Non ti dimenticherò

in #ita7 years ago (edited)

Ci sono fatti che, per la loro natura, passano nella nostra vita quasi senza lasciare traccia, ed altri che, più o meno marcatamente, creano solchi, ferite, abrasioni, distorsioni nel nostro cuore e nel nostro animo, questo racconto è esageramente della seconda tipologia, elevando le emozioni alla massima potenza possibile.
Premetto che cercherò di mantenere la descrizione degli eventi su livelli relativamente tranquilli, ma se avete qualche problema o siete molto sensibili, forse è il caso che evitiate di leggere le righe che seguiranno, a causa dell'argomento trattato.

Ambientazione

Una bella serata, calda e suadente di fine estate, sabato sera, dopo una giornata passata a lavorare nel negozio, volo in casa per farmi una doccia e mangiare un boccone, la mia fidanzata dell'epoca mi aspettava per uscire, ed era un peccato farla attendere, anche perché era molto puntuale di solito.
Verso le 9 sono pronto, sto per imboccare le scale ma mio fratello mi sbarra la strada.
"Ohhh, e te??"
"No niente, ci sono dei problemi per il negozio"
"Ancora, che 2 palle!!!"
"Non è facile chiuderlo nella maniera che avevamo progettato, sono sorte delle complicazioni..."
"Ascoltami, parlo una volta sola perché ho fretta, non ti sopporto così, remissivo, stanco, depresso, avvilito, dov'è il mio fratellone che mi ha sempre sorretto e sostenuto nella vita?? Te la fornisco io la soluzione, adesso vai di sotto, ti guardi qualcosa in TV, verso mezzanotte vai a dormire, domani mattina se ne hai voglia vai alla gara podistica, ed a pranzo vieni su dalla mamma, mangiamo insieme e fino a sera cerchiamo la soluzione migliore per quel cazzo di negozio, a costo di sbattere la testa contro il muro, sono stanco, è un mese che non se può più, hai cambiato più volte decisione di una banderuola nel mezzo di una tempesta, basta, è ora di dare la botta definitiva, quello che sarà stabilito sarà fatto."
"Va bene" aggiunge lui alla fine del mio piccolo monologo, e lo lascio con la mia mano con il pollice alzato.

Serata

La mia ragazza era molto spumeggiante quella sera, strano perché di solito non si lasciava andare, invece era allegra, vivace, anche trasgressiva, per cui dopo essere stati a ballare con i nostri amici, non trovò nulla di meglio da fare che chiedermi di appartarci in macchina, cosa che accolsì con molto piacere, avevo anch'io voglia di intimità.
Dopo aver fatto degnatamente quello che dovevamo fare, c'era ancora il tempo per bere qualcosa, andammo in un pub per sorseggiare una birra, era bello perdersi nei suoi occhi, e lei si perdeva nei miei, eravamo cotti l'uno dell'altro.
Dopo averla riaccompagnata a casa, non senza un'altra dose di tenere effusioni, le diedi l'appuntamento per la giornata seguente, chiudendo lentamente il suo portone di casa. Accesi la mia vettura, c'era il letto che mi stava giustamente reclamando e con tutta la tranquillità e pace del mondo feci il percorso di ritorno verso la mia abitazione.

Nottata

Apro il portone di entrata, salgo le scale con il mio passo felpato, è notte fonda e non voglio rompere le scatole a nessuno, ed entro al piano di sopra, dove abitavo con i miei genitori. Vado nel buio in cucina, mangio qualcosa, non ricordo di preciso, non ho bisogno di accedere luci, in quella casa sono nato, cresciuto e vissuto fino a quel momento, e la conosco palmo per palmo, oltretutto le finestre aperte per il gran caldo lasciano entrare la luce dei lampioni dell'illuminazione pubblica.
Vado in bagno, mi sistemo per la notte, ed in punta di piedi vado a letto, finalmente, sentivo la sana stanchezza della giornata, nulla di eccezionale ma è ora di dormire, finalmente, il giorno seguente c'è una questione finalmente da risolvere, il problema è stato solo accantonato, non avevo parlato a caso qualche ora prima con mio fratello.
Sono lì, nel mio lettino, che provo a prendere sonno, mi giro e rigiro un po' di volte, rileggo mentalmente la giornata, ripasso le cose positive, approfondisco un po' di più quelle negative, e sento che sto per addormentarmi, quando tutto ad un tratto qualcosa rompe la quiete notturna.

