Giorni bulgari - La stazione perduta

in #travel7 years ago

Sono partito alle 4:00 del mattino da Sliven, direzione Bucharest. Per raggiungere la capitale romena mi aspetta un viaggio di quindici ore sui lenti e scomodi treni dei balcani; prima tappa Ruse, città al confine tra Romania e Bulgaria che dimora sulle sponde del gigantesco fiume Danubio.

Il viaggio si spezza improvvisamente, svegliandomi da un sonno profondo. Sono le 7:00 del mattino, dal finestrino sporco e appannato dall'umidità leggo "Povelianovo". Vengo spinto fuori dal vagone dalla gentilissima signora dello staff BDZ (nome della compagnia ferroviaria statale della Bulgaria) prima ancora di capire dove sono e cosa sta succedendo. Con lo sguardo confuso addolcisco il cuore di un senzatetto lì vicino, che in un misto di inglese-bulgaro-francese-italiano, riesce a farmi capire che il treno per Ruse arriva di solito alle 9:00. Due ore di attesa si aggiungono ad un tempo già sproporzionatamente lungo per raggiungere una città che dista meno di duecento chilometri da qui.

Mi guardo attorno e mi rendo conto di non aver mai visto uno spettacolo così desolante. La stazione è circondata da fabbriche fumanti , grige e minacciose, probabilmente cantieri navali o aziende metallurgiche. Tutto è fatiscente, misero, vecchio. Il pavimento della stazione distrutto, le grandi sali interne abbandonate. Una macchinetta del caffè automatica sembra essere l'unica cosa funzionante qui nella stazione di Povelianovo. Perfino il personale della stazione sembra inghiottito dall'indifferenza del tempo che ha sventrato questo luogo.

Due cani randagi mi vengono incontro, implorano cibo, ma qui non c'è nemmeno un bar. Il cartello che recita in cirillico "Caffè della stazione" giace a terra, sommerso dalla polvere e dai cucchiaini di plastica erogati dalla macchina automatica. Per passare il tempo decido di perdermi ed ispezionare il perimetro di questa stazione inverosimile. Scendo delle scale diroccate e arrivo sul retro dove una piccola strada piena di erbacce e immondizia ospita una piccola e gialla fermata per il bus che collega i villaggi vicini a questo enorme gigante di cemento in pezzi che è la stazione. All'orizzonte il sole illumina d'arancio un altro ecomostro fumante iniziando nuovamente la battaglia tra uomo e natura.

22140551_1822705831354654_1606925348_o.jpg

Infreddolito e stanco cerco la sala d'attesa per riparami dalla gelida brezza bulgara. L'interno della sala non è che uno sgabuzzino puzzolente e sudicio, pieno di zanzare, arredato con un armadietto di ferro e tre panchine di legno sverniciate, divorate dalla termiti. Decido di tornare fuori, mi siedo vicino le rotaie a scrutare la incessante massa di fumo che proviene dalla fabbrica di fronte a me. Mi viene in mente "Buonanotte signor Lenin", libro di Terzani, dove il giornalista toscano descrive la caduta del comunismo nelle ex Repubbliche Sovietiche nell'Asia centrale; mi ricordo le sue parole nel descrivere il puzzo della dittatura comunista, l'odore creato dalla sporcizia, dal cemento, dal metallo e dalla miseria. In Bulgaria, terra che amo e che mi ha accolto come un figlio, sono rincorso da questo odore. Eppure questo è uno stato in via di sviluppo a sentir parlare chi ci vive. Allora perché non altro che il passato di questo paese?

Tutto nella stazione di Povelianovo sembra essersi fermato a 30 anni fa. Vedo questo luogo come una macchina del tempo cinica e spietata, io uno dei pochi viaggiatori interessati a capire un passato che è presente ma che non interessa più a nessuno, nemmeno ai bulgari stessi. Il mio treno arriva, con un ritardo di appena quattro minuti. Altre tre ore e mezzo mi separano da Ruse, in totale ho ancora otto ore di viaggio da affrontare fra treni e attese. Dal finestrino guardo un uomo che inizia a dipingere le colonne grige della stazione con i colori della bandiera bulgara, un tentativo di triste di rivitalizzare ciò che non può più respirare.

L'uomo immerge il pennello nella vernice rossa, il treno si muove. Poggio la testa sullo zaino, il treno accelera. Mi addormento in pochi secondi.

Sort:  

Mi sono rivista in questo post, sarà che sono pendolare da quasi sempre, sarà che se per un mese non vedo una stazione o non prendo un treno ne sento la mancanza..sarà quello..

Ah, noi pendolari siamo un mondo a parte! :)

Very nice and intresting
I used google translate to understend it

I will post it in english tomorrow! Thank you :)

Benvenuto su Steemit 😊

grazie mille! :)

Questo post prezioso è stato scoperto dal Team OCD! Rispondi a questo commento se accetti e sei disposto/a a condividere il tuo post! Accettando questo, hai la possibilità di ricevere premi aggiuntivi e una delle tue foto in questo articolo può essere usata nel nostro compilation post! Puoi seguire @ocd per saperne di più sul progetto e vedere altri post preziosi! Ci sforziamo per la trasparenza.

This gem of a post was discovered by the OCD Team! Reply to this comment if you accept, and are willing to let us share your gem of a post! By accepting this, you have a chance to receive extra rewards and one of your photos in this article may be used in our compilation post! You can follow @ocd – learn more about the project and see other Gems! We strive for transparency.

Coin Marketplace

STEEM 0.17
TRX 0.13
JST 0.027
BTC 60133.79
ETH 2686.90
USDT 1.00
SBD 2.49