HERMES – I significati di un mito nascosti in una parola

in #translation7 years ago (edited)

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La mitologia antica è una malia incantata cui non ci si può disinteressare completamente.

Ha un carisma e ascendente su chi ama le storie e la storia, su chi cerca un significato, su chi semplicemente ama i racconti.

Questo mondo divino ma ricco di peculiarità e dinamiche umane mi ha sempre profondamente colpito.

Il primo libro che ricordo di aver letto e riletto si chiama “Olympus, diario di una dea adolescente” e narra della cima dell’Olimpo e dei suoi abitanti dal punto di vista della giovane Ebe, dea della giovinezza.

Ero ammaliata dalla genealogia, dalle parentele, dagli inciuci e dai dispetti di queste divinità greche e latine.

Tra i personaggi accennati, appena delineati, c’era anche il postino alato degli dei, Hermes, Mercurio, Ermete o che dir si voglia.

Ho letto altri testi sulla mitologia greca, senza mai soffermarmi troppo su questo personaggio.

Poi un giorno a lezione scopro che un intero ciclo di lezioni di storia della traduzione è legata a dedicata a lui.

E si apre un mondo.

Se invece di prendere in considerazione la storia e l’etimologia della parola “ermeneutica”, prendiamo come oggetto del discorso il personaggio Hermes (Mercurio) ci si accorge di come la storia di una parola e di un’idea molto spesso può essere costruita sulla storia di una figura mitica, un dio.

Scoprire le prerogative di Hermes è come scoprire le forme che storicamente assume l’ermeneutica come storia di una filosofia pratica, trasgressiva dei luoghi comuni del mito e che in sé conserva un certo grado di intensità speculativa, come nel caso di chi, come Hermes, fa del commercio linguistico, della tecnica della mediazione e del trasporto di senso una missione eterna, sovrumana, pure nella certezza del valore umano della comunicazione.

La genealogia di Hermes rimanda a Pleione, un’oceanina, figlia di Oceano e Teti, che sposò il titano Atlante da cui ebbe 7 figlie, le Pleiadi.
Una di esse si chiamava Maia, ebbe una relazione con Zeus e da quell’incontro di passione nacque Hermes.

Hermes trasporta in ogni dove i decreti reali e il poeta Omero tramanda che il Dio, ancora fanciullo, fu l’inventore del primo strumento musicale della storia dell’uomo, la lira con 7 corde ottenuta dalle viscere e dalla corazza di una tartaruga.

Il giovane Hermes barattò questo straordinario strumento con Apollo per una mandria che, in realtà, era stata già rubata dallo scaltro dio.

Conoscendo questa storia si spiega il suo appellativo di dio patrono dei ladri. E anche quello di guardiano degli armenti (NOMOS).

Nomos, in greco, significa Legge e deriva da “colui che gestisce il gregge”, ovvero colui che stabilisce le regole entro le quali un gregge deve stare in uno spazio.

Hermes, poi, fabbricò per primo la zampogna, che diede sempre ad Apollo per ricevere in cambio una verga con due serpi aggrovigliate, che rientrano nel suo corredo abituale assieme ai sandali e al copricapo alati.
Con la divisa da postino degli Dei, Hermes fa da intermediario tra cielo e terra, non solo materialmente ma anche metaforicamente: infatti è figlio di Maia che discende dai titani, cacciati sotto terra, ma è anche figlio di una divinità celeste, il dio Zeus.

Hermes non è legato alle cose, è una divinità del movimento, che non si cura di avere possesso delle cose e, infatti, scambia i suoi oggetti (la lira, la zampogna) con Apollo, li commercia. Questo fatto è particolarmente importante poiché la Lira di Apollo, che è uno degli attributi classici del dio della Poesia, è stata fabbricata e inventata da Hermes, che non suona lo strumento.

Il dio della poesia e il dio dello strumento sono disgiunti.
Sono due abilità che la storia della mitologia ci ha già consegnato disgiunte ma imparentate, poiché senza la Tekné, la tecnica di Hermes non può esserci la poesia del canto di Apollo.

Hermes è anche conosciuto come Nomos. Portato sul piano teorico, ciò significa che la poesia è sia libertà che Nomos, legge.

Poesia è seguire delle regole per poter essere liberi di creare.

In Hermes abita la trasgressione, ma anche la legge.

Hermes è l’arte del compromesso, della mediazione che per eccellenza si riflette nel commercio ma anche nella traduzione, poiché nel tradurre non si hanno sempre le parole adatte, ma è necessario arrivare a un compromesso con il testo.

Apprendere questi concetti, interiorizzarli e farli propri e, successivamente, metterli in pratica nella vita e nel lavoro è un grande arricchimento.

Insegna che nulla nella vita è definito e “immutabile”, non esistono mai confini precisi e regole fisse, ma bisogna sempre cercare di mediare, di trovare una via di mezzo che vada bene in una data circostanza per tutti i soggetti coinvolti.
La lezione di vita che ho appreso da questo percorso di studi e di lavoro è che bisogna cercare un significato nascosto in ogni cosa, mediare con esso e uscirne arricchiti e potenziati.

Aprire la mente con poesia e leggerezza, indossare i sandali alati di Hermes e partire per un viaggio inaspettato.

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[Tranne dove specificato, tutte le immagini contenute nel post sono di mia proprietà]

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Le divinità greco latine in qualche modo continuano a vivere e ad esercitare la loro influenza ....😃

Sono lo specchio del mondo antico, che per quei famosi corsi e ricorsi storici, alla fine è anche e ancora il nostro :)

fantastica sintesi... il mio coniglietto si chiama così proprio come omaggio a questo affascinante Dio....
Bene mi salverò questo link, cosi da adesso, ogni volta che mi chiederanno "ma perchè questo nome?!" non avrò bisogno di sprecare il mio fiato! ;)

ahahah bellissimo nome!! <3

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