Delle api erboriste..

in #steemstem5 years ago (edited)


Il comportamento della famiglia in apicoltura da rendimento è molto importante. L'omeostasi interna del super-organismo alveare, garantisce la normale attività di lavoro durante il percorso di sviluppo della famiglia. L'osservazione del comportamento delle api è pratica nata con la nascita dell'apicoltura. Ma quali possono essere i fattori che scaturiscono un’alterazione di questo equilibrio perfetto e vanno ad influenzare il rendimento della famiglia?


Possiamo essenzialmente dividerli in due grandi categorie:


Cause esterne: Che sia un apicoltore in buona fede, o l'abbattimento di un albero, l'uomo, in ogni caso, arreca un trauma a quello che è l'equilibrio interno della famiglia. L'aprire e chiudere l'alveare per effettuare le visite di routine è sicuramente uno degli aspetti più traumatici dell'apicoltura moderna.


Risposta immunitaria: Parassiti, batteri, funghi e virus minacciano la vita delle nostre api. La costante presenza all'interno dell'alveare di patogeni ha come conseguenza un continuo stato di allerta (non esistono famiglie assenti da patogeni, ma solo famiglie in grado di resistergli).

Ma, come si difendono le api da questi agenti? Sono stati individuati due meccanismi di difesa, se così possiamo definirli. Il primo consiste nell'immunità individuale, dove la singola ape innesca una determinata reazione in risposta all'agente esterno. Il secondo, lo troviamo nell'immunità collettiva. Come abbiamo più volte detto, le api si comportano come un super-organismo in grado di comunicare ed organizzarsi. La minuziosa organizzazione dell'alveare annessa alle proprietà intrinseche dei loro processi di produzione, rende l'alveare sicuro e in grado di resistere all'attacco di patogeni.


In cosa consiste l'immunità collettiva, che si trova ad essere la prima frontiera di difesa all'interno dell'alveare?


Possiamo attribuire il successo del super-organismo alveare a particolari proteine che, nel processo di lavorazione dal nettare in miele, ovvero in diverse fasi nelle quali l'ape ingurgita e rigurgita il nettare. In questo procedimento per mezzo di vari coenzimi secreti dalle ghiandole ipofaringee, abbiamo come risultato l'ossidoriduzione del miele; uno tra i coenzimi più importanti che prende parte a questo processo è il GOX. E' proprio dall'azione di quest’ultimo che abbiamo la formazione del perossido di idrogeno, che contribuisce in maniera attiva nella capacità antibatterica all'interno dell'alveare. Tramite l'ausilio della tecnica PCR inoltre è stato possibile monitorare la produzione di GOX all'interno delle api, è apparso come la percentuale aumenti in base all'anzianità dell'ape.

Da tale studio possiamo dedurre, inoltre, che l'azione antibatterica esercitata dall'ossidazione di diversi flavonoidi ha una maggiore azione all'interno dei prodotti dell'alveare realizzati da api adulte e non nelle giovani nutrici addette però alla produzione di pappa reale che da sempre ha dimostrato proprietà sicuramente interessanti per quanto riguarda lo sviluppo dell'ape nello stadio larvale.

Possiamo inoltre dedurre che la regina alimentata esclusivamente a pappa reale abbia in realtà una capacità antibatterica intrinseca più bassa rispetto ad una comune operaia.

L'interno dell'alveare inoltre è rivestito da propoli, che ha la funzione di sigillare le fessure e sanificare l'alveare in maniera indiretta. Conosciamo la pratica di imbalsamazione che attuano le api nei confronti dei predatori che riescono ad entrare all'interno dell'alveare e, dall'osservazione dei resti notiamo come il perfetto stadio di decomposizione annesso all'azione della propoli non dia spazio al proliferare di patogeni. Sempre mediante l'ausilio della PCR inoltre è stato possibile analizzare diversi campioni di api che provenivano da colonie trattate con propoli e non (rivestendo le pareti interne dell'alveare) dopo essere state contaminate da un'elevata carica batterica. Il risultato ha messo in evidenza come la propoli contribuisca a livello dell'immunità collettiva, in quanto la risposta immunitaria riscontrata nelle api non trattate era decisamente molto elevata.

Interessante è notare come nelle pratiche apistiche diffuse in tutto il mondo, la rimozione della propoli per facilitare il lavoro durante lo spostamento dei telai, sia inserita all'interno della prassi apistica...


Ma cosa accade quando questa prima frontiera viene oltrepassata e un parassita o un 'intruso viene in contatto con il supe-organismo alveare?


