SI, LO SO: SONO UN PROVOCATORE NATO. CHE CI POSSO FARE?
Già, ci posso fare qualcosa?
Certo che potrei, penso. Ma… non mi va. Non mi piace. Non lo ritengo… corretto.
"Ma come" direbbe qualcuno, "semmai scorretto è provocare continuamente come fai tu!"
E già, lo capisco. Ma… voi cercate un po’ di capire me.
Se penso una cosa, la dico.
Ora, messa così, potrebbe sembrare a tutti gli effetti la solita frase melensa da adolescenti (ma anche di tutti quelli che si prendono molto sul serio e si pensano sto ca@@o…!!): "Se ho un difetto? Si, dico sempre quello che penso…" Ma vai a cagare!!
Ma non è così.
Ho una certa età, conosco la buona educazione e, se non bastasse, anche usi e costumi, buone maniere, ragioni di opportunità…
Eppure…
Oppure, a dispetto di ciò,…
Oppure… che vuol dire oppure…??!
Vuol dire che, in un contesto nel quale senti dire delle inconfutabili banalità, tu puoi fare varie cose: fregartene, fare buon viso a cattivo gioco e sorridere semi-compiacente, girarti dall’altra parte facendo finta di niente, rispondere con frasi di circostanza, intervenire e controbattere con garbo per …non indispettire l’interlocutore, attaccare in modo diretto, provocare proponendo, con un’iperbole, un punto di vista completamente opposto…
Ecco.
Fregarmene, non riesco. Se la persona mi è amica, se la conosco, se le voglio bene, non riesco.
E non ci riesco nemmeno se chi sta dicendo una banalità (o un’emerita str@@@@ata) non lo conosco, ma ritengo che lasciarlo straparlare senza freni, possa essere nocivo e molesto (che ne so: un opportunista che dice banalità sull’immigrazione, ad esempio…).
Uso l’arma della provocazione, possibilmente a tutto campo. Ovvero, se il contesto me lo consente, senza attaccare direttamente la persona, ma per mettere in crisi la tesi che sostiene. Contestando …tutti quelli che sostengono quella tesi. "Nulla di personale, eh… Non ce l’ho con te! …in generale, dico…"
Ho fatto tanti lavori.
Quando ero nel marketing sentivo i miei colleghi sostenere che il marketing è la summa del meglio che ci sia in terra. Questa cosa mi infastidiva assai.
Essendo architetto, ovvero conoscendo cos’è l’architettura, replicavo alle loro asserzioni dicendo "Si, vabbè, ma l’architettura allora? Eddai, ma che state a dì…!!"
Poi mi trovavo con i miei amici architetti che si riempivano la bocca parlando di architettura, irridendo i partner coi i quali occasionalmente si trovavano a lavorare su un progetto, che seguivano gli aspetti di strategia di marketing e di comunicazione.
E mi irrigidivo di nuovo: "A belli… ma che state a dì, nun è così che funziona! Guardate che marketing e comunicazione nun so’ solo chiacchiere…"
Suono, canto, frequento musicisti professionisti. Per loro la musica è tutto.
Ho capito, e lo sport? "Guardate che non c'è solo la musica..."
Eccetera, eccetera, eccetera…
Ultimamente ho provato, con garbo (credo), a scrivere un commento su un post di una cara compagna di Steemit che pratica il veganesimo e condanna la violenza nei confronti degli animali.
Ho usato il mio solito stile provocatorio per proporre un punto di vista alternativo ma altrettanto legittimo.
Nessuna risposta.
Le risposte le hanno avute, invece (non me ne vogliano gli amici che li hanno messi) commenti banali e melensi, per lo più di velata approvazione. E quelli che, garbatamente, con modi di circostanza prendevano velatamente le distanze, senza mancare però di complimentarsi col punto di vista espresso nel post che pure, in modo palese, non condividevano, come poteva facilmente essere letto tra le righe. Risposte di circostanza, appunto…
E così è arrivato il mio post di ieri. Che è lo spunto per questo di oggi.
https://steemit.com/animals/@marcodobrovich/we-all-love-animals-they-are-searching-for-a-house-en-es-fr-it
Gira che ti rigira, da Facebook si sono velocemente trasferiti su Steemit usi e costumi riguardo al nostro amore per i nostri amici a quattro zampe: cani, ma soprattutto gatti. I gatti!!
Che sono tutti carini, …"e quanto voglio bene al mio gattino",… poi magari esci e prendi a calci lo zingaro che rompe i coglioni sotto casa.
