“Le radici ca tieni”, nuove idee, riflessioni e la mia domanda per Justin Sun: Dimmi ora tu, da dov’è che vieni.steemCreated with Sketch.

in Olio di Balena5 years ago (edited)

Questo post è stato pubblicato anche in spagnolo.
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Tempo fa avevo iniziato un piccolo progetto di traduzione in spagnolo di canzoni italiane che mi piacciono particolarmente e che sono sconosciute fuori dall'Italia e viceversa.

Come alcuni di voi già sanno, sono un’italiana che vive in Spagna, a Lanzarote, dal 2002, e spesso ascolto musica nella mia lingua con amici spagnoli, o musica in spagnolo con amici italiani, che mi chiedono spesso la traduzione e, anche se ci sono sempre i traduttori automatici, sappiamo bene che non è lo stesso.
Così avrò una traduzione a portata di mano da passargli con un piccolo contenuto extra.
Inoltre, tradurre è un ottimo esercizio per migliorare la scrittura.

Ho pensato di creare il tag #italyandspain, inizialmente solo per ordinare i miei post, ma poi ho pensato che sarebbe potuto servire anche ad altri che desiderino partecipare nel progetto.
Non è necessario conoscere entrambe le lingue e tradurre il testo, si può sempre scrivere un post su un brano in un'altra lingua e chiedere alla community di migliorare o rivedere la traduzione automatica o semplicemente raccontarci le tue impressioni.
Inoltre, non deve essere un post su un brano musicale, ma solo qualcosa riguardante queste due culture, che ci unisca nella nostra diversità (unione di cui abbiamo particolarmente bisogno in questo delicato momento), libertà totale.

Perché il tag in inglese allora?
Forse, avrebbe più senso in italiano o in spagnolo, in più considerando ciò che sto per raccontarvi in seguito, ma mi sembrava la soluzione più semplice e imparziale, e aperta anche ad altre lingue.
Se qualcuno volesse contribuire con un'idea migliore, c'è sempre tempo per cambiarlo.

Dato che siamo qui su Steem (*), non mi limiterò semplicemente a tradurre il testo della canzone di turno, ma anche a condividere i miei pensieri sull'argomento o sul gruppo in questione, sulla sua storia e curiosità, e su tutte le insolite connessioni che potrebbero venirmi in mente alle quali sono abituati coloro che mi leggono da un po 'di tempo e incoraggio chiunque voglia partecipare a fare lo stesso, in modo che questo sia uno scambio di culture ancora più fruttuoso.

(*) Come protesta non userò la parola Steemit, questa è l’ultima volta, fino a che l’ #HostileTakeOver, di Steemit Inc e il suo proprietario Justin Sun non si risolva.
Anche se è già da un po' di tempo che comunque stavo usando Steempeak.com e l’app eSteem.
#SteemitIsNotSteem


Il brano con cui inizio questa serie non è uno di quelli nella mia top10, ma il suo testo mi sembrava molto adatto come presentazione della mia terra natale e si adatta anche al particolare momento storico in cui vive la nostra comunità.

Il testo non è in italiano ma nel dialetto di Copertino, un paese del Salento, in provincia di Lecce, in Puglia, al confine con la mia regione d’origine, la Lucania, quindi è un dialetto facile per me da capire.

Questa scelta è una forma di protesta e rivendicazione di una cultura e di una lingua spesso diffamata e repressa, associata con il proletariato incolto, in particolare da alcuni gruppi indipendentisti dell'Italia settentrionale.
Nella mia scuola elementare, nel mio paesino in provincia di Matera, nel sud, ricordo che il suo uso era fortemente represso, mentre qui in Spagna, galiziano, catalano e basco sono lingue ufficiali nelle rispettive regioni e sono studiate nelle scuole insieme al castigliano.

Egnu dellu salentu e quannu mpunnu parlu dialettu
e nu mbede filu no ca l'italianu nu lu sacciu
ca se me mintu cu riflettu parlu lu jamaicanu strittu
perché l'importante e cu sai nu pocu de tuttu
anche se de tuttu a fiate me ne futtu
ma se na cosa me interessa su capace puru me fissu
se ete quiddhru ca oiu fazzu me mintu ddhrai e fazzu cè pozzu
perche addrhu bessere ieu ca decidu te mie stessu
ca la vera cultura è cu sai vivere
cu biessi testu ma sempre sensibile
puru ca la vita ete dura è meiu sai amare
puru quannu te pare ca ete impossibile.

