Mio papà e i bigné.

in #writing6 years ago (edited)

patisserie 1.jpg

Mio papà ha sempre amato pazzamente i dolci.

In particolare adorava i bigné alla crema.
E anche i cannoli siciliani.
E anche i funghetti al cioccolato.
Ma non disdegnava papparsi i bigné allo zabaione e quelli al pistacchio.
La zuppa inglese che preparava la mia mamma finiva in un attimo nelle sue fauci e se non stavi attento ti rubava la fetta che avevi nel piatto.

Nelle mattine estive, al mare, esigeva due bomboloni e li contornava con due trecce con l’uvetta.

Filippo, tu sei il mio figlio prediletto, forse anche perché sei l’unico figlio che ho, però non devi parlare delle mie cose personali. Sono appunto personali…

Scusate, mio padre, non so da dove, è solito intervenire in quello che scrivo ed è anche un burlone.

Arrivato a novant’anni mio padre aveva ancora un appetito infernale ed era rimasto un amatore del dolce di qualità.

Purtroppo la memoria era diventata il suo tallone d’Achille ed ogni tanto si assentava dal mondo.
Ma per lo più era efficiente e soprattutto sapeva quel che voleva…mangiare.

Era un pomeriggio di maggio.
Ero ancora in ufficio quando mi arriva una telefonata dalla cara signora che lo accudiva amorevolmente.

Si, amorevolmente…quella mi lasciava davanti alla televisione tutto il tempo, mentre lei fumava una sigaretta dopo l’altra. Figlio mio, tu sei sicuramente un uomo di numeri e computer, ma della vita ne sai ben poco, anzi uno zero…

Scusate l’interferenza.

Stavo dicendo che mi arriva questa telefonata: “Sig. Filippo, suo padre oggi è intrattabile! E’ un bambino capriccioso! Continua a ripetere Voglio i bigné alla crema, voglio i bignè alla crema! Datemi un bigné, datemi un bigné e vi solleverò il mondo!
Ho provato a tranquillizzarlo, a calmarlo, a sgridarlo…niente, Voglio il bigné, voglio i bigné!! Un bigné per il mio regno! Qui si fa il bigné o si muore!
La prego, quando torna a casa, porti qualche dolce.”
“Certo, Amalia, lo farò. Gli dica che arrivo con i suoi bigné.”

Alla sera arrivo alla casa del babbo, con un bel pacchetto di bigné, anche alla panna.

Mi accoglie Amalia con le braccia aperte, desolata.
“E’ scappato ancora…”
“Cioè?”
"Era sul divano. Tranquillo, almeno sembrava tranquillo..."

Certo, mi aveva parcheggiato davanti al documentario sulle giraffe.

Zitto, papà!
Amalia continua dicendo: "Io ero in cucina. Stavo preparando il minestrone. Ogni tanto andavo a controllare.
L’ultima volta, lo trovo che dorme.
Tranquilla, ho avviato l’aspirapolvere in camera da letto.
Quando torno, suo padre non c’era più."

D’altra parte il documentario sulle giraffe era finito.

Per favore, papà!

Non perdo tempo.
Mi viene in mente dove può essere.

patisserie 2.jpg

Due isolati ed eccomi alla Pasticceria “Piacere cremoso”, in fondo al viale.
Mio padre, molti anni prima, quando io ero piccolo, alla domenica andava lì a comprare i pasticcini per il pranzo. Solo che mentre tornava a casa, non resisteva, apriva il pacchetto e uno dopo l’altro se li mangiava tutti.
Così tornava indietro.
Il pasticcere di allora, Marcolino, lo sapeva, ed aveva già pronto un pacchetto uguale.
Qualche volta andavo con lui e Marcolino, tutto vestito di rosa, mi regalava sempre una pasta alla crema chantilly, la mia preferita.
I primi tempi mia mamma, sospettosa e gelosa, gli chiedeva come mai impiegava così tanto tempo a tornare. Mio padre accampava scuse varie.

Un giorno tua mamma mi ha seguito e mi ha scoperto. Così, ridendo, abbiamo mangiato i bigné insieme. Pace all’anima sua.

Hai ragione papà, in effetti anche la mamma era una divoratrice di dolci.

Scusate ancora queste interruzioni.

Insomma, arrivo alla Pasticceria “Piacere cremoso” ed eccolo là, seduto ad un tavolino.
Davanti a lui un piattino con i bignè alla crema e i resti di una Sachertorte.

“E’ il secondo piattino, quello” mi sussurra il giovane pasticcere, dietro il bancone.
“Papà!”
“Filippo! Come sei vestito? La giacca e la cravatta? Dobbiamo andare a pescare con Alberto! Vatti a cambiare! Voglio andare a pescare! Voglio andare a pescare!”

Io sono rimasto come un allocco.
Gli aveva preso una delle solite assenze dalla realtà.