Un botto, forte, cupo, inquietante, anzi, forse due botti, quasi simultanei, strani, cazzo quanto sono strani, non ho mai sentito nulla del genere, che provengono dalla strada principale, mi tolgono la serenità, non c'è da stare quieti, devo alzarmi.
"Che cazzo è stato, a quest'ora?? Stanno provando a sfondare la porta dei garages, rompono una finestra, mi tocca star su, se quell'altro ha sentito e c'è davvero qualcuno, è meglio che mi dia una mossa, avrà sicuramente bisogno di una mano", penso, mentre in un lampo sono già in piedi, pronto per percorrere il corridoio ed arrivare sul balcone, dove avrei potuto facilmente dominare la zona sottostante, ma l'improvvisa accensione della luce delle scale blocca i miei movimenti, è mia cognata, che salendo rapidamente le scale, mi ordina "Cercalo!!!"
"Cercalo, chi???"
"Come chi, tuo fratello!!!!!"
Stavamo parlando a voce alta, e si svegliano insonnoliti mia mamma e mio babbo, che chiedono cosa stesse succedendo.
Gli attimi successivi non li ricordo perfettamente, la mia mente rammenta che sento una forte spinta alle spalle, che mi costringe a fare contro voglia la prima delle 2 rampe delle scale che portano in soffitta, c'è mia cognata dietro di me, che mi dice "Vai!!"
Ma che cazzo sta succedendo, ma è tutto vero??? Cosa c'è in soffitta, o meglio, chi c'è?? Assurdo, assurdo, assurdo.....

Faccio la seconda rampa di slancio, e come varco la porta di ingresso nella soffitta, qualcosa mi colpisce come un fortissimo pugno alla bocca dello stomaco, un nauseante e prepotente odore, un misto di polvere da sparo e sangue, mi fa quasi cadere indietro, è troppo forte, tutto chiuso lì, nella scarsa altezza della soffitta.
"Dio ...... si è sparato!!!" urlo, ed inconsciamente inizio a girare la testa a destra e sinistra, nella speranza di trovarlo, o meglio ancora, di vederlo venirmi incontro ferito e bisognoso d'aiuto.
Ripeto mentalmente "Signore, ti prego, fa che si sia solo fatto male, ti prego, prima ho bestemmiato, adesso sono qui, ti prego, ti scongiuro, non puoi farmi questo, non farlo, non prenderlo, lasciamelo qui...." e quando per l'ennesima volta giro la testa a sinistra, la porticina che chiude l'angolino dove mio babbo faceva le cartuccie da caccia si apre leggermente, con un maligno scricchiolio, e da sotto la porta inizia ad allargarsi una pozza scura, sangue, e dietro un'altra cosa, la doppietta in mezzo alla pozza, ed il piede sinistro inconfondibile di mio fratello.

"Dio mi rimani solo tu, aiutami, aiutami perché non ce la posso fare, è troppo!!", ma Dio aveva logicamente altre cose da fare, e con tre balzi arrivo nella piccola stanzina, dove l'aria è praticamente irrespirabile.
Mi trovo mio fratello davanti, seduto, forse leggermente inclinato in avanti, non ricordo perfettamente tutto, so che l'azione devastante dei 2 colpi della doppietta (ecco la natura dei colpi che avevo sentito poco prima) era riuscita a polverizzare oltre la metà della testa di mio fratello, ma il mio cervello ha rimosso quei fotogrammi, con il meccanismo di protezione della mente, per cui so che era rimasto molto poco, lo ricordo perché me lo sono ripetuto fino alla nausea, ma le immagini non ci sono più nella mia mente.

Aveva caricato la doppietta, che era caduta in avanti tra le mie gambe, e con le mani o con le dita dei piedi era riuscito a far esplodere entrambi i colpi, riuscendo a realizzare il suo triste proposito di farla finita, di lasciare quel mondo dove non riusciva più a trovare la corretta dimensione della sua vita.
Io avevo quasi le gambe in spaccata, per evitare di calpestare la pozza di sangue che si stava allargando sempre più, era enorme, e mi ricordo che c'era mia mamma che era trattenuta a stento sulla porta di accesso alla soffitta, che continuava ad urlarmi "Tienilo, tienilo, tienilo su, tienilo su, che si scola!!!!!"

