Osservazione della Terra, il satellite forestale di Esa pronto al lancio nel 2024steemCreated with Sketch.

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Terminata la costruzione nel Regno Unito, “Biomass” sarà trasferito a Tolosa per i test di rito e montare, per la prima volta al mondo, il radar iperspettrale in banda P che permetterà di ricavare immagini in 3D della vegetazione misurandone lo scambio di carbonio con l’atmosfera
Biomass ha terminato la propria costruzione ed è pronto ad affrontare i test di rito in vista del lancio previsto per il 2024. Il nuovo satellite dell’Esa, destinato a monitorare le biomasse vegetali, ha infatti lasciato il sito Airbus di Stevenage, nel Regno Unito, verso Tolosa dove terminerà le ultime operazioni di assemblaggio e affronterà tutto il capitolato previsto per la sua validazione prima di essere trasferito di nuovo per essere collocato sul vettore di lancio.
Biomass sarà il primo satellite con sensore radar iperspettrale in banda P grazie al quale fornirà immagini tridimensionali di accuratezza mai ottenuta prima misurando lo stock e i flussi di carbonio assorbiti dai polmoni verdi del pianeta, ovvero le grandi foreste tropicali, boreali e temperate, chiarendo anche i meccanismi di scambio dell’anidride carbonica con l’atmosfera.

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Sarà dunque uno strumento prezioso per studiare la capacità della vegetazione di assorbire la CO2 fornendo a scienziati e decisori ulteriori elementi che riguardano i cambiamenti climatici correlati all’attività antropica. Biomass dunque continuerà e integrerà l’attività di Osservazione della Terra da parte dell’Agenzia Spaziale Europea in particolare quella compiuta dai satelliti Sentinel-5P e Aeolus.
A Tolosa il nuovo satellite dovrà affrontare test di vuoto termico, vibrazione meccaniche e acustiche e compatibilità elettromagnetica. A condurre tutta l’attività di validazione di saranno 20 ingegneri britannici dopo averne curato l’integrazione di tutte le apparecchiature meccaniche, elettriche ed avioniche e testato il sistema di propulsione mentre la strumentazione radar è stata affidata ad un altro sito di Airbus, a Friedrichshafen in Germania.
Saranno proprio quest’ultimi a supportare i tecnici impegnati in Francia per montare sul satellite il suo cuore tecnologico ovvero l’apparecchiatura radar. L’antenna è costituita da un riflettore in maglia metallica da 12 metri di diametro (in foto) fornito dall’americana L3Harris Technologies che è uno dei pochissimi fornitori extraeuropei coinvolti. Al satellite dell’Esa hanno lavorato infatti ben 50 team industriali sparsi in tutto il Continente.
Tra questi ci sono ovviamente quelli italiani, tra cui la Ohb che si è occupata della progettazione della struttura di base del satellite e la Ids che ha invece costruito l’antenna da 5 metri di diametro per il trasponder radio arrivato invece dalla canadese C-Core. A completare la globalità del progetto ci sarà un team australiano, con sede a New Norcia, nello stato del Western Australia, che collaborerà alla messa in servizio in orbita del satellite europeo.
“Biomass sarà in grado per la prima volta al mondo di misurare le foreste del mondo su scala globale. Fornirà agli scienziati informazioni vitali su quanto carbonio viene bloccato e anche assorbito dai polmoni del pianeta, consentendo di prendere decisioni migliori sulla lotta al cambiamento climatico e confermando Airbus come leader nella produzione di satelliti per l’osservazione della Terra e il monitoraggio ambientale” ha affermato Richard Franklin, amministratore delegato di Airbus Defence and Space UK.
“È il primo satellite in grado di studiare le foreste del mondo in tre dimensioni, fornendo dati preziosi su come immagazzinano il carbonio. Con queste informazioni, le organizzazioni e le autorità di tutto il mondo saranno in grado di misurare i cambiamenti chiave nelle nostre foreste, prevedere quale sarà l’impatto e intraprendere azioni tempestive per prepararsi, o addirittura correggerlo, oltre a lavorare verso l’obiettivo del bilancio nullo delle emissioni” ha aggiunto Paul Bate, ceo dell’Agenzia spaziale del Regno Unito.
Il satellite Esa sarebbe dovuto essere pronto per il lancio nel 2023 ma, a causa della pandemia, partirà con un anno di ritardo. Una volta terminati l’assemblaggio finale e i test di rito, Biomass con i suoi 1.250 kg di massa sarà trasferito a Kourou, nella Guyana francese per essere lanciato a bordo di un vettore Vega. Una volta in posizione, opererà per almeno 5 anni ad un’altitudine di 666 km compiendo cicli della durata di 3 giorni

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