“Papà, non fare il bambino capriccioso! Non ti bastano le paste? Non si può andare a pescare, hai la tosse. E poi Alberto…Alberto…non può venire…”
Cercavo di assecondarlo pacatamente quando avvenivano questi spostamenti mentali.
“Alberto mi ha telefonato che ha avuto un contrattem…”
“Eccomi Stefano! Ciao Filippo!”

Era apparso Alberto, l’amico di mio papà Stefano, in tenuta da pescatore.

Quello si che era un vero amico! Quando lo chiamavo era sempre pronto, non come certi figli unici…

Io e il pasticcere li guardiamo uscire e per consolarci ci finiamo i bigné rimasti.

Esco fuori e li vedo allontanarsi sopra il side-car del buon Alberto, anche lui novant’anni. (sia lui che il side-car...)

In quel momento mi sono chiesto se non ero io ad avere uno spostamento mentale o temporale.

Li seguo con l’auto.
Al fiume, loro con gli stivali a pescare, io seduto sulle pietre a sorvegliare.

Il fiume mi riconciliava con la vita. Quel flusso incessante, ma mai monotono, quelle fronde mosse dal vento, quei martin pescatori che ci portavano via i pesci, maledetti loro!

Silenzio, papà!

Tutto scorre pacato, come il fiume ma d'improvviso il babbo incomincia ad agitarsi e non so perché.

Poi parla: “Non c’è neanche un salmone! Voglio pescare un salmone! Datemi un salmone!”
“Babbo, qua non ci sono salmoni! Neanche uno.”
Avevo appena pronunciato quelle parole, che il mio capriccioso papà manda un grido.
La lenza si tende. “Questo è forte! È grosso! Aiutatemi!”
Alberto tiene la canna con lui.
La lotta dura qualche minuto e poi mi padre tira a riva un bel salmone.
“Hai visto, uomo di poca fiducia!”

Sei sempre stato così, Filippo. Senza fantasia. Certo, un uomo di principi e di successo nel tuo lavoro, ma fantasia, poca. Ma forse è meglio così…ti voglio bene così come sei fatto...

Deve sempre dire la sua il mio babbo. Sta zitto un attimo!

Comunque non era finito quello strano pomeriggio.

Dopo tre ore di pesca (quattro salmoni e cinque trote) era giunto il tempo di tornare.
Mio padre aveva gli occhi luccicanti di gioia e mi guardava con sereno affetto.
Mi sono sentito pervadere da un calore confortante.

In quel momento, per qualche istante, sono tornato bambino, la mia mano nella sua mano forte e grande, mentre andavamo alla Pasticceria “Piacere cremoso”.

E mio padre, quasi leggesse nel mio pensiero (come spesso faceva), inizia a mormorare, con intensità sempre maggiore: “Voglio un bigné alla crema , voglio un bigné alla crema!! E anche un cannolo siciliano gigante”

Io non ho detto niente questa volta.
Lui mi guardava sorridendo, mentre continuava a ripetere quella frase, quasi una cantilena rituale.
Io aspettavo.
“Eccolo.”
Lungo la sponda del fiume camminava verso di noi una figura tutta vestita di rosa.
Quando è stato vicino a noi, l’ho riconosciuto.
Era Marcolino, il pasticcere di una volta, ormai morto da anni.
Non mi sono stupito.
Marcolino aveva tra le mani un bel vassoio: cannoli alla crema, un cannolo siciliano e una pasta alla crema chantilly.
Senza una parola, io, babbo e Alberto abbiamo gustato lentamente quelle leccornie.

Poi papà mi ha abbracciato: “Sono orgoglioso di te, Filippo. Sei stato con me e la mamma sino alla fine. Grazie.”

Ha stretto la mano ad Alberto.
“Non posso venire anch’io?”
“Non ancora, Alberto.”

Papà ha preso sottobraccio Marcolino.

Hanno incominciato a camminare lungo il fiume, ogni tanto un cannolo compariva sul vassoio e mio padre prontamente lo ingollava, si è voltato una volta con un bel sorriso, mi ha strizzato l’occhio.
Piano piano si sono dissolti in un turbinio di polvere rosa.

Finalmente un po’ di fantasia! Bravo Filippo!

Fantasia?

patisserie 3.jpg

Le foto sono dell'autore

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bello, mi è piaciuto molto! Adoro quando si intromettono i pensieri di altri personaggi che non sai se ci sono oppure no !! ;-)

Molto bello! Lo rileggerò con più calma per capire alla fine chi c'è e chi non c'è e per fare la conta dei bignè 😁

Grazie. Viva I bigné. A me piacciono anche I salatini.

Molto bello, intenso, romantico e struggente, piacevolissimo racconto, complimenti, caro @sbarandelli

Che dolcezza questo racconto 💙

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Molto interessante, accattivante e molto dolce.

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Mi è piaciuto tantissimo. Saluti Kork75.

Ti ringrazio !!!

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