Scenari alieni
Ahó ma ndo stanno? Disse Enrico Fermi. Lassàmoli stare disse Stephen Hawking. V’aspetto fòri disse John Cena. Qualche ipotesi sul perché non abbiamo ancora incontrato specie tecnologicamente più evolute della nostra.
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La questione eso-biologia (in questo caso significa vita al di fuori della terra) ha assunto più credibilità a partire dalla scoperta del primo pianeta extrasolare nel 1995. Oggi lo si dà per scontato, ma ai tempi scattavano risse intellettuali fra astronomi, astrofisici sulla possibile esistenza di pianeti al di fuori del nostro sistema solare.
Nonostante decenni di conquiste e fallimenti, tipo la scoperta di sorgenti idrotermali su Encelado, o eso-pianeti che si ritenevano abitabili ma a seguito di analisi risultavano più acidelli di Venere, nei film le civiltà aliene più avanzate vengono rappresentate per lo più come forze eso-coloniali, predatorie. Quindi delle minacce. Chiaramente i film hanno come fine l’obiettivo di realizzare più soldi di quelli che hanno speso per la produzione. E affidarsi sulla scorciatoia mentale della negatività assicura un modo per aumentare le possibilità di raggiungere lo scopo. La rappresentazione di predatori più avanzati dell’uomo va a parlare a quegli istinti anziani tanto quanto l’evoluzione, dove la sottovalutazione di un pettegolezzo sulla presenza di un animale affamato poteva costare la vita al singolo o ad una intera tribù.
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Qualche ipotesi sui mancati contatti
Nonostante spariamo onde radio nello spazio da decenni, e Stephen Hawking perde minuti di sonno nel pensare alla cosa, non abbiamo mai ricevuto una risposta. Occasionalmente capita di captare segnali e quasi ogni volta vedo ipotesi di questo tipo, soprattutto nei siti non accademici:
Non lo so, quindi alieni. Fonte
In genere si tratta di segnali provenienti da vari tipi di astri, come mostra il caso del segnale Wow!.
Penso che queste vicende stimolano il pensare varie ipotesi sui mancati contatti. Di seguito esporrò le mie.
Lo scenario Battlestar Galactica o solitudine galattica. Rappresentiamo la prima specie della galassia ad avere un po’ di tecnologia spaziale. Non esistono civiltà come la nostra. Viene anche ipotizzato che una civiltà come la nostra dista pochi decenni dall’esplorazione di svariati sistemi solari. Altre specie potrebbero arrivarci fra secoli o millenni, a seconda del loro livello tecnologico.
Lo scenario autodistruttivo. Questa ipotesi dice che le civiltà che hanno abbastanza esperienza con l’energia nucleare, prima o poi si auto-estingueranno a causa di errori involontari o caratteristiche intrinseche alla specie. Personalmente aggiungo che l’ambiente (inteso come una pluralità di elementi sociali, economici, etc.) influenza il comportamento.
Lo scenario realtà virtuale. Le specie potrebbero aver deciso di trasferirsi in un paradiso virtuale perché magari costa meno energia o per altri motivi. Quindi hanno più interesse ad esplorare codice, magari autogenerato, piuttosto che porzioni di universo.
Lo scenario rapporto uomo-formica. Date le varie differenze fra i due tipi di società, l’ipotesi suggerisce che i primi non hanno un interesse verso lo stabilire certi rapporti coi secondi. Se si trasporta l’analogia con un rapporto uomo-superspecie, si può dire che non suscitiamo nessun interesse sociale, commerciale, tecnologico, etc. verso specie più avanzate.
Lo scenario tendenza alla robotizzazione. Il superamento dei limiti biologici di civiltà con certe tecnologie, forse inevitabile?, potrebbe portare un disinteresse verso specie più biologiche, per una questione derivante da organi che influenzano il comportamento. Un esempio: persone che hanno certe lesioni al cervello non sanno fare piani a lungo termine e provare certi sentimenti. Una specie meno biologica potrebbe avere capacità che noi nemmeno immaginiamo, rendendo quelle che conosciamo ora (i sentimenti, i bisogni, le scorciatoie mentali, etc.) qualcosa di inconoscibile,. Ad esempio noi non riusciamo a vedere i lampi gamma o a rilevare la quantità di CO2 in una stanza, a causa dei nostri organi, ma riusciamo a sviluppare apparecchi che estendono i nostri sensi. Percepisco questo punto come parzialmente connesso a quello precedente.
Lo scenario Mass Effect o requisiti tecnologici. Magari esiste una federazione galattica che ammette nuovi membri, e quindi contatta, se e solo se hanno scoperto certe tecnologie, tipo un sistema di propulsione che permette l’esplorazione del sistema solare in meno tempo rispetto ai metodi di oggi.
Lo scenario limite tecnologico. Non esistono tecnologie per coprire le distanze fra vari sistemi solari con tempi inferiori all’aspettativa di vita di un essere umano di oggi. O magari i costi uccidono la volontà. Punto connesso con la solitudine galattica e tendenza alla robotizzazione. Di fatti oggi si esplora quasi interamente con sonde robotiche.
Lo scenario esaurimento del pianeta natale. In questa ipotesi si suppone che tutte le civiltà sufficientemente avanzate causano abbastanza devastazione del proprio pianeta natale, per attività minerarie ed energetiche volte a ricerca e sviluppo, tale da produrre fenomeni a scala planetaria (cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, etc.) che riporta una specie a livelli pre-industriali. Nemmeno l’industria mineraria spaziale può salvare queste specie da un declino reputato inevitabile. La dicotomia nascosta tutte-nessuna rende discutibile lo scenario dal punto di vista probabilistico.
Conclusioni
Quale scenario risulterà vero? Chi lo sa. Magari un mix di questi risulteranno veri. Però a questo punto rimane la domanda quanto tempo servirà per verificare quegli scenari?. Oppure ci si può domandare se scopriremo una civiltà meno avanzata della nostra, come decideremo come contattarli e come comportarci?
Ho evitato di scrivere uno scenario che personalmente trovo il più probabile ma il meno accettabile a livello umano, a causa delle conseguenze derivanti dalla sua natura prettamente matematica.
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Gabriele! Grazie di esistere! :-)
Interessante, divulgativo complesso al punto giusto per essere stimolante. Dovresti fare il divulgatore scientifico.
Come diceva bene secondo me A. Clark ci sono solo due possibilità: o siamo soli nell'universo o no. Entrambe le possibilità sono terrificanti.
Però chiudi dicendo che esiste uno scenario matematico che trovi più interessante. Se hai voglia ce l'ho dici?
Grazie mille!
No, non ho voglia. L'ho detto solo a due persone. Tra l'altro l'ho scoperto per caso, quindi secondo me ha più senso aspettare piuttosto che attendere un mio articolo a ricordo. Al momento ho la regola che lo dico per un prezzo o per l'esistenza di un'amicizia che dura da anni. Proprio perché ha delle conseguenze spiacevoli e/o liberatorie. Un po' come entrare in certi hedge fund ;)
Fantastico! Hai ragione! Io ci scriverei una sceneggiatura per un film o qualcosa del genere ;-)