche per lui si spera in un miglioramento di condizione nelle prossime settimane, perché fin qui ha deluso parecchio.

Voto 6: Attila Valter, Alessandro De Marchi e Peter Sagan

Bravi i primi due a prendere la maglia rosa, meno a difenderla, mentre per il tre volte campione del mondo, nonostante la vittoria nell'ultima tappa, la sufficienza risicata è dovuta alla sua assenza in alcuni finali a lui particolarmente adatti.

Voto 7: Remco Evenepoel e Alexander Vlasov

Due combattenti giovanissimi e senza paura, che tuttavia avrebbero potuto osare qualcosa di più nelle salite conformi alle loro caratteristiche. Grande curiosità per le prossime settimane, ma se devo sbilanciarmi su quanto visto fin ora, difficilmente saranno da primato.

Voto 8: Giulio Ciccone

Il miglior in salita dopo Egan Bernal, se terrà questa condizione per tutte e tre le settimane e soprattutto se potrà beneficiare dell'eventuale aiuto di Vincenzo Nibali, coltivare ambizioni da podio non sarà più un'utopia.

Voto 9: Filippo Ganna

Una macchina da guerra quando gli si chiede di mulinare le gambe sul 60x11, sia a cronometro, dove non a caso è campione del mondo, sia quando c'è da trainare un gruppo su medie pazzesche. Avrebbe potuto tenere la maglia rosa almeno una giornata in più, se non fosse stato per la tattica assurda della sua squadra, ma chissà che in un futuro non ce lo ritroveremo a combattere per la classifica generale come il nuovo Indurain.

Voto 10: Egan Bernal

Al momento è lui il più forte e lo ha dimostrato sullo sterrato di Campo Felice, anche se rimane misterioso quello sprint nel traguardo volante della tappa di ieri: teme così tanto Evenepoel e gli altri da cercare di rosicchiare anche solo un secondo?

Classifica Generale

1. Egan Bernal (Col) in 38:30:45
2. Remco Evenepoel (Bel) a 00:14
3. Alexandr Vlasov (Rus) a 00:22
4. Giulio Ciccone (Ita) a 00:37
5. Attila Valter (Hun) a 00:44
6. Hugh John Carty (Gbr) a 00:45
7. Damiano Caruso (Ita) a 00:46
8. Daniel Martin (Irl) a 00:52
9. Simon Yates (Gbr) a 00:56
10. Davide Formolo (Ita) a 01:02

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Photo by geralt (Pixabay), CC0

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