Il Movimento 5 Stelle scriverà la storia?

in #storia5 years ago (edited)

Di analisi, più o meno tali, strampalate del movimento ne abbiamo lette tutti: gruppo fascista, di sinistra, statalista ed assistenzialista, ultra-liberista, etc.. Anch’io in passato c’ho messo del mio nella conclusione di questo articolo e in altre occasioni. Tuttavia il movimento ha già le carte in regole per aver fatto di più del suo antenato storico, al netto di aver governato per qualche dozzina di mesi.


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Un giovane Beppe Grillo nel 1979. Immagine di dominio pubblico

In origine, nel 2009, fu il PD a negare l’accesso a Grillo. A Giannini, fondatore del Fronte dell’uomo qualunque (FUQ, in inglese suona simpatico) e del settimanale L’uomo Qualunque, fu negato l’ingresso nel Partito Liberale Italiano.

I due rispettivi gruppi politici creati dai due soggetti, risultano praticamente sovrapponibili, con le opportune correzioni del momento storico, in diverse circostanze:

[...]. Mi resi conto che con quella mia assenza dalla politica, durata un quarto di secolo, avevo contribuito a rovinare la mia Patria, **poiché solo a causa dell’assenza mia e d’altri milioni d’italiani che, come me, avevano egoisticamente badato solo ai propri affari, Mussolini aveva potuto diventare padrone d’Italia. Decisi di riparare al mio errore e d’entrare in un partito politico”.

Provate a sostituire Mussolini con Berlusconi, Patria con Italia, partito politico in movimento, italiani con cittadini, ed avete la traslazione moderna del qualunquismo, in quanto più volte, negli anni, probabilmente avrete sentito da simpatizzanti e militanti del movimento qualcosa di molto simile alle parole precedenti.

Avrete anche sentito qualcosa di simile a questo, che però fa parte delle parole di Giannini quando commenta la sua rubrica Le vespe, del suo settimanale:

a volte, sfottendo sfottendo… si mettevano in risalto i veri problemi del Paese.

Grillo lo ha fatto per anni, col Vaffa day ad esempio.

Inoltre:

Giannini elaborò una propria teoria politica, basata sull’antagonismo tra “capi” e “folla”. «I primi si identificano negli “uomini politici professionali” in eterna lotta tra di loro per la conquista dei vantaggi personali conferiti dal potere; la folla è invece costituita dai “galantuomini”, cioè dalla gente di “buon senso, buon cuore e buona fede […]

Sostituite capi con casta, folla con cittadini onesti et voilà.

Continuando sul linguaggio e sui capi:

La sua opposizione [di Giannini] era totale e partiva, appunto, da un uso della lingua che si poneva agli antipodi rispetto al linguaggio solitamente misurato dei politici. Per questa ragione, il principale bersaglio polemico della satira qualunquista furono i cosiddetti “uomini politici di professione”, vale a dire i politici in generale, o i “Capi” [...]

In entrambi i gruppi abbiamo la storpiatura scherzosa dei nomi: nel qualunquismo anni 40 troviamo il Comitato Liberazione Nazionale cambiato in Consorzio Lavativi Nequitosi, vento del Nord trasformato in rutto del Nord, Ferruccio Parri in Fessuccio Parri, Fausto Gullo in Fausto Grullo, etc.; oggi Monti diventa Rigor Montis, la Fornero diventa Frignero, Veronesi diventa Cancronesi, Bersani diventa Gargamella, Formigoni diventa Forminchioni, Berlusconi diventa lo psiconano, e via dicendo.

Proseguendo con il qualunquismo anni ‘40:

I partiti dell’antifascismo venivano descritti come i degni eredi del partito unico, vale a dire una cricca di politici di professione interessata solo ai propri affari [i capi, NdA] [...] Giannini denunciava il «fascismo dell’antifascismo», il proseguimento del dominio di un’oligarchia ai danni della maggioranza.