Lo so, non c’entra niente, ma …tant’è…
Dai sei ai venticinque anni ho abitato in campagna, nella periferia sud di Roma, Campagna vera, ora cancellata dall’abusivismo selvaggio. Il ciclo delle colture, le pecore al pascolo e relativi cani pastori abruzzesi, quelli bianchi…
Spesa dal contadino, ortaggi e frutta colti assieme a lui, che mi conosceva, dall’orto. Per gioco. Per imparare… Il pollaio, il porcile, le uova fresche bevute appena fatte…
Avevamo un giardino, che affacciava su un campo. Nel campo ora c’era il grano, ora i carciofii, ora l’erba medica,… E negli intervalli, le mucche a pascolare. Per concimare…
Abbiamo avuto cani, gatti (fino a dodici), criceti, conigli, tartarughe, pesci rossi, canarini, merli, un’oca… e persino una talpa in giardino, che curavo e un pipistrello che, non ci crederete mai, era rimasto aggrovigliato nella mimosa di fronte a casa, l’avevo salvato, me l’ero messo su una spalla, lui ha dirottato sui miei capelli (impigliandosi di nuovo)… e siamo rimasti amici.
E una volta, persino, uscendo dopo mezzanotte dalla birreria che gestivo con mio fratello, troviamo un puledro. Si un puledro!
Lo portammo a casa, sicuri che il giorno dopo qualche fattore sarebbe venuto a reclamarlo, Ma che potevamo fare, lasciarlo lì all’aperto, da solo, di notte?!
Ricordo che mia mamma, la mattina, affacciandosi sul balcone con la tazza di cappuccino in mano, ci vide che ci davamo da fare per dargli da mangiare alcune carrube che avevamo colto da un albero nel campo di fronte e disse: "E noo, mo pure il cavallo no!"
Con ramarri, orbettini, frustoni (grosse serpi d’acqua che trovavamo vicino alle marane), lucertole,… con quelli avevamo un rapporto diverso: ne andavamo a caccia…
Io amo gli animali.
Li amo e, per essere un ometto di città, li conosco pure abbastanza.
E amo anche i vegetali., il mondo vegetale: gli alberi, le piante… Di molte delle quali conosco i nomi, il ciclo produttivo, il modo di fare gli innesti, di trapiantarle,…
Amo la natura.
E amo gli esseri umani. Tutti, nella loro diversità e le loro culture e tradizioni. Una ricchezza. (…i figli di puttana, però no, eh…! Quelli non li amo. …ho maggiore difficoltà).
Prendo tutto con ironia.
Chi mi conosce sa che la cifra attraverso la quale interpreto (positivamente) il mondo è il KAOS.
Eppure…
Eppure tutto questo amore incondizionato nei confronti dei gattini (per non parlare di quello per i cani, portati magari a passeggio con il cappottino), …mi interroga (diciamola così, va. Poi non si dica che non conosco la diplomazia anche io!).
E così ho pubblicato il post sui topi.
Silenzio assoluto.
Non ne è stata colta l’ironia?
Qualcuno non l’ha colta e mi ha risposto "ti darei volentieri una mano ma…"
Qualcuno l’ha colta e mi ha scritto "ti darei volentieri una mano, ma…"
Smile!
Quando lavoravo nella direzione marketing della Fiorucci salumi, un’agenzia pubblicitaria propose una campagna ironica. Il vecchio Sor Feruccio (Ferruccio Fiorucci, proprietario dell’azienda, che tutti, bonariamente, chiamavamo così) la bocciò e ci disse: "Attenzione ragazzi! Ci sono alcune cose sulle quali, per gli italiani, non si può scherzare. La mamma, la squadra del cuore, il cane, il gatto di casa e il cibo".
Hai voglia a dire che alcuni atteggiamenti degli amanti degli animali sono melensi, stereotipati, retorici… Che il tifo calcistico è la culla dell’antisportività… Puoi pensarlo. Molti lo pensano. Ma non puoi dirlo. Altrimenti: ostracismo.
Imbarazzato ostracismo? Non è detto.
"Ma si, continua così… Tu non puoi capire…" Non è detto nemmeno questo.
Eppure…
Mai letto Totem e tabù di Sigmund Freud?
Meditate, gente, meditate…
Come diceva Renzo Arbore in una memorabile (e ironica) pubblicità di successo degli anni ’80.
AUGH!
Post scriptum:
Nella foto di copertina la foto di una famosa pubblicità di Oliviero Toscani per Benetton. Un provocatore molto più bravo di me!
Quella e tutte le altre foto, sono tratte dal web.
Dolcissimo!
Viviamo nella società liberale che però difende una parte della popolazione, una certa ideologia e condanna quelle contrarie come "nazismo", "maschilismo" etc.
Un controsenso vivente, dove la maggior parte delle convinzioni che in genere sono vere e proprio mode, fungono da psicosi collettiva mirata ad influenzare il pubblico con uno scopo ben preciso.
Tanto di cappello a chi adotta una certa dieta perchè ha un organismo particolare e digerisce male certi cibi, ma tutte queste correnti e mode che vogliono porsi a "salvatrici dell'umanità" o addirittura "salvatrici della terra" non mi hanno mai convinto e mai lo faranno.
Alcune sono mode volatili, altre, più consistenti, mutano in costumi e poi tradizioni. Altre ancora, spesso altrettanto temporanee quanto le mode, ma forse più nobili, sono le ideologie. Tutte segnano, contraddistinguono un periodo più o meno lungo e caratterizzano il modo di pensare e di vedere le cose. E tutti, chi più chi meno, chi di qua chi di là ne siamo stati e ne saremo vittime.
