Freddo, Sci e vacanze in montagna
Della serie "Nun ce ne po fregà de meno", ecco a voi il mio nuovo post che è un po' viaggi, in parte hobby, un pizzico di odio ed una bella dose di #sticazzi.
Cominciamo con l'odio: io non sopporto il freddo.
Sarà che sono nato in estate, praticamente a ferragosto, e fin da piccolo ho associato il cocomero, il mare ed il sole a sentimenti positivi. Sarà che sono freddolosissimo ed ho dei seri problemi di geloni alle mani durante tutto l'inverno. Sarà che sono meteoropatico e che in questi mesi c'è spesso pioggia (o semplicemente è nuvoloso), rendendomi scontroso e depresso.
Odio l'inverno.
Fosse per me passerei la vita ai tropici (mica scemo eh).
Però... c'è sempre un però. Dell'inverno ci sono un paio di cose che adoro da impazzire.
Una di queste è la neve.
Come si può non amare la neve? - CC0 Image, click for source
Chi mi segue sa che abito a Roma, e qui non nevica quasi mai. Quando avevo un anno (lontano 1986) ci fu un'incredibile nevicata a Roma, almeno mezzo metro di neve. Lo so perché mio padre scattò una foto a me e mia madre di quel giorno.
Quella foto mi ha forse un po' segnato, e son rimasto col sogno di "vedere la neve": purtroppo mio padre ha sempre avuto timore di guidare nel ghiaccio e per questo ho passato tutta l'infanzia e parte dell'adolescenza ad immaginarmi nel candore della neve come in quella foto.
Più o meno dodici anni fa (come mi sento vecchio a dirlo...) il mio desiderio fu esaudito: io ed i miei amici dell'università partimmo per una settimana bianca, dalle parti di Campo Felice in Abruzzo. LA NEVE ERA STUPENDA. Rappresentava tutto quello che avevo sognato, e anche di più: la bellezza dei paesaggi bianco perla, il candore delle piste, la sensazione soffice della neve appena caduta.
Certo che a tenerla in mano era davvero fredda. TANTO fredda. Ma era un rischio che avevo già messo in preventivo, ed il freddo non fa tanta paura quando sei in casa con i tuoi amici attorno ad un camino scoppiettante.
Quello fu anche il periodo nel quale indossai per la prima volta in vita mia un paio di sci.
Il mio primo approccio con gli sci fu disastroso. Beh, non così disastroso dai: ero così squattrinato da non potermi permettere un maestro di sci, per cui mi affidai alle cure dei miei amici più esperti.
Chi ci è già passato, sa che si comincia con lo spazzaneve: quando devi frenare o girare, muovi entrambe le punte dei piedi verso l'interno disegnando una specie di "V" rovesciata. Et voilà, sciare è facilissimo.
Un bambino impara a sciare in spazzaneve - CC0 Image, click for source
Dopo una mezz'oretta di pista verde (quella per i bambini, che è praticamente pianura) passai all'azzurra. Lì era quasi tutta discesa, con pendenze molto dolci e si sciava tranquillamente in spazzaneve. Anzi, verso la fine della mattinata cominciai anche ad azzardare qualche curva a sci uniti, seguendo il mio espertissimo amico frequentatore di piste nere col teschio. So far so good, dicono gli anglosassoni, dai pensavo molto peggio.
- Ok sei diventato abbastanza bravo, ora andiamo a fare la pista rossa. Tranquillo è facile facile!
Le parole del mio amico Alberto, tanto caro ma così fallace nelle valutazioni di qualsiasi tipo. Già la seggiovia non mi ispirava tanta sicurezza: la salita durava parecchio e ci alzavamo parecchio di altitudine. Arriviamo in cima, mi do la spinta verso sinistra e guardo il ciglio di un burrone.
- Scusa Alberto, ma dov'è la pista?
Gli chiesi, da povero ingenuo quale ero.
Lui mi indicò quello che a me sembrava un precipizio. Lo guardai sorridendo: dai, mi stava prendendo in giro... poi si lanciò, in diagonale, una curva, due curve, tre curve frenata. Mi guardava da là sotto, l'altezza del terzo piano di un palazzo.
Così cominciò l'ora più lunga di tutta la mia vita.
Mi accorsi che lo spazzaneve su quelle pendenze era abbastanza inutile: non frenavo abbastanza, facevo una fatica bestiale e finivo regolarmente per spaventarmi e lanciarmi a terra. E così ho fatto, per due chilometri di pista: terrore, spazzaneve, tentativo di curva, caduta sul fianco sinistro. Mi rimettevo in piedi, un altro minuto di terrore, spazzaneve, tentativo di curva dall'altro lato, caduta sul fianco destro. E così via.
Eh, che ci posso fare, da piccolo mi hanno insegnato a non buttarmi di sotto - CC0 Image, click for source
Tornai a casa che non mi sentivo più le gambe, non riuscivo a sedermi e non potevo neanche addormentarmi sdraiato sul fianco (su entrambi i fianchi) per il dolore dei lividi.
Meglio di un altro nostro amico che, non so come, riuscì a farsi un quarto di pista sciando al contrario (con la faccia rivolta a monte, per intenderci) e che, ricordo distintamente, sparì dal mio campo visivo alla prima curva. Non vi preoccupate: è ancora vivo. Ma ancora non ho capito (e non vuole raccontarci) come ha fatto ad arrivare fino in fondo.
Qualche anno dopo tornai su quelle piste ed in effetti non mi sembrarono così spaventose. Ormai sapevo sciare decentemente e quando impari ad affrontare le discese "in diagonale", capisci come frenare e sterzare a sci paralleli sei a cavallo. Anzi, se devo dirla tutta, sciare mi piace da morire perché riunisce due cose che adoro: la neve e la sensazione di velocità... l'adrenalina della discesa. Sì, lo so, sono un po' incosciente (lo ero sicuramente di più qualche anno fa), ma nessuno è perfetto.
Ma il ricordo della mia prima pista rossa è tutt'ora terribile: un po' come la mia prima volta sul Katun di Mirabilandia (ma di questo vi parlerò un'altra volta).
C'è una morale in tutta questa storia? Certo, come no.
Primo, non fidarti mai di Alberto.
Secondo: prima di imbarcarti in qualsiasi impresa, valuta bene se puoi cavartela oppure no, la sicurezza prima di tutto.
Terzo: se te la senti ed hai fatto tutte le valutazioni del caso... buttati. Stare a rimuginare non serve a niente e tutto quello che non conosci puoi impararlo strada facendo.
Buon inverno a tutti!
Che Stron.. Alberto! Comunque in alcune descrizioni, m'hai ricordato un film di Fantozzi.. soprattutto quando hai parlato del tuo amico sparito nel nulla.. :D
Bella la neve, ma per l'adrenalina preferisco le Moto ;-)
Vabbé secondo me lui non l'ha fatto neanche apposta... magari la rossa gli sembrava davvero una stupidaggine :) e per la cronaca adoro i film di fantozzi, e mi piacciono anche le moto anche se mia moglie me ne ha vietato l'acquisto :(
Ecco... ste mogli.. ci prendono con le moto e poi ce le tolgono..
Troppo carino questo post! Mi sono divertita a leggerti!