Oggi i partiti vengono descritti dal M5S come il partito unico della casta. A seconda del periodo, additavano il PD+PDL, poi PD+FI. In tempi più recenti, con varie giravolte, l’establishment grigio-verde. Per il movimento e per altri gruppi, l’emergenza fascismo in Italia non esiste, ma solo la questione dell’abbandono delle periferie da parte della politica, occupata dai suoi interessi di casta, riferendosi al PD principalmente.

Ennesima somiglianza sul trattamento degli espulsi/dissidenti:

Giannini collocava i qualunquisti dissidenti nel “partito della forchetta”, formato da «coloro che fanno i partiti per camparci sopra»

Oggi e ieri i cacciati/usciti dal movimento vengono accusati di volersi tenere tutto per sè lo stipendio da pubblico funzionario (comunale nel caso di Pizzarotti, parlamentare nel caso di De Falco, etc.). Una parte di questo stipendio in genere lo versano per sostenere l’associazione Casaleggio e varie infrastrutture/iniziativa del gruppo, quale Rousseau, microcredito, etc.

Altre somiglianze e differenze

Fra il M5S e il FUQ troviamo anche la simpatia e militanza proveniente dal Sud Italia, le numerose correnti interne che causa confusione programmatica, la disillusione per la destra e sinistra (pur se nel secondo caso abbiamo più temi di destra, viste anche le convergenze con il PLI), la volontà di ridurre il prelievo fiscale. Fra le maggiori differenze troviamo dei punti programmatici, i risultati elettorali e di conseguenza che ha avuto più uomini, ruoli nelle camere per due legislature, fra queste anche un governo. Per un punto, risulta come il Movimento 5 Stelle è riuscito a superare il suo antenato storico. Ma fra poco vedremo dove potrà consumarsi un altro successo.

La storia non si ripete mai allo stesso modo

Da notare, prima di avventurarci nel possibile futuro successo, che a distanza di oltre 70 anni, chi col paraocchi vede il liberismo nel FUQ, come IlFoglio renziano, ma ancora più grave l’articolo dell’associazione culturale L’individualista Feroce (reaganiana), dimenticano di citare la sfiducia al governo DC e l’avvicinamento a Togliatti in più di un’occasione: con il successo elettorale del novembre 1946, Giannini chiese con forti condizioni un’alleanza alla DC. Il rifiuto lo portò a rivolgersi, intorno al 19 dicembre 1946, ad una proposta d’intesa col Partito Comunista di Togliatti che accettò la discussione. La base di Giannini reagì con malumori e seguirono le espulsioni.
Ulteriori rifiuti da parte della DC portarono Giannini, a fine settembre, a votare a favore della mozione di sfiducia presentata da PCI, PSLI, PSI, contro il governo di DC, ma trovò il malcontento dei suoi deputati, che si trasformerà in ribellione, e della confederazione generale dell’industria, che lo priverà di ogni futuro finanziamento.
Può trattarsi di un binario simile su cui viaggia il Movimento?

Conclusioni

Come da titolo del precedente paragrafo, il movimento potrebbe riuscire ad avvicinarsi al PD(+LeU) dopo aver co-vissuto con la Lega, per una serie di motivi che hanno nomi diversi (governo di responsabilità, garanzia, del presidente, etc.). Questo aggiungerebbe un altro traguardo che mancava al qualunquismo degli anni 40, ossia aver chiesto ed ottenuto una intesa con due schieramenti opposti.
Ma questo, purtroppo o per fortuna, porterebbe alla fine del Movimento entro pochi quadrimestri. Salvo nuovi clamorosi risultati storici dove la base accetta questa nuova giravolta.
E a quel punto il M5S diventerà, nel giro di qualche anno, un capitolo di qualche libro di storia moderna, motivo di tesi di qualche candidato, motivo di ricordi con annesse forti delusioni. Tutti gli articoli sul blog, gli articoli sul Fatto Quotidiano, i vari meeting, meetup, le discussioni su Rousseau, tutte le amicizie nate fra gli attivisti e simpatizzanti, tutto il tempo dedicato a questo esperimento politico, diventeranno ricordi che andranno sbiadendo o bit in qualche server di qualche stanza climatizzata e polverosa o scantinato.
E via al prossimo giro di qualunquismo per chissà quale decennio del XXI secolo, ammesso che le condizioni storiche che l’hanno generato esisteranno ancora, con le generazioni che ne prenderanno parte: quelle giovani troppo giovani per imparare, quelle vecchie troppo vecchie per ricordare...



