La narrazione a metà sulla rivoluzione russa in un libro di scuola

in #storia7 years ago (edited)

Più volte ho affermato che non esiste campo più minato di quello che ha a che fare col marxismo. Esistono più correnti che remano contro la dottrina originaria che ha permesso la rivoluzione, ossia quella guidata da Lenin e Trotsky: quella stalinista, composta da sotto-correnti tipo quella maoista, quella riformista, composta da quelli che vorrebbero sconfiggere il capitalismo a suon di leggi, nata in Germania e descritta da Rosa Lussemburgo in un libro, quella sindacalista, quella borghese e quella anarchica. Almeno tre di queste correnti hanno una certa influenza da parte della storiografia borghese. In questo articolo voglio prendere delle porzioni di libro di testo su cui ho affrontato una parte dei miei studi superiori, per mostrare come la versione borghese si è infiltrata in ognuno di noi.



Il treno di Trotsky (lui sta a destra). Immagine di dominio pubblico

Il libro ha il nome Voci della storia e dell'attualità - Volume 3 - Il Novecento, scritto da Antonio Brancati, Trebi Pagliarani. Come editore ha La Nuova Italia. In questo libro si possono trovare falsi, mezze verità, complete omissioni o de-contestualizzazioni.

Cominciamo


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In questa prima immagine ho evidenziato l’errore. La rivoluzione di febbraio ha avuto come effetto la creazione di un governo provvisorio che oggi definiremmo di centro-sinistra, che non intaccherà gli interessi di latifondisti e zaristi.


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Probabilmente questa parte l’ha scritta l’altro autore e contraddice il pezzo precedente. La borghesia in Russia quasi non esisteva. Non aveva le dimensioni della Francia rivoluzionaria.


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Il libro ammette che la rivoluzione viene ostacolata dai paesi borghesi, 21 per la precisione, dimentica di citare almeno una atrocità compiuti da questi, ad esempio il mandare carrozze piene di corpi smembrati congelati, di bolscevichi, alla campagne affamate proprio dalla guerra civile supportata dall’invasione straniera, con su un cartello con scritto cibo fresco. Queste dimenticanze chiaramente vengono giustificate coi tempi didattici.
Le misure drastiche, come ad esempio la revocazione del diritto di sciopero, vengono proprio istituite per non rendere vani gli sforzi e i sacrifici che avvenivano da molto prima. Il comunismo di guerra, che non va interpretato come forma politica ma di consumo, rappresenta un’altra misura dolorosa che ha permesso la distribuzione di beni di necessità in tempi di scarsità. Il comunismo di consumo esisteva anche in alcune comunità primitive di cristiani, ma con meno elementi coercitivi. Il comunismo di guerra non va assolutamente confuso con il comunismo come forma macro-economica e politica. Ma soprattutto non va confuso col socialismo, che rappresentano proprio lo stadio precedente in termini di evoluzione politico-economica. Il libro mi sembra confondere la cosa, e non si tratta della prima volta che vedo questa svista, ma ovviamente per motivi didattici.
Fra le misure drastiche vorrei anche citare le battaglie avvenute contro gruppi che inizialmente hanno appoggiato la rivoluzione, in maniera attiva, ma che poi sono passati alla contro-rivoluzione. Perché? Quando manca il pane le situazioni si fanno critiche, per farla breve.

Cosa poteva fare la dirigenza bolscevica al posto di implementare le misure drastiche? Esiste una barzelletta sui ladri che scavalcano dei cancelli per poter arrivare al luogo del furto. Dopo 5 cancelli un ladro chiede all’altro ti senti stanco? e l’altro dice no. Ripete la domanda al decimo, ventesimo, cinquantesimo cancello. Al novantanonesimo cancello l’altro dice di sentirsi stanco. Allora l’altro risponde: bene torniamo indietro.


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Qui si va sul sottile. Da quello che so lo stagismo, ossia un passaggio graduale dal modo feudale al modo capitalista e poi al modo socialista, non viene menzionato dai classici sul marxismo, al massimo dai testi riformisti in Germania, che Lenin commenterà con disappunto. Tuttavia Lenin e Trotsky sapevano che un paese arretrato come la Russia non può raggiungere, da solo, il socialismo: serve l’aiuto materiale dei paesi borghesi o capitalistici che si stanno trasformando. Per questo parlavano di rivoluzione permanente, ossia di aiutare la rivoluzione in altri paesi. Contrari a questa linea si trovano Stalin e i suoi sostenitori, gli stessi che appoggiavano il governo provvisorio e che hanno votato a sfavore dell’insurrezione d’ottobre. Essi parlavano di socialismo in un solo paese. In Italia parleremmo di autarchia.

Conclusioni

Ho cercato di stringere il più possibile i miei commenti. Questo significa aver tralasciato degli avvenimenti che delle persone trovano più importanti.
Nel libro non viene dato spazio al processo democratico che avveniva all’interno del partito bolscevico su varie decisioni. Come già menzionato, la rivoluzione d’ottobre nasce e viene votata nelle assemblee di partito.
Non viene quasi mai approfondito come mai Lenin si trovava quasi sempre in minoranza quando sosteneva delle posizioni. Non vengono approfondite le questione dietro lo scioglimento dell’assemblea costituente nel 1917: gli storici borghesi vedono questo atto come uno dei tanti indizi della natura autoritaria del socialismo (o comunismo? boh!), però tendono a non fornire i dettagli dell’accaduto, nei casi più onesti.
Tempi didattici.
Sul perché vale la pena ricordare la rivoluzione russa, rimando a quest’articolo. Per farla la breve: rappresenta il primo esempio storico dove il proletariato, in questo caso operai e contadini, riesce a conquistare il potere politico, per una manciata di anni.

Avvertenze

Ho saltato la spiegazione di comunismo, socialismo e capitalismo per questioni di brevità. I miei commenti possono contenere errori di varia natura, quindi invito a consultare le fonti come doppio controllo. In genere per socialismo macro si intende un paese con economia pianificata contrapposta a quella di libero mercato del capitalismo macro, e il controllo operaio in ambito aziendale (o micro-economico) contrapposto al controllo dell’impiegante del capitalismo micro. Esistono anche altri ingredienti che differenziano i due concetti, che salto.

Risorse

Immagini dell'autore

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Trotsky è a sinistra del treno, ma è a destra guardando lo schermo. Per quanto riguarda i due concetti di socialismo macro e micro, già sai, ma non nello specifico come ho teorizzato di risolvere questo tipo di problemi nella teoria socialista di Charax.io

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