La coscienza di Zeno - Italo Svevo (parte quinta)

in OCD4 years ago

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Prefazione del dottor S.

La coscienza di Zeno inizia con una prefazione fittizia firmata dal dottor S., lo psicoanalista che ha avuto in cura il protagonista del romanzo. Il dottor S. dichiara di pubblicare il memoriale del suo paziente per vendetta, dato che Zeno ha rifiutato di proseguire una cura che, secondo il medico, stava invece dando buoni frutti. Il dottor S., oltre ad essere il narratore del libro, cioè il primo destinatario delle confessioni di Zeno, comparerà anche come personaggio del romanzo, ed è la prima volta che uno psicoanalista fa il suo ingresso nella narrativa italiana. Pur non avendo fiducia nel potere terapeutico della psicoanalisi, Svevo la ritiene molto efficace in campo letterario per le possibilità che apre nella comprensione dei meccanismi che regolano il comportamento degli individui. Come appare evidente fin dal titolo, il protagonista infatti non è tanto Zeno. ma la sua"coscienza". L'atteggiamento di Svevo nei confronti del pensiero di Sigmund Freud è complesso. La psicoanalisi gli appare dunque come uno strumento narrativo fondamentale per comprendere i processi nascosti che determinano il
comportamento dell'individuo. Ma è scettico riguardo al potere curativo della terapia. Dunque Svevo fa della psicoanalisi un uso duplice: da una parte si serve delle categorie freudiane per creare psicologie dei suoi personaggi attendibili, ma
dall'altra nega che sia possibile guarire davvero dalla nevrosi, e anzi ridicolizza il dottor S. e le sue analisi.
Nel presentare le pagine scritte da Zeno, il dottor S. ricorre a tre sostantivi: «novella», «autobiografia», «memorie».

  • Il termine novella fa riferimento ad un genere letterario di finzione: ciò che si racconta in una novella può essere anche verosimile, ma non è mai vero. La novella è il racconto di qualcosa di sorprendente, di singolare, ma ciò che accade a Zeno non ha niente di eccezionale, di strano o di curioso: è invece il ritratto di un moderno borghese.

In realtà il dottor S. usa questa parola perché vuole sottolineare un altro aspetto del discorso del suo paziente: la falsità. Leggendo l'ultima riga della Prefazione, il dottore parla delle tante verità e bugie che Zeno ha accumulato in queste pagine. E dato che è impossibile sapere cosa sia vero e cosa no, ne consegue che il lettore non potrà mai fidarsi completamente di lui e avrà
sempre il sospetto che gli si stia mentendo. Questa possibile inattendibilità del narratore è uno degli elementi di maggiore novità del libro.

  • Una autobiografia è un racconto retrospettivo in prosa che una persona fa della propria vita ponendo l'accento sullo sviluppo della propria personalità. Ogni autobiografia presuppone la sincerità di chi scrive. Da notare perciò il netto contrasto tra autobiografia e novella e quindi tra bugie e verità.

  • Memorie, invece, è un termine neutro, che non rinvia a nessun genere letterario in particolare. Si limita solamente a sottolineare la centralità dei ricordi. Il tempo della narrazione coincide con il tempo storico di Svevo solo nell'ultimo capitolo, mentre nel resto del libro il divario tra ciò che si racconta e il presente della scrittura è di vari anni. La scrittura è ricordo, ma il ricordo per Svevo è una ricostruzione a partire dal presente.

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testo di @elikast, appunti delle mie lezioni frontali

foto, libere da copyright, prese dal web https://it.m.wikipedia.org/wiki/Italo_Svevo.

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