Ministri non riscaldati

in #politics5 years ago

Ieri il governo Conte 2 (non chiamatelo Conte Bis in quanto non parliamo di rimpasto) ha prestato giuramento in presenza del presidente della Repubblica Mattarella.
Dopo tanto vociare abbiamo avuto finalmente la tanto attesa lista dei ministri.
10 ministri appartenenti al Movimento 5 Stelle, 9 appartenenti al Partito Democratico, un ministro appartenente a Liberi ed Uguali ed infine un cosiddetto tecnico. 7 sono le donne ed 8 i ministri senza portafoglio.
Con una media di 47 anni quello presentato ieri rappresenta il più giovane governo della storia della Repubblica italiana.
PD e M5S hanno sempre fatto a "cazzotti" ma hanno sempre avuto un elettorato abbastanza vicino a temi comuni quali l'uguaglianza sociale, il lavoro, l'ambiente e la giustizia.
Verrebbe dunque da augurarsi che questo governa possa finalmente rendere l'Italia più accorta a temi "green", legiferare in tema di conflitti di interesse, mettere finalmente in cantiere una patrimoniale, affondare la lama sul tema dell'evasione fiscale e della corruzione, stabilire nuovi criteri di uguaglianza sociale, proiettare l'italia verso l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione e tanto altro ancora.
La speranza è questa anche se le attese non sono altissime. Si temono conflitti intestini, rese dei conti, personalismi. Lo spessore delle 2 forze politiche è di certo molto più alto a quello che potremmo vedere nelle fila di Lega, fratelli d'italia e forza italia ma è di certo molto più basso rispetto a mostri sacri come Veltroni, Berlinguer, Occhetto e via discorrendo che dalla loro avevano un bagaglio culturale ed uno spirito critico che gli consentivano spesso di andare oltre le cariche, oltre gli slogan, oltre il consenso a tutti i costi.

Sono molti i volti nuovi che emergono fra i ministri del Conte 2. Molta curiosità ed un filo di preoccupazione dunque ma di certo è che abbiamo molti componenti competenti, giovani e incensurati il che non è mai stato scontato ahinoi.
Lamorgese è l'unico tecnico e dalla sua ha una vasta esperienza che le consentirà sicuramente di garantire una condotta molto più equa ma non per questo più lassista sul fronte migranti. Fa ben sperare anche Fioramonti all'istruzione, ministro che vorrebbe finanziare la ricerca e l'Università come prima cosa con 3 miliardi derivanti da tasse su merendine e bibite gasate, come avviene già in tanti altri paesi dell'UE.
Al lavoro troviamo un'altra donna, quella Nunzia Catalfo già teorica del reddito di cittadinanza e del salario minimo, segno che la spinta che questo governo cercherà condurrà verso maggiori diritti e maggiori garanzie per i più poveri e i più giovani.
E a proposito di giovani fa ben sperare la presenza di un ministero dell'innovazione, governato dalla supercompetente Paola Pisano di cui si parla un gran bene.
Gualtieri all'economia potrà far storcere il naso ai meno europeisti ma di certo ci darà ampia fiducia da Bruxelles consentendoci di riflesso di avere le mani paradossalmente un po più libere dal rigore dei mercati.
Speranza alla Salute potrebbe essere un segno di maggiore omogeneità nell'erogazione del servizio sanitario e maggiore ascolto verso la comunità scientifica.
Ottime le riconferme di Costa all'ambiente e Bonafede alla giustizia che bene avevano fatto nello scorso governo gialloverde.
Brutto segno la non riconferma di Trenta alla difesa dove Guerini costituisce una nomina troppo politica.
Male anche la nomina di Di Maio agli esteri dove l'esperienza internazionale non è delle più lunghe e consolidate.
C'è dunque qualche perplessità ma nel complesso se queste nomine dovevano fornire delle indicazioni lo hanno fatto e la strada imboccata sembra positiva, magari non entusiasmante ma di certo positiva.

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