Mondo Teatro 3° - La tournée

in #theatre6 years ago

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Ho scelto di fare l’attore per alcuni motivi molto forti (esibirsi, un po’ di narcisismo, imparare a muoversi sul palco, mimo, conoscere se stessi, approfondire il personaggio, inventare l’interpretazione, scrivere le opere, ecc) ma ce n’è uno che è altrettanto forte: viaggiare.

Viaggiare.

Andare in giro per il mondo e conoscere tanti posti diversi da quello in cui sei vissuto.
Il viaggiare non è certo prerogativa solo degli attori, ovviamente.
E quelli che viaggiano per lavoro mi capiranno benissimo.

Racconterò in libertà le mie esperienze di tournée, cioè di giro.

Intanto arrivi in un luogo e conosci le sue caratteristiche.
Diventi per qualche giorno cittadino di quel luogo, che sia piccolo paese o città.

Naturalmente quando arrivi devi lavorare, preparare lo spettacolo.

Ma sei hai un pomeriggio di tempo, una mattina, o più giorni, ti fai delle passeggiate in mezzo alla gente: conosci il suono delle cadenze locali, le opere d’arte, le specialità culinarie, i luoghi della natura, gli aneddoti e le storie locali.
Respiri l’atmosfera di quel territorio.

Quante volte ho pensato: qui ci vivrei!

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Dicevamo...le specialità della cucina locale: una delle prime cose che noi attori programmiamo è dove mangiare.

Di solito quelli del teatro dove fai spettacolo ti danno le indicazioni: la trattoria casalinga, l’agriturismo gustoso, il locale sfizioso. Certi ristoranti sono anche convenzionati col teatro.

Pensate che durante lo spettacolo, mentre recitiamo, (se lo spettacolo è ormai collaudato) la mente ogni tanto va al dopo, quando potremo mettere le gambe sotto il tavolo a papparci le bontà del posto.
Sovente, quando citiamo le città dove siamo stati, ci vengono in mente non i teatri ma le trattorie dove abbiamo mangiato…d’altra parte la fame dell’attore è storica (pensate alla maschera di Pulcinella).

Naturalmente mentre gironzoli per la città o il paese, non sei proprio giulivo e rilassato.
C’è uno spettacolo che ti attende e ogni volta è un mistero cosa succederà sul palco e con il pubblico.
Anche se lo spettacolo ha tante repliche, una vaga tensione ti accompagna, tensione che scomparirà quando si aprirà il sipario.

Ma veniamo alla parte professionale.
Come ho scritto nella prima puntata, il Teatro è un lavoro di equipe.
Quando vai in trasferta si muove una macchina complessa.
I tecnici viaggiano con un mezzo grande (furgone, camion ecc.) dove sono contenute le scenografie e le dotazioni tecniche (luci e audio).
Le attrici e gli attori arrivano (più tardi) con mezzi vari (auto, treni, aerei).
Personalmente, essendo spesso anche regista dei miei spettacoli, viaggio con lo staff tecnico.
Seguo il montaggio dello spettacolo, il puntamento delle luci e controllo il suono.

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La preparazione di uno spettacolo varia dal tipo di rappresentazione: può richiedere dalle 3 ore alle 10 ore o anche più.
Lo staff tecnico dunque arriva al mattino se la replica è alla sera o arriva il giorno prima se la rappresentazione è al mattino (di solito per gli studenti delle scuole).

Nelle tournée tutto è programmato mesi prima: dove si andrà dormire, gli orari di montaggio, la dotazione tecnica del teatro e la pianta del palcoscenico, i permessi di passaggio e così via.

Vengono scambiati protocolli di sicurezza fra compagnia teatrale e responsabili del teatro: la compagnia deve certificare l’idoneità delle scenografie e degli impianti tecnici che userà.
A sua volta il Teatro deve inviare il DUVRI che è un documento complesso che evidenzia tutte le peculiarità della sala teatrale e dei suoi responsabili.
Quando sei in giro, dovrai rapportarti ai tecnici del teatro, che sono fondamentali per l’aiuto che ti possono dare nel buon allestimento.

Poi finalmente lo Spettacolo!
Si apre il sipario e inizia il momento magico che travolge tutto e tutti! Adrenalina a tutto gas!

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Girando incontri tanti pubblici diversi.

Ogni regione, anche estera, ha degli spettatori tipici, anche se non ci sono delle differenze proprio estreme.

Il Teatro ha un suo linguaggio che deve essere immediatamente capito, così attori e spettatori condividono l’evento e si divertono insieme.

E’ come la lingua di una nazione; se tu la conosci bene, sei rapido nel capire e parlare, se la conosci così così, farai fatica a farti capire e capire.

In certi luoghi trovi un pubblico più vivace e ricettivo perché in quel luogo c’è magari una tradizione secolare di spettacolo o perché quel Teatro ha creato un pubblico di affezionati, abituati al codice teatrale.
In altri luoghi devi conquistarti gli spettatori, con le unghie e i denti.
E quando li hai conquistati è una grande gioia (emotiva e professionale).
E’ importante sottolineare che se uno spettacolo non viene apprezzato, non ha successo, non dipende dal pubblico che incontri, dipende dagli attori e dallo spettacolo stesso.
Sempre, è la qualità dello spettacolo che fa la differenza.