La sua paura più recondita è quella che perdesse tutto il sangue, povera mamma, se vedi cosa mi trovo davanti, non avresti più questa paura, non c'è più niente da dire, siamo tutti inutili, non possiamo fare niente, è morto, è morto, è morto......
Lo sorreggo con la mia mano sinistra per l'avambraccio destro, e lo appoggio delicatamente alla spalliera, ce l'ho di fronte a me, e lo spettacolo è fraziante, per questo motivo so che io non sarò mai soggetto a svenimenti, quello che ho dovuto vedere è fuori da ogni immaginazione, so (non ricordo l'immagine, ma so) che l'unica parte della testa rimasta ero riuscito ad appoggiarla al muro della stanzina, non so dove avessi toccato, se il collo, se i pochi capelli rimasti, o semplicemente avessi assecondato il suo movimento senza vita verso il muro, non so, ci sono frequenti black-out nella mia mente a distanza di tanto tempo.

Ricordo che gli parlavo, che ci dicevo di stare tranquillo, che non lo avrei abbandonato, che nessun avrebbe fatto nulla di male, che lo avrebbero trattato bene, che lo avrebbero rispettato, tutti pensieri assurdi, ma talmente assurdi che quando sono arrivati i sanitari per aver cura della sua salma, uno di loro fece un movimento brusco, qualcosa tipo strattonarmi per togliermi dalla posizione che avevo assunto, non lo avesse mai fatto: ho lasciato la presa di mio fratello, e gli ho portato la sinistra afferrandolo saldamente per il collo, e guardandolo diritto negli occhi, gli dissi:
"Non ne hai colpa, ma non mi rompere il cazzo, io sto qui finché non lo portate giù, e fate le cose per bene, altrimenti vi spacco la faccia"
Nessuno obiettò, e come in trance, guardai tutto quello che stavano facendo, ma non ricordo nulla.
A distanza di qualche giorno rintracciai la persona che avevo afferrato per il collo e gli porsi le mie più sentite scuse per il mio comportamento, e lui mi prese sotto braccio, e mi disse che in quel momento non potevo essere io, che ero da un'altra parte, che quello che sto vivendo era il peggior incubo della mia vita.

Quella maledetta notte io non ho perso solo un fratello, ho perso il mio miglior amico, il mio vero padre, la persona con cui avevo vissuto la maggior parte della mia vita fino ad allora, il mio compagno di tante corse, di tante partite di calcio viste in TV, avevo perso il mondo che avevo avuto fino ad allora, e mi ritrovavo solo, senza la mia guida ed il mio punto di riferimento, disorientato ed incerto in tutto quello che avrei dovuto affrontare di lì a poco.
Quante volte, a distanza di tempo, anche adesso che sono passati tanti, troppi anni, mi sono chiesto se avessi potuto fare qualcosa per evitare la morte di mio fratello, se avessi potuto cambiare il destino e far sì che sarebbe potuto essere ancora tra noi, e la risposta certa, la verità assoluta non l'ho trovata, probabilmente quello che si portava dentro da tempo lo stava lacerando, qualcosa ogni tanto traspariva, ma il suo ultimo, fatidico disperato gesto non lo avevamo calcolato nessuno, ci ha presi in contropiede, e ci ha fottuti inesorabilmente, oltre a fottersi la vita.

Un paio di volte ho avuto la sensazione, svegliandomi di soprassalto, che lui fosse in casa, pura suggestione, ma sono scattato dal letto, cercandolo assurdamente per casa, quasi lo potessi trovare, e l'angoscia del mancato ritrovamento era atroce.

Il dolore è senza fine, non mi rassegnerò mai, non avrò pace mai, mai......mi manchi, non posso accettare quello che hai fatto......