Poi, presto o tardi, il ciclo si esaurisce e ne inizia un altro. Cambia nuovamente la prospettiva e si assumono nuovi parametri. O se ne recuperano dei vecchi, che mai si pensava potessero mai costituire di nuovo un riferimento, dati come erano per definitivamente superati, aboliti, cancellati, a suo tempo...
Si è sempre in un contesto. Che se ne sia consapevoli o meno. ...chi di qua, chi di là...
Ed è inevitabile che si difenda la propria posizione, perché è figlia di un’analisi che, magari non sarà lucida, ma è certamente sincera.
Il confronto tra posizioni differenti è ineluttabile. Talvolta anche lo scontro.
L’importante è non dimenticarsi mai della relatività delle cose. ...e mantenere, anche nei confronti più apri, un pizzico di ironia e autoironia.
Il pezzo che hai linkato è esilarante. È molto azzeccato... 😉
Concordo con te, il fatto è che si continuano a creare gruppi e controgruppi, e tutto quel che facciamo dalla mattina alla sera è alzare muri, le persone per questo sono più sole di sempre.
La maggior parte vivono secondo il "io ho ragione e tu hai torto", cosa della quale neanche io posso dichiararmi innocente.
Grazie Marco!
Marco sei il numero 1 in quanto creatività di un post :) ogni volta che leggo qualcosa scritto da te, rimango affascinato ;)
Grazie!
Sono solo ...un po’ più grande, ne ho viste e sentite tante... e, per una felice congiuntura, mi sono formato (anche) fuori delle accademie e dei circoli...
Rispetto tutti, ma mi piace condividere le mie riflessioni. Anche quando sembrano scomode. ...che poi, di scomodo, c’è solo il rapporto con noi stessi. Spesso immaturo, o fragile,... Irrisolto.
E vale anche per me.
Potevi anche tranquillamente fare il mio nome e guarda caso mi aspettavo ieri che avresti scritto (facendo riferimento a me) che stranamente non ho risposto sul post dei topolini!
:) Io ho finito, sinceramente mi sento MOLTO OFFESA da questo comportamento, soprattutto perché pensavo fossi una persona diversa.
Ripeto che non sono obbligata a rispondere a tutti i commenti e non sei stato l'unico al quale non ho risposto.
Nulla di personale, @viki.veg.
Ti stimo (anche per il fatto che hai avuto la forza e il coraggio di lasciare il nostro Paese), mi piace il sincero entusiasmo col quale hai sposato la nobilissima causa del veganesimo e per il tuo amore per gli animali.
Se posso permettermi... sii più forte. Io ti ho proposto un punto di vista alternativo. In modo garbato. Molti, purtroppo, ti attaccheranno in modo volgare. E dovrai avere le spalle larghe.
...io sono quello che pensavi!
😘
Io personalmente non ho colto ironia nei topi.
Per due motivi: ho trovato molto strano il post, ma al tempo stesso io li avrei salvati dei topi. Giusto il nome "ratto" mi ha allarmato, ma ho preferito prenderla come nota di simpatia.
Riguardo il tuo post, siamo in una società politically correct.
Non si può dire negro, frocio, stronzo, mignotta, mignottaro.
Come se la forma cambiasse la sostanza.
Vagli a spiegare che negro deriva da niger nigris, e che ad ogni modo ha una accezione negativa sia che sia nero o negro. E che non dovresti proprio etichettarla una persona.
Vagli a spiegare che le persone si distinguono non per razze, inclinazioni sessuali o modo di vestire, ma per i contenuti che hanno.
NO!
Oggi devi dire a uno stronzo che è diversamente gentile.
A un figlio di buona donna che è diversamente corretto.
Ad un egoista che è diversamente altruista.
E poi parliamone degli architetti, caro Marco, padre!
Non gli puoi dire "secondo me" che subito parlano di "piano regolatore, calatrava, le corbusier" ecc.
Purini ha fatto quella cagata all'eur? No è un genio. NO CRISTO SANTO FA CAGARE, come direbbe il buon Giovanni "il mio ragioniere con trenta euro te la faceva meglio".
Per cui Marco, non sei il solo che si è stancato di sentir parlare la gente.
Perchè un conto è confrontarsi. Un conto è dire una cazzata.
Un conto è credersi l'ingegner STOCAZZO.
Non parlo di te. Sia chiaro.
Baci
Stronzo = diversamente gentile è mitica!
Se lo trovo, ti giro una brevissima riflessione in cui la tua riflessione è tratteggiata benissimo: "Un conto è confrontarsi; un conto è dire cazzate".
Ora vado a cena, ma poi ti giro una frase che ho postato quest'anno a inizio anno. Come buon augurio...
La cena è diventata colazione? :-D
Voglio sapere cosa pensi del mostro di purini. Sò curioso!
Purini è un intellettuale sopraffino
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