GUARDIA E LADRI

Era un giovedì come un altro a Nuova Delhi.

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La confusione regnava sovrana, mentre mi stavo gustando un bel piatto di riso basmati con del pollo al curry. Questo e pochi altri erano i piatti che riuscivo a mangiare in questa terra a dir poco incivile. Intorno a me, per non dire a pochi metri, il traffico era molto più che caotico: in confronto quello romano, al quale ero abituato a casa mia, era nulla. La follia con la quale gli automobilisti si muovevano lungo quella lingua asfaltata non aveva dell'umano.
Ma forse ciò che mi stupiva di più erano tutti gli altri mezzi che si muovevano il quel brulichio di carcasse (chiamarle macchine era eccessivo): motorini e biciclette ai miei occhi sembravano rischiare ogni secondo la loro incolumità. I semafori non esistevano...e se anche fossero esistiti...non penso che avrebbero rallentato o distratto chiunque si mettesse al volante in quei luoghi.
Ad ogni modo tutto sembrava calibrato al secondo: tutti sfioravano tutti, nessuno toccava nessuno. Rimanevo sconcertato ogni volta; forse anche perché volevo distrarre la mia attenzione da quel piatto, che definire discustoso era fargli un complimento. Mi mancavano i miei piatti italiani: la pasta, la pizza, i tortellini ed una bella granita siciliana.
, ci sarebbe stata veramente bene in quel giovedì di fuoco una granita!
In quel torrido giovedì.
Con quella granita in mano sarei stato divinamente sulla spiaggia di Cefalù, dove ogni anno con la mia famiglia ci recavamo in cerca di un po' di tranquillità. Allontanandoci dalla routine quotidiana e liberando la testa da ogni preoccupazione e brutto pensiero. Ma ancora mancavano alcuni mesi all'arrivo delle tante agognate ferie estive, ed anzi, ora mi trovavo per lavoro in questa città del terzo mondo, per un impiego che neppure amavo:

"ti piace viaggiare...cosa c'è di meglio di fare il rappresentante di tessuti nel sud-Asiatico?!?!"

dicevano i miei amici.
Ma loro non sapevano quale fosse lo stile di vita qui nel "SUD-ASIATICO".
Caldo, caldo, caldo....quando andava bene!
Quando andava male, invece, si aggiungeva anche la pioggia e l'umidità saliva fino a toccare il 100%. Quello era il caso di quel tremendo giovedì di giugno, visto che la mattina la pioggia aveva bagnato ogni angolo di Nuova Delhi.
Ma vi chiederete perché mi ricordi con esattezza quel giorno; quel giovedì di giugno, quell'ultimo giorno da rappresentante in Asia. Un evento, semplicemente sconvolgente, mi palzò addosso come se niente fosse. Ci si poteva aspettare di tutto, ma non certo un finale come quello di fronte al quale mi ritrovai. No, quello no!

Partiamo dall'inizio però:
mentre continuavo a mangiare quel pollo al curry in quella bettola, fui avvicinato da un gruppo di mendicanti. Notai subito l'elevata quantità di alcool che circolava nel loro sangue e nelle loro vene, visti i loro movimenti non proprio "decisi".
Fui distratto dalla loro presenza.
Mentre dalla mia destra un uomo mi si avvicinò furtivamente. Con la coda dell'occhio notai il suo movimento, ma quando mi girai, aveva già in mano la mia borsetta e se ne stava fuggendo via. Lasciai tutto il piatto con il pollo sul tavolo e mi gettai nella rincorsa; avevo pochi oggetti di valore nella borsa che quel povero ladruncolo mi aveva scippato: tra tutte sicuramente il passaporto, unico strumento per ritornare al più presto nella mia cara Italia e non rimettere più piede in India.
Iniziai l'inseguimento ed a fatica riuscivo a stargli dietro: il mio leggero sovrappeso sicuramente non mi aiutava. Notai, da solo, a bordo strata un rickshaw. Onestamente non era proprio da solo, visto che il proprietario era poco distante, appoggiato ad un muro. Vedendo ormai il ladro allontanarsi troppo, balzai su quel mezzo a me sconosciuto e mi lanciai nuovamente all'inseguimento. Da dietro riconobbi le urla di quello che molto probabilmente era un tassista, ovvero il proprietario del rickshaw che stavo guidando.

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In un attimo mi ritrovai in mezzo al traffico indiano. Ero completamente nel pallone e tutto sembrava andare al doppio o il triplo della mia velocità. Io, in balia del mezzo, e gli altri che mi schivavano come un birillo. Riuscii a non perdere il contatto visivo con lo scippatore. Egli si lanciò in una via secondaria sulla destra ed io, sicuro di averlo ormai in pugno, lo seguii a ruota. Di fronte mi ritrovai una lunga scalinata e con i freni del rickshaw non funzionanti, mi lanciai come nel buio. Chiusi gli occhi e continuai dritto, sperando che non accadesse nulla. Gli scossoni che quel povero mezzo subì, non aiutarono certamente a tenere insieme quelle due lamiere di latta che andavano a formare il rickshaw: lo sportello di destra cadde rovinosamente.
Finalmente la scalinata finì ed io miracolosamente ero sempre in sella al mezzo più malconcio della terra: lo stesso ladro era a questo punto molto vicino e stanco. Mi sporsi dal rickshaw e mi lanciai su di lui prendendolo per la giacca che indossava. Rotolammo entrambi a terra ed infine riuscii a bloccarlo a terra.
"Sporco ladro, ridammi immediatamente la mia valigetta!" dissi io strappandogli di mano la borsa e continuando a stringerlo per la giacca.
"Ma sei italiano?!?! Anche io sono Italiano. Sono di Palermo!" disse il mio rapinatore con un accetto tipicamente siculo, mentre sul volto gli si stava iniziando a dipingere un leggero sorriso.
Ero molto confuso ed onestamente non sapevo cosa fare: picchiarlo perché quella sarebbe stata la giusta punizione per un ladro o lasciarlo andare perché ad un connazionale in terra straniera si concede tutto. La mia tranquillità però fu interrotta da alcune urla provenienti da lontano: erano il proprietario del baracchino dove stavo mangiando il mio pollo con il curry che stava agitando in aria un macete ed il tassista, che invece tra le mani aveva una lamiera, che da lontano sembrava essere un pezzo della portiera del rickshaw. Stavano correndo verso di noi e non sembrava avessero buone intenzioni. Guardai alla mia destra e vidi il rickshaw bloccato in un mucchio di di spazzatura.
Quella sarebbe stata la mia salvezza!
Corsi per raggiungerlo, lo tolsi dall'immondizia e saltai nuovamente sopra. Insieme a me questa volta anche il mio connazionale rapinatore, con il quale mi detti alla fuga. Al massimo della velocità fuggimmo, in mezzo al caos del traffico indiano, per salvarci la pelle...forse! In un attimo divenni da guardia a ladro.
Un ladro in terra straniera!

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Con questo racconto partecipa al contest settimanale di @spi-storychain in cui il tema era The Rickshaw Run e l'ambientazione l'India

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molto bello @moncia90! Divertente, ironico e ben descritto! mi è piaciuto!

Ahahah...ho voluto trasmettere un po' di ironia. Sono felice che vi sia piaciuto🤗

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Anche a me è piaciuto! Molto verosimile il fatto che se incontri un delinquente all'estero, spesso è italiano 🤣

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Ahah😂😂
Testimonianze di via reale!
Grazie Aki😊👍

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