Immagine di dominio pubblico

Risorse

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Il movimento 5 stelle cadenti. Pensare che lo avevo anche votato

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In quali occasioni?

in due occasioni: politiche ed eurupee sigh!

Sai come finirà secondo me? (lo vedremo anche tra pochi giorni) la Lega ci ripensa sulla sfiducia, chiamandola Sfiducia 0, la prima sfiducia non conta! nel senso, che va bene Conte, facendo un Conte Bis, si scambieranno un paio di ministeri, forse addirittura Salvini lascerà l'interno a qualcuno di lui molto fidato, tipo un Giorgetti, in modo che lui possa fare quello che fa Di Battista nel M5S, campagna elettorale 24h al giorno.

Sarebbe comunque bello vedere un governo di colore diverso con i 5 Stelle, che, per quanto non mi stanno affatto simpatici, hanno dimostrato che almeno una cosa la sanno fare bene, in questo anno e mezzo hanno sempre rispettato gli accordi presi, dimostrandosi una forza politica "affidabile" che in politica è una cosa molto rara.

Se continuassero così, e decidessero di dare una svolta a sinistra, magari facendoci mettere la faccia a Fico (che credo non aspetti altro che dimostrare che lui era il cavallo vincente e non Di Maio), potrebbe essere l'unica speranza di salvezza politica, sia per il M5S che per il PD, facendo leva sul fatto "Abbiamo messo da parte le nostre divisioni per il bene dell'italia, evitando l'aumento dell'iva e riducendo il numero dei parlamentari (cosa che si dovrà comunque passare da referendum), invece gli altri pensavano solo alla poltrona", in questo modo probabilmente non vincerebbero le elezioni, ma potrebbero non farle vincere al CDX, obbligandolo così a mediare le proprie posizioni.

Non dimentichiamoci inoltre che tra 2 anni c'è da eleggere il Presidente della Repubblica (motivo per cui Salvini desidera capitalizzare il suo bottino elettorale, visto che comunque faceva già quello che voleva come se avesse lui la maggioranza, oltretutto fa anche ridere quando dice che un governo m5s pd sarebbe una presa in giro per gli italiani blablabla quando sono il primo e il secondo partito più votato alle ultime amministrative, entrambi hanno più peso della lega ma forse ce ne siamo tutti dimenticati), l'elezione del PdR è fondamentale per il progetto di uscita dell'euro di Salvini, non ne può fare a meno, bloccare anche solo questo sarebbe un successo, trovare un nome condiviso tra PD e M5S (che ad oggi avrebbero la maggioranza per eleggerlo dopo la quarta votazione) non sia troppo difficile, sia tra personalità alla Rodotà (nome comunque non più spendibile), sia, per fare un dispetto più grande ancora a Berlusconi e alla Lega un Di Pietro, che più di una volta è stato molto vicino al movimento, sia essendo stato ministro nei governi di Csx.

Vedremo come andrà la partita, tutto è nelle mani dei 5 Stelle, mi auguro che Davide (Casaleggio) sia un abile stratega, più di quanto non lo sia stato fino ad adesso.

hanno dimostrato che almeno una cosa la sanno fare bene, in questo anno e mezzo hanno sempre rispettato gli accordi presi, dimostrandosi una forza politica "affidabile" che in politica è una cosa molto rara.

A me questa cosa non risulta. Liberissimo di non credermi, ma qualcuno di sicuro più vicino al Movimento di me, la pensa allo stesso modo: https://comedonchisciotte.org/se-pacta-sunt-servanda-chi-ha-tradito-chi/

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