Silenzi notturni

Silenzi notturni. Silenzi nella mente.
Una goccia che si tuffa con fragore nella tazza piena d'acqua che riposa nell'acquaio
Tic. Tac.
Le lancette precise e cadenzate dell'orologio che segna il tempo della casa, che sfugge tra le dita e non capisci dove va a finire. Forse gira in tondo, va per poi fare ritorno.
Un sibilo sottile, sussurrato, forse immaginato. Il suono leggiadro della luce che arriva dalla lampada di vetro, prodigio di un progresso antico ma non per questo dimenticato. La luce parla, soffusa e calda a illuminare l'angolo di un libro, una mano dalle unghie smaltate, un anellino che brilla. Una vibrazione che riempie la mente. Spegni la luce. La vibrazione pare affievolirsi fino a sparire.
Il silenzio della casa notturna, cittadina e urbana, è un silenzio inventato.
È un silenzio illusorio.
Un alito di vento solleva spifferi canterini che accendono le imposte. Le persiane sbatacchiano, il tintinnio della tenda, quasi impercettibile, fa parte del silenzio.
Si alza il vento. Cigolii sconosciuti, fronde di fogliame scuotono i rami nelle spire del vortice ventoso, creando una melodia.
Dei passerotti intonano un canto notturno, da qualche parte a portata d'orecchio.
Poi arriva.
Il fragore nella notte.
Il suono del lavoro nottetempo che fa tappa come un Romeo ai piedi della finestra di una Giulietta assonnata.
Braccia meccaniche sollevano recipienti di plastica e metallo, differenziano gli scarti della nostra quotidianità, si sbarazzano di ciò che non vogliamo piu. Di ciò che buttiamo via.
Il prezzo da pagare? 15 minuti di assordante fragore notturno a interrompere il silenzio rumoroso dell'insonne sognatore.