Vengo dal Salento e quando canto parlo dialetto
e non è perché l’italiano non lo so.

Perché se voglio parlo il giamaicano stretto,
l’importante è sapere un po’ di tutto,
anche se di tutto a volte me ne fotto,
ma se una cosa mi interessa sono capace anche di fissarmi.
Se è quello che voglio fare mi ci metto e faccio quello che posso,
perché devo essere io a decidere per me stesso.
Perché la vera cultura è saper vivere,
essere duro ma sempre sensibile,
pure se la vita è dura è meglio saper amare,
anche quando ti sembra che sia impossibile.

Qualche giorno fa ho letto questo post Lenguas originarias, conciencia de cultura global, che parlava dell'importanza delle lingue madri per ricostuire e per preservare la memoria della nostra storia come umanità, che ho trovato molto interessante e ha contribuito a ispirare questo post.

È curioso come qualcosa che possa essere considerato un patrimonio culturale per alcuni possa essere definito incolto da altri.

La cultura come memoria collettiva.
La storia di ogni piccola comunità è la nostra storia come umani.

Figli del Salento, l'antica Messapia e figli della globalizzazione già da secoli, grazie alla Magna Grecia e ai bizantini.

Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ete ca sta ieni
dai chiu valore alla cultura ca tieni!
Simu salentini dellu munnu cittadini,
radicati alli messapi cu li greci e bizantini,
uniti intra stu stile osce cu li giamaicani,
dimme tie de du ete ca sta bieni!
Simu salentini dellu munnu cittadini,
radicati alli messapi cu li greci e bizantini,
uniti intra stu stile osce cu li giamaicani,
dimme mo de du ete ca sta bieni!

Se non dimentichi mai le tue radici
Rispetti pure quelle dei paesi lontani.
Se non dimentichi mai da dove vieni
Dai più valore alla tua cultura.
Siamo salentini, cittadini del mondo
Radicati ai messapi con i greci e bizantini.
Uniti in questo stile con i giamaicani.

Dimmi ora tu da dov’è che vieni.

Non dobbiamo stupirci che, pur essendo un gruppo dell'Italia meridionale, il loro genere musicale abbia origine nella lontana Giamaica, con la quale condividono un passato di repressione e ghettizzazione.

Anche il termine Sound System ha origine in Giamaica e si riferisce a gruppi di DJ che uniscono i loro strumenti, di solito in furgoni per strada, così come vari musicisti e cantanti mettevano insieme i loro strumenti e le loro voci per le strade per curare i tarantati, morsi dalla tarantola e che manifestavano un malessere psichico che poteva essere curato solo con la tarantella, la terapia coreutica musicale che ha le sue origini nei rituali pagani dionisiaci e nel il mito di Aracne.

Rituali e ritmi che sono parti di queste radici che non si dimenticano, incorporando una tarantella nell'opening di questa canzone, e in tutto il lavoro di questo gruppo, in una miscela definita dall'etnomusicologo George Lapassade, Tarantamuffin.

La tarantella e il fenomeno del tarantismo fanno parte anche del folklore lucano, quindi rappresentano anche le mie di radici.
Vi parlerò in altri post di questa musica e danza e del suo simbolismo che mi affascina.

maruskina_brigante.jpg

@maruskina la piccola brigantessa

foto realizzata da uno studio di un fotografo locale, di proprietà dell'autrice

Ho scelto questa versione live del 2005 a Rockpolitik, un programma televisivo trasmesso in un particolare momento storico italiano, per le sue somiglianze con ciò che sta accadendo ora sulla nostra blockchain di Steem.

In quegl’anni non c'erano ancora tutti i canali televisivi disponibili ora e in Italia avevamo solo i canali Rai statali e quelli Mediaset di Berlusconi.
Quando quest'ultimo divenne presidente del Consiglio dei Ministri, e finì per controllare non solo i suoi canali ma tutti, e il 18 aprile 2002, con l'editto bulgaro, chiamato anche editto di Sofia o diktat bulgaro, decise di sostituire i veterani giornalisti, che avevano fatto la storia della televisione italiana, con alcuni con una visione più simile alla sua, accusandoli di essere dei criminali.

