Il ponte Gobbo a Bobbio, antico borgo di diavoli e santi

in #photo7 years ago (edited)

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Foto dell'autrice: San Colombano vigila sul Ponte Gobbo

Se vi trovate in provincia di Piacenza non potete non visitare Bobbio, un borgo carico di storia e di leggende.

Prima di addentrarci tra le storie magiche relative al suo bellissimo e antichissimo ponte, è bene dire due parole per inquadrare il luogo geograficamente e storicamente: Bobbio si trova in collina, nella Valle del Trebbia, un complesso di luoghi ciascuno dei quali merita più di una gita fuori porta, sia per i percorsi nella natura, sia per il fiume che offre angoli spettacolari e acque limpidissime (e balneabili).

Il sito, posizionato su uno dei percorsi  che dalla pianura porta al mar ligure era già popolato in epoche antichissime fin dal neolitico, quindi dai celti, poi venne annesso al territorio di Roma, ma è a partire dall'alto Medioevo che acquisì di importanza, iniziando ad affermarsi come uno dei maggiori centri di cultura d'Europa: San Colombano, monaco irlandese, giunse da queste parti nel VII secolo e fondò il monastero dove morì qualche anno dopo. L'abbazia di San Colombano possedeva una delle biblioteche più ricche d'Europa, e il suo scriptorium fu tra le ispirazioni di Umberto Eco per "Il Nome della Rosa".

Ma torniamo alle storie misteriose sorte intorno al suo particolarissimo Ponte, detto Gobbo per la sua forma a doppio saliscendi, o del Diavolo per le storie che lo riguardano. 

La prima leggenda è simile a quelle relative a tantissimi altri casi di ponti antichi in Italia, che ancora riportano il nome di Ponte del Diavolo, con la differenza che nel nostro caso coinvolge oltre al maligno compare anche la figura di San Colombano:  il Diavolo offrì un aiuto al Santo, dicendo che avrebbe congiunto le rive del Trebbia edificando un ponte in una notte, ma in cambio si sarebbe appropriato dell'anima del primo che lo avrebbe percorso. 

Colombano, pur essendo santo, disse di sì, lieto che il suo Borgo potesse avere un'opera tanto importante.

Il diavolo mantenne la promessa, utilizzando come maestranze edili vari diavoletti di varia statura, incaricati di reggere le arcate del ponte che, per questo motivo, risultò un continuo saliscendi.

Pronto a incassare l'anima che gli spettava, il mattino successivo si mise ad attendere su una delle sponde. Colombano però, non era solo santo, ma pure furbacchione, così fece attraversare il ponte da un cane. Resosi conto della enorme fregatura subita, il Maligno ebbe uno scatto d'ira, tirò un bel calcione al ponte  (che in effetti oltre che gobbo è anche storto) e poi se ne tornò all'Inferno. 

Varianti della leggenda sostituiscono al cane altri animali: un asino o addirittura l'orso che compare in un'altra storia di San Colombano (in breve, un orso era sceso dai monti e aveva mangiato un bue del monastero, e San Colombano per sostituirlo aveva convinto l'orso a tirare l'aratro).

Un'altra versione ancora fa costruire al Diavolo il ponte dritto, senza gobbe, e dopo l'inganno di San Colombano, disperato si butta nel fiume e l'onda che ne deriva causa le deformazioni del ponte.

L'ultima leggenda vede ancora il diavolo protagonista, e co-protagonista un oste, che aveva la sua osteria sulla sponda del fiume di fronte a Bobbio. L'osteria storicamente è sicuramente esistita, e tutt'ora lì esiste un ristorante-pizzeria. L'oste si lamentò con un cliente vecchio e gobbo che albergava da lui del fatto che il suo locale era sfortunatamente posto sulla riva sbagliata del fiume, perché se fosse stato collegato al paese avrebbe sicuramente avuto più lavoro e relativi incassi. Lo straniero gli chiese se in cambio di questo sarebbe stato disposto a vendere la sua anima, l'oste si mise a ridere, disse "certo che sì!" e tra le risate strinse la mano al vecchio, ignaro di avere appena stipulato un patto mefistofelico alla Faust.

Magicamente il giorno dopo, ancora mezzo nascosto dalle nebbie mattutine, comparve il ponte, con la sua strana forma. L'oste fu stupito ma contentissimo, così come gli abitanti che iniziarono ad andare a bere e mangiare alla sua trattoria.

La moglie iniziò a rendersi conto che i clienti arrivavano ad ubriacarsi all'osteria bestemmiando per la fatica dei saliscendi del ponte.  Una mattina, alzatasi all'alba, intravide tra le forme della nebbia mossa dal vento un demonio che si trasformava nel vecchio straniero, ed allarmata corse a parlarne col Vescovo di Bobbio, che a questo punto capì la disaffezione dei parrocchiani per le messe, e insieme alla donna architettò il piano per disfarsi dello scomodo straniero. 

Tornata all'osteria, preparò una lautissima cena per lo straniero, fino a che il vecchio, pieno di cibo e di vino crollò addormentato. Intanto il Vescovo si recò al ponte per benedirlo e insieme ai pochi fedeli che gli erano rimasti, fece collocare sul ponte edicole votive, croci e simboli religiosi (che in effetti esistono ancora). Alla mattina lo straniero si svegliò e vide il Vescovo sul ponte intento a benedire il ponte. A quel punto, capendo di aver perso, se ne andò lanciando una maledizione sul ponte: tutte le volte che nel paese diminuirà il sentimento religioso della gente, manderà una piena per distruggere il ponte. Non si capisce perché il diavolo punisca la gente quando perde la fede in Dio, ma si sa, le leggende sono un po' così, a volte fanno acqua da tutte le parti...



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Interessante davvero.

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Interessante e ben narrato, brava!

Bellissime tutte le leggende !! Scrivi molto bene! Upvoto con piacere

Grazie è un bellissimo complimento!

Foto fantastica!

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