Il numero delle api all'interno dell'alveare durante il periodo di massima importazione può raggiungere e superare anche le centomila unità, un numero sicuramente importante sotto il punto di vista dei volumi, che non darebbe modo di preoccuparsi in relazione alla normale attività della famiglia.


Ma risultati dei test avvenuti su campioni dimostrano come le singole api abbiano una risposta diversa in base ai singoli casi (patologia, parassita o trauma), ma tutte hanno in comune una diminuzione dell'attività motoria, con annessa riduzione nella produzione di vitellogenina, che come già detto in precedenza è una proteina globulare fondamentale per le difese immunitarie dell'ape. Questo riscontro lo si ha avuto sia in relazione ad infezioni, che in simulazioni finalizzate ad innescare la difesa immunitaria. L'esempio portato è quello di una puntura di spillo, che può essere paragonato ad un urto, lesione o trauma che può ricevere la singola ape durante un controllo in apicoltura o per traumi dovuti a cause ambientali. Non ci dimentichiamo però che l'alveare è costituito da più individui e cambiamenti comportamentali del singolo, possono innescare conseguenze a livello sociale. Nelle grandi apiculture in nord Europa, troviamo l'utilizzo di bilance al di sotto delle arnie, lo scopo iniziale era quello di monitorare la produzione di miele durante l'arco della giornata. Ma quello che si evinse in seguito all'osservazione della bilancia fu che nel momento in cui l'apicoltore andava ad aprire la famiglia per effettuare la visita di controllo, la famiglia interrompeva l'importazione e il lasso di tempo che passava prima che essa tornasse a pieno regime superava di gran lunga quello passato dall'apicoltore durante la visita (la media a cassa sono 10 minuti, l'interruzione di produzione arriva a durare anche più di un'ora dopo il passaggio dell'apicoltore). Questo accade non tanto per il trauma dell'apertura della cassa, ma per la moltitudine di api mutilate al termine della visita.. per quanto un apicoltore possa essere attento, le api sono fragili e basta veramente poco per danneggiarne una, pensate nel lavorare a contatto con centinaia di api. Le api non perfette non sono accettate all'interno della famiglia, la loro alimentazione e la mancanza nel contribuire alla vita dell'alveare farà sì che verranno presto abbandonate al di fuori dell'arnia.




Concludo facendo mea culpa per tutte le volte che ho raschiato il propoli dalle casse per facilitarmi il lavoro...




Fonti:

Honeybee glucose oxidase--its expression in honeybee workers and comparative analyses of its content and H2O2-mediated antibacterial activity in natural honeys.

Propolis and bee health: The natural history and significance of resin use by honey bees

Parasitic and immune modulation of flight activity in honey bees tracked with optical counters.


Foto:


Tutte le foto sono di mia proprietà







Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art




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Accidenti Vittò non raschiare più il propoli, e prestami un po di GOX visto che hai api anzianotte, n'abbraccione.

ahahahahahahahahahahah

iiiiiiii chi ti vu piglia a fuacu tu e tutti l api vittooooooo, vittorio.

Quindi sei vittorio l' amico di Armando sodano l'apicultore. INCULA A CHI Té MUARTU COMPA, SI TIENI U FIGATO MO MI DU L INDIRIZZO, tanto ti truavu....di si sii. A vu fini cu su cacamintu i minchia e fa guadagna a brava gente!!!

TI TROVO ZI, e tifazzu capi pikki ìti pienti, non è bello cosi

ma sei un uomo di mmerda vittorio, Spero che tu ti posso pentire di come ti sei comportato.

a me sembra che è il 5 commento che lasci..

SI ok, ma io ti kiedo scusa, pero possiamo ritirare sti flag, e mi lasci alzare i miei miseri 50 cent.???

il flag non posso levarlo, ma posso smetterla se fai lo stesso, detto ciò evitiamo altri commenti, o per levarli di torno dovrò flaggarli....

tu hai api, miele io blog, gli amici , afmando. Stiamo tutti in armonia e aiutiamoci invece di cercare di danneggiarci. Ma sei d accord?

Ciao Vittorio, per piacere possiamo finire questa stupida guerra di upvote.

se la smetti volentieri..

io tu , noi, e soprattutto discovery it, possiamo ritirare sti cazzi i flag

cioè sei un professionista italiano, invece di siutarci mi fai la guerra ggi d agostino? ma pirki?

ma è possibile ritirare i flag? si o no?

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