Homo Erectus Loquitur

C’era il Dr. Giorsdewr della città Rugosa del pianeta Firdistango nella Galassia Bruciopium, c’era l’agente Liunzig del pianeta Suskinderland della Galassia Vuotigrane che aveva portato il Prof. Grunzighoriz dell’Università di Negrand, c’era il prof. Galantico del pianeta Terra del Centro Ricerche Internazionale di Strasburgo, premio Nobel per l’ingegneria molecarebionicocellulare e c’era la scienziata Lixa Mixa della stazione intergalattica Munciapaw per l’ammasso stellare Undici Speril Quattro.

Nel grande laboratorio scientifico dell’Isola di Giava stavano tutti attorno al grande sarcofago trasparente che conteneva Sergius, un homo erectus vecchio (si fa per dire...) di quasi due milioni di anni.

I pianeti si erano incontrati, c’erano state guerre e bersagli infiniti mandati in pezzi.
C’erano state alleanze e distruzioni.

Ma ora il tempo della guerra era momentaneamente interrotto e nella pace infingarda, gli scienziati avevano riunito le forze per scoprire non il futuro ma il passato.

In quei tempi senza scontri apocalittici, gli scienziati avevano collaborato sul pianeta Hyutfrs a comprendere l’evoluzione della roccia Frisina tipica di quei luoghi.
Sulla meteora Fr67, avevano studiato l’origine del Verme di Fuoco.

Ora era la Terra il luogo del grande esperimento logorroicorale.

Era il 27 maggio dell’anno terrestre 1249 che per gli abitanti del pianeta Firdistango era l’anno rtyu23^@o, mentre per Suskinderland era la Ruota del destino n3 post KU. L’ammasso stellare Undici non aveva metri di tempo numerali, ma usava chili di noccioline terrestri per misurare lo spazio/tempo/latte.

Era un giorno speciale.
Ci erano voluti cinquant’anni per arrivare a quel momento fatidico.

Gli scienziati con i loro collaboratori avevano estratto il dna superapprofondito dalla mascella di Sergius, che era conservato in criobioriofio a ghiaccio variabile nel sarcofago trasparente fatto di plexiglass rinforzato con fibre di carbundio dolce.
Il dr. Giorsdewr aveva portato dai suoi laboratori la macchina a tubi indotti per inserire il dna lavorato nell’apparato vocale di Sergius(trachea e laringe e parvenza di lingua).
Il prof. Grundis si occupava delle onde sonore con il suo cappello a raggi mitopoieichi labiali, fresca scoperta per cui si era meritato il premio di un abbonamento annuale al ristorante Yuuuu della sua città.

Il prof. Galantico aveva approntato casse sonore micropisticciate che aveva inoculato nella zona delle orecchie di Sergius.
Lixa Mixa, superesperta in informatica fraternizzante, aveva preparato tutte le connessioni a Sergius del Computer Parla che era a sua volta collegato con 843.000 computers e 567 mandamentigeolici dislocati sui pianeti degli scienziati.

Lixa Mixa aveva creato il Grande Traduttore Interplanetario Ancestrale.
Ci erano voluti 32 anni.
Si era anche fatta ibernare per undici mesi, con mente vigile per potersi concentrare meglio.

Ora il Traduttore era pronto.

Liunzig insieme ad altri agenti speciali dei vari pianeti sorvegliavano a distanza l’esperimento e controllavano l’esterno in collegamento telefonicotelepatetico coi loro collaboratori.
In particolare Liunzig era collegato con il suo fido amico e guerriero detto il Molliccio, del pianeta Korimaili.

Stava per iniziare l’esperimento.

L’esperimento aveva come obiettivo far parlare Sergius.
I terrestri avrebbero scoperto come parlava e pensava l’Homo Erectus, il Pitecantropo, antenato dell’Homo sapiens, antenato di noi umani esseri.
Lixa Mixa attivò il meccanismo informatico lucente e disse: SSSh!

Il sarcofago si illuminò e tutto ruotò lentamente, anche il laboratorio, per seguire le istruzioni della Dr.ssa Munciapaw che era una grande astronoma indagatrice e meccanica da cantiere intergustico.
Il laboratorio ruotava, il computer brillava e lanciava scintille, il dna scorreva nello scheletro di Sergius, attivava neuroni mistici e interconnessioni elettrico virtuali.
Sergius ebbe un sussulto dopo infiniti minuti di attesa.
Poi un altro sussulto.
Il Prof. Galantico controllava le casse acustiche.

Il silenzio dei viventi era totale.
Non volava una mosca, anche perché non c’erano mosche (si erano estinte qualche giorno prima).

Era tutto asettico.

Ci fu un borbottio che uscì dalle casse, un miscuglio di assonnato respiro, un vagito primordiale.
Sergius non si muoveva più, ma dalle casse sonore uscirono altri rumori e suoni.
Lixa Mixa, con le lacrime agli occhi (ne aveva quattordici, quindi molte lacrime), dicevo, Lixas Mixa schiacciò un semplice pulsante, il pulsante del Traduttore Istantaneo.

E Sergius parlò, parlò col filtro sotronico nella lingua terrestre, in italiano (in onore del Prof. Galantico), ma tutti i professori avevano cuffie con traduzione nella loro lingua.

Sergius parlò: Mamma, esiste Dio?
Padre, andiamo a trovare il mistero?
Mamma, non fumare quell’erba! Te l’ho detto mille volte!
Padre, mi insegni ad accendere il fuoco?
Padre, chi sono io? Ho visto il sole, ho visto voi, ho visto la terra, e tutto, ma non vedo me. Come faccio? Sento come un fiume che scorre nella mia testa, ho tanta confusione.
Ma sono felice perché lei mi ha guardato. E’ bella e le chiederò di stare con me vicino vicino. E ammazzerò chi me la tocca. Scrun v ..errr…ttt. Sai Mamma ho visto che il nostro vicino volava e la sua figlia sputava fuoco dalla bocca. Insegni anche a me a volare?
Sai che Dtrus diventa una palla di pelle se vuole. Mi insegni?
Grdt invece nuota sottacqua per ore. Come fa a respirare là sotto? Io però sono capace di allungare le braccia e mi serve, soprattutto quando voglio abbracciarvi tutti e due. Frr..tyhh..ppprp…toc..

Ci fu uno schianto.
Per ora basta così disse Lixa Mixa
L’apparato si era fermato

Gli scienziati si guardarono e poi ci fu esultanza e champagne e lacrime e interrogativi grandi come una montagna.

Anche Liunzig piangeva.
Uscì all’aperto. Chiamò accanto a sé il Molliccio e si fecero undici birre scure e un bottiglione di barbera.
A Liunzig piaceva gustare le specialità locali.

Ma per gli scienziati non era finita. Era solo l'inizio.

Il prossimo passo sarebbe stato creare un modo per interloquire con Sergius, cioè avere un dialogo con lui e potergli fare le domande.

Volevano sapere, sapere di quelle braccia che si allungavano, di quelle bocche che sputavano fuoco.

Il Prof. Galantico sotto sotto pensava che Sergius fosse un gran burlone, il burlone della Mamma in quel tempo preistorico e strizzò l’occhio a Lixa Mixa che rispose strizzando i suoi quattordici occhi.

Forse stava per nascere un amore interstellare.

Ma ora era tempo di brindare.
Brindare a Sergius, Homo Loquens.

Con questo post partecipo a Theneverendingcontest n.20 - S5 - P4 -/1

La foto è dell'autore