Scully, I want to believe.

in #life7 years ago

"Gesù era un alieno, e presto li incontreremo". Ce lo dice Marco Columbro in un articolo dell'huffington post. Ho letto qualche riga e sono passato oltre.

Però la questione dell'improbabile è affascinante perché sopravvive al tempo e alla logica. Gli alieni esistono? Chi dice di si o dice di no, sa di mentire. La questione è quasi totalmente sovrapponibile al gatto di Schroedinger, non puoi affermare che esistono o che non esistono, a meno che non ci siano prove.

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Diciamo che le prove che non esistono sono loro stesse un paradosso, come fai a provare che non esistono? Provare che esistono sarebbe più facile. Ed è qui che nasce quella che è a tutti gli effetti una subcultura, dove ovviamente la condensazione di cazzari per metro quadrato è forse la vera e propria anomalia.

Alien Autopsy di Ray Santilli è un fottuto capolavoro di come si riesca a farsi danaro con il nulla e allo stesso tempo mantenere aperta una porta alla possibilità che tutto sia in qualche modo vero. Santilli ammette che quello che abbiamo visto sia un falso, ma lui l'ha girato esattamente come l'aveva vista nella pellicola che poi è andata perduta. In pratica se ci fate caso è quello che succede nel season finale di molte serie tv, tutto si conclude... beh quasi, un dettaglio, un qualcosa che mantiene viva la possibilità di fare la stagione 2, 3 eccetera. Eppure moltissimi sono convinti che sia tutto vero.

Altro esempio è la storia di Stan Romanek che ha avuto pure l'onore di un documentario (visibile su Netflix) che definire curiosa è poco. Si passa da situazioni in cui gli alieni fanno cose fuori dalla nostra logica, ma poi cascano come pere cotte in altre. Romanek ha poi ammesso di aver manipolato determinate immagini. Eppure c'è gli crede e lui ancora ci campa con questa messa in scena.

I cerchi nel grano neanche a parlarne. Ci hanno fatto pure un film. E pure dopo che hanno filmato i crop-makers all'opera che spiegano per filo e per segno come fare i disegni, niente da fare, still want belive.

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Se usciamo dal tema alieni, anche in altri settori accade tutto con la stessa meccanica. Il mostro di Loch Ness era un paperotto di plastica opportunamente girato con uno zoom e una fotocamera di scarsa qualità. La foto ha permesso di dare bei guadagni al suo autore che poi ha ammesso il fake, ma ancora oggi quando di parla del mostro del lago, viene mostrata quell'immagine.

Forse siamo noi, intesi come genere umano, che vogliamo credere di non essere soli. Ma poi quando li raffiguriamo o ce li immaginiamo, ecco che le cose cambiano drasticamente. Dall'abduzione (con rilascio, il che è una contraddizione... se facessi un prigioniero perché rilasciarlo?) alla guerra dei mondi o la serie tv (quella anni 80) Visitors che ha dato il via alla storia dei rettiliani.

Magari se fossi in una razza aliena, con la conoscenza e la tecnica per sobbarcarsi un viaggio praticamente a sola andata, ecco io non ci metterei piede su questo pianeta. Tra guerre, uccisioni, distruzioni a tutto spiano e inquinamento di ogni tipo, io con questi pazzoidi non ci vorrei avere a che fare. Al più salvo il gatto di Schroedinger, almeno lui è coerente.

pictures courtesy of pixabay.com

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