Il cielo non è più azzurro

in #writing6 years ago

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“Il cielo è azzurro, grigio, rosso al tramonto, a volte pallido bianco.
Il cielo si colora di nuvole e di stormi, di palloncini volati via dalle mani dei bambini, di quelle scie bianche che lasciano gli aerei, a volte di lontane trombe d’aria, si colora di tempeste nere, di piccoli petali bianchi che sono i fiocchi neve.
Guardare il cielo è come guardare il mare alla rovescia e se vuoi nuotarci devi saper volare.
Io mi ci perderei lassù.
Mi sono lanciato col deltaplano cento volte e cento volte era la prima volta.
E ogni volta non avrei voluto scendere a terra.
Oggi il cielo è azzurro, come i tuoi occhi”

“Tim, sei il mio poeta preferito.”
“Quanti poeti conosci?”
“Due, tu e mio cugino, che scriveva poesie sui fazzoletti di carta.”
“Bene. Dovrai incominciare a leggere qualche poetessa o poeta, qualcuno un po’ più serio di noi due.”

Bob era ancora a letto, in quell’alba secca di settembre.

Tim era davanti alla finestra del loro appartamento nel distretto di Brooklyn.

Come ogni mattina guardava il cielo.
Bob amava Tim e Tim amava Bob. Tutto qua. Tutto un mondo.

Tim era un broker di Manhattan, pronto a scannare la concorrenza a Wall Street anche se con voce delicata e melliflua.

Bob era un robusto vigile del fuoco, pronto a scalare grattacieli e buttarsi nel fuoco per salvare le persone. Aveva due mani come pale per mettere la pizza nel forno e due occhi azzurri come il cielo più limpido.
Non aveva paura di niente…o meglio aveva un po’ timore del giudizio dei suoi compagni di lavoro, grandi amici…non sapevano che lui era gay. Non sapeva come l’avrebbero presa.
Aveva pensato qualche volta di raccontare loro le poesie del suo amico Jim…
”Sapete, ho un amico che scrive poesie…belle poesie…"

Si era trattenuto…

Tim invece se ne fregava di tutto e tutti.
Alla sera Bob e Jim si ritrovavano e si raccontavano, si raccontavano, si raccontavano.

Poi le pale di Bob ruotavano e afferravano Tim sollevandolo come una piuma.
Il resto è silenzio.

Tim ebbe un fremito. Divenne pallido in un attimo. Si sentì un frastuono lontano.
“Bob, il cielo non è più azzurro! Non è più azzurro!”
“Tim!”

Bob balzò fuori dal letto e corse alla finestra.
Il cielo era una grande nuvola nera, ma non c’era tempesta.

Ares, dio della guerra, era sceso sulla terra! Don Chisciotte aveva galoppato in sella a Pegaso contro i mulini a vento! Davide contro Golia! La signora vestita di nero aveva imbracciato la sua falce e attraversato l’aria pronta a mietere vittime, lasciando scivolare lacrime e sangue dal suo mantello! L’antica faida primordiale travestita da giochi di potere internazionali tritava carne e ossa come un enorme frullatore impazzito!

Squillò il telefono di Bob.
“Arrivo!”
Bob si vestì rapidamente.
“Bobby!?”
“Le torri gemelle!”
“Ti porto io!”

Arrivarono, nella nebbia della polvere, alla caserma di Jim.

Erano tutti in un delirio di preparazione. Alcuni già pronti, altri armeggiavano intorno ai mezzi, alle autobotti, alle autoscale.

Uscirono all’aperto i suoi amici.
“Presto Bobby! Un disastro!”
“Il cielo non è più azzurro!!”

Guardarono tutti Tim.

“E’ Tim, un mio amico. Scrive poesie…”

“Forza! Veloce! Dagli un bacio e preparati!”

Era il comandante.

“Dai! Cosa credi, che non l'avessimo capito?!!”

Non c'era tempo per stupirsi.

Bob afferrò Tim e lo abbracciò.
Si baciarono.

Non fu un bacio appassionato, preludio al piacere di un amore morbido e furioso.
Fu un bacio sfiorato, un omaggio all’affetto, il bacio di un legame impaurito dall’ipotesi dello sciogliersi, un bacio che non voleva usare la parola addio, ma ne sentiva il boato.

E gli amici di Bob, quegli omoni con cui aveva passato tante storie di fuoco e pericolo, applaudirono.

Ma non c’era tempo.
Bob saltò sulla sua auto-pompa e salutò con un gesto il suo amico poeta, broker di successo.
Il camion rosso scomparve in una nuvola grigia, in quella pioggia di cenere che fece lacrimare gli occhi di Tim.

“Quando torni, ti preparo gli spaghetti allo scoglio!!!” gli urlò dietro.

La città si era fermata. Il mondo si era fermato.

Tim tornò a casa.
Piangendo incominciò a preparare gli spaghetti e i frutti di mare.
Guardò la finestra. “Il cielo non è più azzurro.”

Intanto Bob e i suoi amici, organizzati, potenti, indomiti, lucidi, attenti, esperti, si muovevano fra i rottami e la confusione per calmare le persone, portarle in sicurezza, dai medici, dagli infermieri.
Tenevano desta l’attenzione e la tensione per non farsi trovare impreparati, come cani del deserto che guardano in ogni direzione per non farsi afferrare dai serpenti o pugnalare dai falchi.

E il falco arrivò.

In quel momento Bob e gli altri si addentravano nell’antro di Vulcano, entravano nel vortice di caldo e urla, salivano le scale dello squarcio, i gradini verso un infinito dolore, mentre quella macchina volante, quel secondo falco di metallo attraversava il cielo di morte e trapanava la seconda torre.

Lava incandescente e fiumi di liquido bollente scesero a incontrare quei guerrieri di pace. Tutta la materia di quella torre gridò il suo scricchiolio gigantesco e si tuffò a risucchiarsi nel profondo di una voragine che assorbì la mente degli umani.
E gli umani si sentirono poca cosa nell’immensità dell’universo e della storia.

Bob in una frazione di secondo, poco prima di dissolversi, pensò a due cose: a quel bacio davanti agli amici e agli spaghetti allo scoglio.
“Peccato, gli spaghetti allo scoglio di Tim sono eccezionali.”

Fu un lampo e per un attimo gli apparve Tim in controluce che guardava il cielo azzurro davanti alla finestra.

Tre mesi dopo , nella caserma di Bob i vigili del fuoco, quelli superstiti, erano accomodati ai tavoli con un piatto davanti.

Aspettavano.
Aspettavano gli spaghetti allo scoglio di Tim.

Nella cucina della caserma saliva il fumo e l’aroma di quel cibo così amato da Bobby.
Tim sfornellava e assaggiava.
“Sono pronti!”
Nel silenzio totale Tim portò vassoi di spaghetti fumanti e incominciò a servire.
Il comandante alzò il bicchiere. “Per i nostri amici!!”
“Viva gli spaghetti di Tim!”
Il silenzio si ruppe e ci furono risate, pianti trattenuti, lacrime silenziose, canti, brindisi e una mangiata storica.
Una volta all’anno gli spaghetti allo scoglio di Tim compaiono come manna dal cielo su quei tavoli, manna da un cielo azzurro come gli occhi di Bob.

La foto è dell'autore

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bellissimo! le tue descrizioni sono superbe!

thanks thanks!!!

Racconto molto bello con spunti molto interessanti: ci sono elementi che mi intrigano molto e mi incuriosiscono.
L'abstract per @spi-storychain chiarirà tutto.
😁👍

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Uno spaccato di vita dipinto con tratti corti e netti. Molto bello.

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