Sort:  

Una storia terribile... Mi dispiace per quello che hai dovuto passare. Stessa cosa per @stea90 dopo aver letto il suo commento. La vita a volte ci colpisce forte ma bisogna sempre reagire, mai arrendersi, come in una maratona... In bocca al lupo ad entrambi 😔

Certo gianluccio, hai perfettamente ragione, è come in una maratona, può arrivare un crampo, una crisi di fame, una storta, qualsiasi evento negativo, ma bisogna sempre trovare il coraggio di andare avanti, perché il gesto di mio fratello, in fondo in fondo, è da condannare, è un gesto estremamente egoistico, purtroppo lui si è visto crollare il mondo addosso, a causa soprattutto di un fatto che non è riuscito a superare (è dura anche dargli torto su quel punto) e di tante situazioni che il suo animo, che in alcuni casi poteva sembrare aggressivo e forte, era invece quello di una persona estremamente sensibile e fragile, bisognoso di cure ed affetto, cura che in particolar modo sia io che mia mamma non gli abbiamo mai fatto mancare, ma purtroppo non è stato sufficiente, la vita non è stata clemente con lui, anche se doveva chiederci aiuto, e non fare quello che purtroppo ha fatto

Ho dovuto fare una pausa prima scrivere per riprendermi un attimo dopo quel che ho letto... Non oso immaginare cosa possa essere stato vivere una tragedia simile, mi spiace che hai dovuto affrontare tutto ciò, è difficile da comprendere un fatto simile. Io non scrissi niente e non lo scrivo ora nel dettaglio ma anche la mia famiglia ha vissuto una situazione simile non più di 10 mesi fa, anche per noi la domanda è stata se potevamo fare qualcosa per evitarlo, ma purtroppo no, non comprendo ancora ora come sia stato possibile ma purtroppo alcune persone sono troppo sensibili e i problemi della vita sono un peso troppo grande per loro e anche se gli stiamo vicino non riescono a superarli. Madonna ora continuo a pensare alla situazione che hai dovuto affrontare, mi sento come una stretta allo stomaco al pensiero del dolore che avete affrontato tu e la tua famiglia... Sei stato coraggioso a raccontarlo, non deve essere stato per nulla semplice scrivere questa storia anche se sono passati deglia anni da quel che ho capito, ma un tale evento non si scorda mai, per questo io ora non riesco a raccontare la mia, spesso prima di dormire quando chiudo gli occhi vedo ancora le immagini di quel giorno...

Rispondo collettivamente per il discorso del coraggio, e penso che più che coraggio, la mia sia un insieme di cose, di voglia di ricordarlo, desiderio di non dimenticarlo perché finché ne parlo, finché sentirò, con la dovute maniere e con le dovute persone, il bisogno di raccontare qualche stralcio della sua storia, anche se solo l'ultima parte della sua vita.
Tu Federico mi capisci in pieno, non è cattiveria, e mi dispiace da matti aver appreso che appartieni a questo tristissimo clan, ma il dolore allucinante che prova una persona che perde un famigliare o un grande amico/a per un suicidio è difficilmente descrivibile, e difficilmente immaginabile da parte di chi non lo ha provato, ti partono tutta una serie di considerazioni che sono della natura più disparata, ed il cervello cerca furiosamente una motivazione, un capro espiatorio, il bandolo della matassa, non lo trovi, e questo fatto rischia di farti impazzire.
Ho rivisto anch'io tante volte, soprattutto nei sogni, parti della vita passata insieme, con momenti totalmente diversi ed in alcuni casi modificazioni oniriche di fatti realmente accaduti, mi dispiace molto che la mia mente abbia fatto, come ho detto, un'opera di pulizia delle immagini più cruenti che mi sono visto costretto a vedere, non vorrei dimenticare nulla di quell'ora irreale e assurda, per tanti motivi, ma è stato un processo meccanico, indipendente dalla mia volontà.
Ognuno cerca di metabolizzare il dolore in maniera diversa, io, nelle sedi opportune e con le giuste persone, non ho mai avuto problemi a ripercorre la marea di emozioni e dolore che mi è arrivata addosso, serve ad andare avanti, chiudersi in se stessi può fare ancora più male, e scrivere qui su Steemit è stata la conferma che ci sono persone giuste e sensibili, i vostri commenti ne sono la prova, grazie ancora, a Te Federico ed a Tutti quanti lasceranno un commento.

