Ma il videogioco è soltanto un videogioco?

in #ita7 years ago (edited)

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"Il videogioco vince sempre sull'invidia e sull'odio" semi-cit.

Ciao gente, il nostro non vuole essere un intervento asettico e propagandistico (ne abbiamo già le tasche piene di questi, soprattutto, in questo periodo) sull'utilità e sul ruolo che il videogioco può avere sotto il profilo socio-culturale ma, più semplicemente, un piccolo omaggio ad una categoria che, secondo noi, gode, rispetto alle altre, di una minore dignità.

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Quando si parla di videogiochi, nella maggior parte dei casi, la percezione è quella di un qualcosa che riguardi i bambini, gli adolescenti, di qualcosa che, arrivati ad un certo punto della vita, sarebbe meglio abbandonare perché portatrice di distrazioni e non in grado di arricchire al pari di un buon libro, di un bel film, di un'appassionante serie tv.
Dietro questi c'è sicuramente il fascino di una maggiore tradizione, il fatto di essere riconosciuti come la settima Arte, di godere di una maggiore diffusione anche da un punto di vista mediatico. È grazie al genio dei vari scrittori, sceneggiatori, registi che ci immergiamo in Mondi nuovi, vicini e lontani, in ambientazioni suggestive, viviamo trame complesse e ci leghiamo ai personaggi che cercano di svelarle.
Il videogioco, se vogliamo, racchiude un po’ tutte queste cose. Anzi, a dirla tutta, il videogioco fa proprie le singole caratteristiche delle altre forme di intrattenimento e le raggruppa in sé, per proiettarci in qualcosa che non solo cattura i nostri sensi, ma anche, e soprattutto, rapisce la nostra mente.

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Il videogioco è fotografia, regia, narrazione, musica. Ma c’è di più! A differenza di un libro, di una serie tv, di un film, il videogioco ha una dimensione che è quella della viva partecipazione del giocatore alla storia, con le sue decisioni che, di frequente, aprono a scenari e finali diversi. Mentre un libro, infatti, permette di viaggiare lungo binari decisi dall'autore, ponendo il lettore come mero spettatore, sebbene anche coinvolto, ma pur sempre in una posizione passiva rispetto alle decisioni e allo svolgimento dei fatti, in un videogioco le decisioni prese consentono di far variare l'itinerario, aggiungendo una maggiore partecipazione e coinvolgimento. Spesso siamo chiamati a fare delle scelte tra "buoni" e "cattivi" o, addirittura, ad essere giudici delle azioni compiute da alcuni dei personaggi, decidendo, in base al nostro modo di essere, al nostro vissuto, cosa sia più giusto fare. Il tutto rende il videogiocatore non agito da, ma attore del suo personale racconto, anzi inter-attore

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Bello e forse non troppo utopistico sarà pensare che la continua evoluzione, che contraddistigue fortunatamente i nostri tempi, andrà verso una maggiore apertura e consapevolezza del potere intrinseco dei videogiochi, magari utilizzandoli, perché no, anche come strumento per l'insegnamento o la formazione, abbandonando quella dimensione esclusivamente ludica che è, purtroppo, ancora oggi causa di sguardi imbarazzati di datori di lavoro e spasimanti di turno.

Conclusione (quella vera): Noi ci abbiamo anche provato, ma sappiate che, nonostante tutto, i videogiochi sono e resteranno il metodo contraccettivo più effiace al Mondo.

Roberto e Marco


Copertina realizzata da noi medesimi; nostri screenshot di "The Witcher 3: Wild Hunt" e "Horizon: Zero Dawn"
Meme dell'innominabile realizzato tramite igmflip.com

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Buona sera e complimenti per avere aperto una discussione su questo argomento!
Purtroppo esiste una forma di pregiudizio nei confronti dei videogiochi, probabilmente perché esiste anche una grande ignoranza in materia. Il videogioco non è il mezzo che spinge alla violenza (penso alle polemiche nate contro i cosiddetti sparatutto) spesso tanto osteggiato, non è il mezzo di isolamento che distrugge la socialità dei giovani, non è un piatto sistema in cui si susseguono livelli senza ragione.
Secondo me è corretto parlare di esperienza videoludica, positiva o negativa che sia. Il videogioco può essere educativo, esplorativo, artistico, concettuale, meccanico, intellettuale, criptico, solitario o di gruppo, ci sono mille modalità diverse in cui può configurarsi.

E spesso ci dimentichiamo anche dei poveri cristi che li sviluppano, che cercano la modalità migliore per realizzare un'idea, che sbattono la testa contro le limitazioni tecniche (in alcuni casi enormi, soprattutto se si sviluppa per mobile), che cercano di fare del loro meglio per rendere giocabili meccaniche talvolta estremamente complesse, che risolvono bug e perdono il sonno, la stabilità mentale, la vista!
Ci sono alcuni giochi che sono veri e propri capolavori. So che si tratta anche di gusti, per esempio io amo i puzzle games, parliamo di Monument Valley? Un gioiellino.

Inoltre, concordo sul fatto che si potrebbe sfruttare la funzione educativa dei videogames, già si usano simulatori di volo per esempio... nelle scuole, ma non solo, si potrebbe insegnare qualcosa di utile in modo ludico, ma occorre cambiare molte teste!
Soprattutto in quest'epoca che considera la gamification un approccio vincente!

Aspetto nuovi ed interessanti post, ho un buon presentimento :)


PS: Sono colpevole, ho giocato per anni a World of Warcraft e certe volte ci ricado xD

Ehi, grazie mille! siamo contenti che ti sia piaciuto. Hai aperto ad una tematica importante che è quella sociale legata ai videgames. Siamo perfettamente d'accordo con te, è proprio la mancata conoscenza di qualcosa che porta al rifiuto per la stessa. Questo vale tanto per i videogiochi che per qualsiasi altro argomento, più o meno importante e delicato. Il videogioco, come hai ben detto tu, spesso è stato tacciato di fomentare in qualche modo la violenza, soprattutto nei più piccoli. In realtà, allargando un po' il discorso, senza andare troppo fuori tema, la violenza probabilmente nasce da un insieme di cose ben più radicate che fanno parte del contesto in cui si cresce, ci si forma e, quindi, individuare una categoria, qualunque essa sia, come portatrice di violenza è quanto di più superficiale ci possa essere.

Sarà sicuramente una tematica che svilupperemo in futuro ;-)

PS: la domanda è d'obbligo: Orda o Alleanza? :P

Concordo con quanto scritto e spero di leggere gli sviluppi futuri!

Beh...ho cominciato Alleanza, perché avevo amici che giocavano là, poi Orda, tutta la vita Blood Elf (Nawamy viene proprio da lì, che vergogna ahahahah!). For the Horde!!!

Bellissimo World of Warcraft

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