Nelle tournée, durante il viaggio (che spesso dura 4 o 5 ore) cerchi di non annoiarti.
Si fanno lunghe chiacchierate, si parla della propria vita, si raccontano le proprie passioni, si parla di tutto, perché le persone con cui viaggi spesso le vedi solo in occasione degli spettacoli.
Sono amici ma magari abitano in città diverse dalla tua e non li vedi frequentemente.
Quando li ritrovi, cerchi anche di capire l’umore che spesso cambia da viaggio a viaggio, perché la Vita è sempre piena di pasticci che ti porti dietro.

Per non annoiarsi si inventano anche dei giochi: enigmistica, indovinelli, gare verbali.
Si ascolta la musica.
E ovviamente si parla dello spettacolo, si ripassano copioni o si rivede la scheda tecnica. Si ritorna all’ultima replica per ricordare dei particolari che sono stati efficaci o altri che vanno modificati.

Lo spettacolo ti accompagna sempre durante la tournée non solo quando sei in scena.

Alcuni aneddoti.

Un giorno siamo arrivati in un paesino piemontese, in estate.
Spettacolo su palco, alla sera, all’aperto.
C’era la Festa del paese.
Abbiamo montato lo spettacolo e la Pro Loco ci ha invitato a mangiare qualcosa. Erano le sei del pomeriggio.
Di solito non mangiamo prima dello spettacolo, ma era presto quel giorno.
Un panino e…qualche bicchiere di vino fresco…
Tutto andava benissimo. Eravamo allegri e caricati.
Troppo allegri…io dovevo aprire lo spettacolo.
Sono entrato in scena e il vinello ha incominciato a fare effetto…cercavo di controllarmi, ma mi saliva prorompente la voglia di ridere e dietro le quinte sentivo la mia collega attrice ridere insieme al tecnico.
Per fortuna lo spettacolo era comico e gli spettatori non si sono stupiti di vedere un attore ridere tra una battuta e l’altra…ridevano con me…la risata è contagiosa, si sa…poi ho ripreso il controllo della situazione…

Un’altra volta, nelle Marche, siamo finiti col furgone in una strada in discesa senza via d’uscita. Il peso del furgone e la pendenza ci impediva di fare retromarcia. Abbiamo chiamato un trattore…

In Toscana, d’estate, arriviamo pronti per montare lo spettacolo: non c’era il palco.
Per un disguido gli organizzatori non avevano preparato il palco.
E non avevano mezzi.
Così abbiamo smontato la nostra roba, siamo andati col nostro furgone a caricare le pedane, abbiamo montato il palco (non da soli…), abbiamo montato lo spettacolo, abbiamo fatto lo spettacolo, abbiamo smontato lo spettacolo…il palco no.
Ma non era finita. Era notte fonda, l’una di notte. Gli stessi organizzatori ci avevano prenotato un agriturismo dove pernottare…solo che si erano dimenticati l’indirizzo. Così accompagnati dagli sprovveduti organizzatori abbiamo girato nella notte alla ricerca dell’agriturismo, svegliando case e persone.
Alle quattro siamo andati a dormire.

Sono semplici ricordi di un viaggiatore teatrale e ho voluto condividerli con voi.

E ora, per finire, qualche foto (qualcuna curiosa) scattata durante i viaggi teatrali

In autostrada
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Pecore in Svizzera
Pecore Svizzera.jpg

Per misurare il vento, in Trentino
Vento.jpg

Al festival di Avignon
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Il posto della magia
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Tutte le foto sono dell'autore

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Che post.... "Spettacolare"😉...bello. Da oggi per capire dove si mangia bene, oltre che chiedere ai "cammionisti" devo domandare agli attori 😋. La magia del racconto mi si è un po' spenta alla parola DUVRI👷(questo certificata che come in ogni lavoro, dietro la passione e la maestria ci sono dei professionisti👏).Ma poi mi è tornato subito il sorriso😂....sui vari aneddoti di viaggio. Aspetto la quarta puntata. Saluti kork75 🤗

grazie della lettura! Vedrò di raccontare qualcosa di poetico o comico la prossima volta....che è poi la sostanza di questo lavoro.

Quanto lavoro c'è dietro! Mamma mia!
Sto seguendo questa tua "saga" con veramente tanta curiosità e voglia di sapere!

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Bene! La saga continuerà! Son contento ti piaccia.

Purtroppo (o per fortuna) i giorni di festa tengono impegnati fuori casa forse piú di quanto non facciano i giorni feriali. Per questo motivo e soprattutto grazie al postIT di oggi mi ritrovo a leggere il tuo post solo oggi.
Come detto in passato avrei mola voglia di intraprendere la "carriera" dell'attore di teatro, ma i lunghi viaggi ed i tanti giorni fuori casa mi preoccupano...esiste una variante di attore di teatro in remoto?

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Ah ah. E' una remota possibilità...comunque le ultime novità tecnologiche teatrali sono gli ologrammi .Sono ormai usati anche per le conferenze e i concerti. Persone magari filmate a distanza appaiono sul palco in immagine tridimensionale. Vengono usate anche per resuscitare divi e cantanti che non ci sono più. Una tecnica molto costosa...ma è più o meno quello che vuoi fare tu...potremmo pensarci...ma viaggiare per teatri è un'altra cosa...se sei in remoto non sentirai il calore (o il gelo) del pubblico. Ma può essere divertente e interessante anche così. Praticamente è quasi come fare tv in diretta.

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