Ci sono storie che ti lasciano basita e per un po' di tempo devi riflettere e rileggere quello che hai letto, questo è sicuramente uno di quelli.
Toccante, doloroso a volte faticoso per il tema affrontato. Ma anche queste storie vanno raccontate, quelle che fanno male che ci scuotono dal nostro torpore.
Ho sempre qualcosa da dire ma qui forse è meglio rimanere in silenzio, un silenzio che urla e che parla da solo.

Grazie delle belle parole che hai speso nei confronti della storia che ho raccontato, non bisogna nascondersi, nemmeno mostrarsi in piazza e sbandierare ai 4 venti i propri fatti, ma ho ritenuto che Steemit, con la parziale copertura dell'anonimato ed una storia un po' sfumata nei particolari, fosse un buon palcoscenico dove narrare questi accadimenti, e non sbagliavo, perché mi fa bene confrontarmi con voi, può sembrare assurdo quello che sto per dire, ma a parte i più stretti famigliari, sento molta più comprensione in rete che nella vita reale, ed è un altro fatto molto triste

Ti capisco, è più facile parlarne con degli sconosciuti che con persone che conosci da sempre. Per quanto mi riguarda mi sono sentita spesso giudicata da amici parenti e vicini come se il sapere i fatti e il conoscermi gli permettessero una possibilità di giudizio. Questa cosa mi ha sempre dato sui nervi, non possiamo mai sapere cosa sente l’altra persona anche se conosciamo i fatti. Ci sono sempre mille sfaccettature in ogni cosa.
Immagino come un evento così drammatico sia stato passato sotto l’analii di tutti, con le loro verità assolute, creado quasi un secondo trauma.
Si qui in questa piccola comunità inizio a sentirmi anch’io più libera e capita, quindi si è abbastanza triste che fuori non si ha la stessa comprensione.

Hai centrato il problema, dover parlare con certi pezzi di merda o sciacalli, passami il termine ma proprio tali sono, è stata una cosa disgustosa, venivano a trovarmi in negozio e ce l'avevano scritto in fronte, "allora, come va?!?!", "che cazzo te ne frega??" avresti voluto rispondergli perché se lo meritavano, persone di bassissimo profilo, invidiose, maldicenti, pettegole, aride di cuore, il rifiuto della società, e quante volte ho ingoiato la lingua, alcune volte, quando hanno passato di brutto il segno, le ho letteralmente asfaltate, erano i miei sentimenti, il mio cuore, i miei affetti che erano stati devastati, ed a tutto c'era un limite.

Come ti capisco. Ho vissuto la separazione quando avevo 13 anni ( ormai sono passati sedici anni) in un paesino piccolo popolato da persone bigotte e ignoranti e ho sofferto molto per colpa loro.
Dobbiamo ignorarli perche non meritano neanche mezzo pensiero!!!

Io sono senza parole, davvero. Non riesco a dire nulla ma voglio sottolineare che hai mostrato grande coraggio a raccontare il tuo dolore... magari puoi far riflettere qualcuno che ha bisogno e poi, anche se virtualmente, hai un abbraccio da parte mia.

Grazie dell'abbraccio, che ricambio più che volentieri, come ho detto poco sopra a Federico (@stea90), può essere visto come coraggio, ma è più voglia di ricordarlo, di voler riaffiorare certi ricordi, che seppur estremamente dolorosi, possono essere di aiuto nelle situazioni più disparate, e poi sono davvero tanti anni che è successo, e parlarne per me è diventato relativamente facile, in quanto decido e gestisco ormai alla perfezione quello che voglio comunicare e come lo voglio comunicare, in base a chi mi trovo eventualmente davanti.
Poco dopo la sua morte, mi sono ritrovato 2 sciacalli in negozio, 2 stoccatori di merce, che avevano fiutato l'affare, e mi hanno mostrato falsa comprensione, ma avevo capito da subito cosa volessero e dove volevano arrivare, a pulirmi di una buona fetta di merce pagandola quattro soldi, li ho fatti tornare 3/4 volte, adducendo e rimandando l'affare con le scuse più assurde ed improbabili, e quando si sono stancati dei miei tentennamenti, la loro "comprensione" del mio dolore è andata a farsi benedire ed hanno avuto una reazione fortissima, al punto che sono andato nel retro bottega, ho tirato fuori una mazza da baseball, e gli ho detto che se tornavano ancora, con quella arroganza e prepotenza, la propria volta c'era la Beretta di mio babbo in negozio ed aspettarli, non era neanche un mese che mio fratello era morto, ed in quel periodo lì, con quelle persone di merda davanti, era una gioia per me trovare qualcuno con cui potermi sfogare, sbagliando perché erano solo dei balordi ed approfittatori, non avevano colpe nella sua morte, erano solo avidi e bastardi dentro.

