Sfide con il nastro rosa.

in #life7 years ago

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Giorno dopo giorno, le sfide non mancano mai.

È una sfida alzarsi ogni giorno e affrontare una giornata di traffico, caos, lavoro, piscina, piccoli momenti di quotidiana incazzatura.

È una sfida capire e farsi capire.
È una sfida cercare un equilibrio. Siamo funamboli sulla corda della vita. Equilibri precari ma stabili.

Ti trovi in una hall zeppa di persone, in attesa.
Un numerino, seduti a osservare un monitor. Persone che chiacchierano, altre ridono, altre fissano il vuoto, pensierosi. Altre sono preoccupate, hanno paura, forse.
Probabile.

Una signora scrive un messaggio: "sto aspettando, tutto bene. Ti faccio sapere".
Al telefono parole simili.
Stiamo aspettando, sperando che vada tutto bene.
"Ah, lei ha già fatto?" Chiede una signora a un'altra.
"Sì, sì, sto uscendo! Tutto benissimo!"
"Ah..." Scettica. "...ma... Fa male?"
"Ma no!" Fa l'altra, sicura. "Io dormivo!sono contenta che mi sono tolta il pensiero!".
Accanto, c'è il totem per i bigliettini dell'attesa. Due vecchietti bestemmiano contro la diabolica macchina che non rilascia i biglietti. È finita la carta.
Un ospedale che sembra un hotel, un'azienda. Pulito, ordinato, efficiente. Un'industria. Una sala piena, e siamo tutti qui per lo stesso motivo. Il solo pensiero mi mette i brividi. La quantità di persone che hanno bisogno di essere qui per combattere. Per fortuna, l'aspetto tragicomico non manca mai.
Una mamma anziana ma verace esce da una stanza e afferma: "Se non la smette di piangere le spacco le ossa! Starà bene, è guarita!"
"Ma poi, dotto',me le rifanno come dico io, no? M'aggia fa na 4!" dice un'energica ragazza campana.
La nostra compagna di stanza indossa una vestaglia di seta nera con stampe a fiori, elegantissima. Migliore di tanti miei abiti da sera. E pantofoline in pendant ramate, tacco 10 con le frange sulla fascette che avvolge le dita. È stata operata ieri e si spalma con cura la crema idratante, poi il contorno occhi, poi il burro cacao. Spera di restare un giorno in più, "Così mi riposo. A casa devo pensare a tutto io!".
Donne guerriere.
Sorrido.

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Ieri, aspettando il treno, sono entrata in una libreria. Reparto fumetti. lo sguardo cade su un volume intitolato "Storia delle mie tette". Lo sfoglio. L'autrice, di cui mi sfugge il nome, racconta l'epopea del cancro al seno sua e di sua mamma, tra gli anni '80 e '90. Un testo ironico, smaliziato, sincero, leggero ma profondo. Profondamente articolato come può essere la vita, la psiche di una donna che si ritrova a dover affrontare questa diagnosi. Racconta di chi lo vive in prima persona e di chi invece accompagna in questo percorso. Lo apro a caso. La scena di lei con il marito che scavano in una cesta di protesi, scegliendo le misure "nuove", in seguito alla mastectomia. Ambientazione, 20 anni fa: oggi non è più così e alcune delle scene raccontate con ironia tagliente non avvengono più, scrive un medico nella postfazione. Oggi la strada è la conservazione in modo che oltre alla malattia le donne non debbano affrontare anche la piaga psicologica e fisica della mutilazione, seppur provvisoria. Oggi la ricerca è andata avanti, le tecniche sono avanzate, tutto è meno traumatico.
Dicono.

Mi sto recando in ospedale appunto per questo, per accompagnare una donna pronta (più o meno) ad affrontare tutta questa innovazione e scienza medica.
È stato provvidenziale? O semplicemente la mente quando è occupata da una determinata tematica trova riferimenti a quell'argomento ovunque. Fatto sta che sfogliando quel fumetto, durante quella mezz'ora ho rivisto i piccoli momenti di follia che mi circondano al momento. Dover dare forza a chi forza crede di non averne più.
Dover sdrammatizzare drammi inesistenti e concentrarsi su quelli seri.
Dover vivere la vita quotidiana convivendo con una piaga che ci circonda.
Dover affrontare la sfida dell'acqua calda che non esce, del cibo che non è come vorresti, del sediolino scomodo del treno, delle zanzare in hotel, per distrarsi e non affrontare la realtà.
Una sfida nella sfida. Una matrioska di emozioni e sensazioni ed eventi che non crediamo di poter affrontare.
Ma alla fine va tutto per il meglio.
Quando tutto andrà bene, comprerò "storia della mie tette" e lo regalerò a lei che a quel punto avrà le sue nuove di zecca, una delle donne che sto accompagnando in questa sfida.
Mano nella mano. Così sorridendo ripenserà a questo periodo, sdrammatizzando e riconoscendosi in una lotta che non è solo la sua.

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Trovi sempre le parole giuste, anche per raccontare qualcosa di super delicato come in questo caso... Bellissimo post!

Grazie Francesca! In questi luoghi si è sempre sovraccarichi di emozioni che cercano una strada per venire fuori. Grazie per averle lette :)

cara @stella87s grazie per la leggerezza e la freschezza con la quale hai raccontato questa esperienza.

Grazie a te per aver avuto modo di leggerla. È difficile, ma la leggerezza aiuta a sopravvivere :)

Complimenti! Ti chiami come mia figlia :-) voto e follow per te, se ti va ricambia

Grazie, bel nome :)

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