L'uso che Biagi... Come si chiama quell'altro? Santoro... Ma l'altro? Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga.
Silvio Berlusconi
Editto bulgaro, Wikipedia
Berlusconi, Editto bulgaro, Youtube

Non so se c’è da ridere o piangere.

Un atto abbastanza antidemocratico che mostrò l'Italia davanti al mondo intero come un paese con una parziale libertà d’espressione.

L'atteggiamento dittatoriale e il linguaggio inappropriato per un presidente, mi ricordano un altro che, sfortunatamente, è molto conosciuto ultimamente dalla maggior parte degli Steemians.

Me la difendu, la tegnu stritta cullu core
la cultura mia rappresenta quiddru ca é statu e ca ha benire
Intra stu munnu, a du nu tene chiui valore
Ci parla diversu o de diversu ete culure!
Te ne leanu tuttu puru la voglia de amare,
cussi ca tanta gente a pacciu modu stae a regire!
Te ne leanu tuttu puru le ricchie pe sentire,
ci chiange e chiede aiutu pe li torti ca stae a subire
Te ne leanu puru la terra de sutta li piedi,
se cattanu tuttu quiddru a cui tie nci tieni
Me dispiace pe tuttu quiddru ca ne sta gliati
Ma stamu ancora quai, de quai nu ne limu mai sciuti!

Me la difendo, la tengo stretta con il cuore,
la mia cultura rappresenta quello che è stato e che verrà.
In questo mondo, dove non ha più valore chi parla diverso o è di diverso colore.
Ti tolgono tutto, pure la voglia di amare,
così che tanta gente sta reagendo in maniera folle.
Ti tolgono tutto anche le orecchie per sentire,
chi piange e chiede aiuto per i torti che sta subendo.
Ti levano pure la terra che hai sotto i piedi,
comprano tutto ciò a cui tieni.
Mi dispiace per tutto quello che ci state togliendo,
ma siamo ancora qui, da qui non siamo mai andati via.

Rockpolitick, era un programma con contenuti espressamente politici, in cui Adriano Celentano, un cantante e attore italiano ben noto e rispettato dall'opinione pubblica, voleva rivendicare la libertà di espressione persa e riuscì a decidere sui contenuti, ma l’allora direttore di Rai1, Fabrizio Del Noce, sospese il suo incarico per tutta la durata della trasmissione.
Come Pilato se ne lavò le mani.
Non si poteva censurare Celentano alla luce del sole in un paese democratico, ma nemmeno far arrabbiare il capo.

Un altro artista ospite del programma è stato l'attore Roberto Benigni, che con il suo intervento di quasi un'ora raggiunse il record di audience nella storia della televisione italiana, non so se sia stato superato.

La forza del popolo unito che lotta per difendere i propri diritti.

Dell'intervento di questo grande attore italiano ho trovato questo frammento, con i sottotitoli spagnoli, dell'Apologia a Socrate, vittima di un'altra manipolazione politica e attacco alla democrazia, la quale ha difeso anche nel suo ultimo discorso prima di essere condannato a morte, il quale è sempre molto attuale e di grande ispirazione.
Benigni parla di Sòcrates (italiano, sottotitoli in spagnolo)

La storia si ripete, ma insegna anche.
È la funzione della nostra memoria culturale.

E riu della terra a du nce sempre lu sule
a du la gente cerca umbra ca la po defrescare.
Stae scrittu sulle petre quiddru ca aggiu capire
su parole antiche percé l'uomu nu po cangiare!
Memoria ete cultura e bede quistu ca ole:
recorda ce ha successu cussì pueti capire
lu boia denta vittima puru dopu menz'ura
ma la vittima denta boia se nu tene cultura!
Su ste radici nui stamu ben radicati
ni fannu amare populi mai canusciuti
ni scosta de ci medita l'odiu e la guerra
ma de sti criminali la mente mia nu se scerra!

E vengo dalla terra dove c’è sempre il sole,
dove la gente cerca l’ombra che la può rinfrescare.
Sta scritto sulle pietre quello che devo capire,
sono parole antiche perché l’uomo non può cambiare.
La memoria è cultura e vuole questo:
Ricorda ciò che è successo in modo che tu possa capire
Il boia diventa vittima anche dopo mezz’ora,
ma la vittima diventa boia se non ha cultura.