Non riesco neppure ad immaginare lo strazio, il dolore, i sensi di colpa, le domande lasciate senza risposta, la rabbia. E' tutto troppo.

Hai perfettamente ragione, @heidi71, perché quello che realmente è accaduto, soprattutto nel mio animo e della nostra madre, non è facile da raccontare perché si sconvolge talmente in profondità che non riesci a trovare le giuste parole per parlare, non che sia impossibile da raccontare, ma non riusci a rendere fedelmente l'idea, l'iceberg è il classico esempio di quello che affermo, io ho raccontato la parte galleggiante in tutti questi anni, a tante persone che ritenevo meritevoli, ma il problema è quello che c'è sotto, quello che non vediamo e che non riusciamo a gestire ed a calcolare

@mad-runner, posso dire che tu sei una persona forte. Non ti conosco, però solo il fatto di riuscire a parlare e far risorgere il dolore che si cerca di nasconde il più possibile, ricordare quello che tutti cercherebbero di dimenticare ti rende una persona fortissima. Hai tutta la mia stima.
-Gabriel

Grazie della tua stima e considerazione, ma penso che quello che ha vinto maggiormente in tutti questi anni in cui purtroppo mio fratello mi ha privato della gioia della sua compagnia è il mio desiderio di non dimenticarlo, e la speranza che il suo sacrificio ed il parlarne spero possa essere di aiuto a qualcuno se sta attraversando un momento di seria difficoltà, ad eccezione di situazioni personali veramente disperate, c'è sempre qualcuno che può darci una mano nel caso noi dovessimo avere bisogno, non bisogna isolarsi con il proprio dolore perché le conseguenze possono essere devastanti

Sono d'accordo con te, il modo migliore per affrontare i problemi grandi o piccoli che siano è parlare. Cosa assolutamente non facile, infatti, molti fanno la scelta sbagliata di tenersi tutto dentro.

Grande gabriel95, condivido in pieno

Don't worry friend..... we are always with you....

Thank you very much, @dreamboy

Ti capisco e mi dispiace tantissimo per quello che hai dovuto sopportare.
Ho vissuto qualcosa di molto simile e per fortuna mia e della mia famiglia il finale è stato diverso.
Se hai bisogno di parlare, contattami senza alcun tipo di problema su discord ;-)

E' un periodo molto particolare, che sto vivendo molto a fior di pelle, sto iniziando a fare nuove cose (Steemit), fra poco altre (un secondo lavoro, che spero sia il complemento e di ausilio al primo), e la ripresa di antiche passione (il ritorno diretto in prima persona a correre), e sinceramente sto cercando di capire perché, quando ho capito che avevi votato manualmente questo post, e come lo hai votato, ho avuto un capogiro, forse la pressione bassa, o forse perché non me l'aspettavo, mi ha fatto veramente piacere, aldilà del voto ricevuto, la tua stima ed approvazione: insieme ad altre persone, non so il motivo, ti ho percepito quasi subito come una persona a modo, corretta e pulita, e non fai altro che confermare costantemente il mio giudizio, come con la tua offerta di parlare di questo fatto su discord.
Grazie ancora di tutto, l'assenza ormai cronica di mio fratello è un fatto più che consolidato, sono veramente tanti anni che ci ha lasciato ed ho assorbito quasi completamente il contraccolpo che un gesto così radicale ha portato principalmente nella mia vita ed in quella di mia mamma, non accantono la tua proposta, la tengo lì, all'occorrenza, e ti ringrazio nuovamente

Quando vuoi, sono a disposizione per una chiacchierata. Credimi, ci sono passato e ho sfiorato il tuo stesso finale, per questo ti capisco e ti voglio sostenere ;-)

Ti ringrazio di cuore, ed allora ci sentiamo i primi della prossima settimana, sarà un vero piacere conoscerti per me

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