Su queste radici noi siamo ben radicati,
ci fanno amare popoli mai conosciuti,
ci allontanano da chi medita l’odio e la guerra,
ma di questi criminali la mia mente non si scorderà mai.

Nel rituale della taranta, la comunità era un elemento fondamentale per la guarigione, circondava la vittima, empatizzava con la sua sofferenza, la proteggeva e l’accompagnava nella danza.

Dicono che se balli da solo non guarisci.

Oggi sono molto orgogliosa di far parte di questa grande comunità di Steemians, combattendo insieme per difendere i nostri diritti dall'usurpatore, una persona che ha dimostrato di non avere un'identità personale da difendere e quindi di essere capace di provare empatia e di rispettare e difendere la diversità presente nel nostro mondo globalizzato di Steem.

La nostra terra, la nostra casa, il nostro sud, il nostro pianeta, la nostra isola, la nostra comunità, il nostro Steem.

Vengo dalla Lucania, ho il sangue dalle brigantesse nelle vene, non ci piacciono gli invasori che vengono solo a depredare, avevo già avvisato nel mio introduceyourself.

E ca sch'uppetta vulimme cantà
E con la scoppetta vogliamo cantare

Michelina_de_Cesare.jpg

La brigantessa Michelina De Cesare

Foto di dominio pubblico, fonte Wikipedia

Se non dimentichi mai le tue radici
Rispetti pure quelle dei paesi lontani.
Dimmi ora tu da dov’è che vieni.

Dimmi ora tu, @justinsunsteemit, da dov'è che vieni.

Potresti non conoscere molto bene la nostra blockchain e la community che c’è dietro, ma ho sentito che conosci la storia.
Allora ricorda, Justin.

Difendila!
Quannu poi difendila!
E' la terra toa, amala e difendila!
Ntorna moi, difendila!
Quannu poi difendila!
E' la terra toa, amala e difendila! De cine?
De ci ole cu specula e corrompe, difendila!
De ci ole sfrutta l'ignoranza, difendila!
De ci ole svende l'arte noscia, difendila!
De ci nu bole crisca ancora, difendila!
Pe ci nu tene chiù speranza, difendila!
Pe ci ha rimastu senza forza, difendila!
Pe ci nu pote ma nci crite, difendila!
Pe ci nu te pote secutare, difendila!

Difendila! Quando puoi difendila!
La terra tua amala e difendila.
E ancora difendila, quando puoi difendila.
È la tua terra, amala e difendila. Da chi?
Da chi vuole speculare o corrompere, difendila!
Da chi vuole sfruttare l’ignoranza, difendila!
Da chi vuole svendere la nostra arte, difendila!
Da chi non vuole che cresca ancora, difendila!
Per chi non ha più speranza difendila!
Per chi è rimasto senza forza, difendila!
Per chi non può, ma ci crede, difendila!
Per chi non ti può seguire, difendila!

Dedico questo ballo ancestrale a tutta la meravigliosa comunità di Steem, con la speranza che la sua misteriosa magia ci guarisca dal veleno della taranta che ci ha appena morso.

Sud Sound System ospite di A. Celentano a Rockpolitic: "Le Radici Ca Tieni"

E a tutte le brigantesse morte a mano del nemico invasore, difendendo la propria terra e che volevo ricordare in questo giorno dedicato alle donne.

Michelina_De_Cesare.jpg

Fotografia del cadavere della brigantessa Michelina De Cesare, spogliato ed esposto in piazza dai nemici come monito alle popolazioni locali

Foto di dominio pubblico, fonte Wikipedia

Referenze:
Sort:  

Un post bello anzi bellissimo, da un lucano ad una lucana di origine ti mando tutti i miei complimenti...i tuoi post sono sempre belli ma soprattutto "profondi" e condivido i tuoi pensieri...
P.S. amo la Puglia e questa canzone si trova quasi sempre nelle compilation mp3 che faccio...
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Grazie mille paisa’ 🤗
Se un lucano apprezza il post mi posso ritenere soddisfatta!
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Gran bel post! Le radici per conoscersi e per essere capaci anche di cambiare.

Grazie mille! 🤗
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According to the Bible, The Story of Gideon: On Making Choices and the Second Coming.

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