Quando il posto di lavoro diventa invivibile

in #lavoro6 years ago (edited)

Libertà, quante persone per te hanno sofferto, quante persone per te hanno patito le pene di vario genere, e quante persone purtroppo in tuo nome.

Non prendete paura, non sono mai stato segregato, torturato, imprigionato, ma c'è stato un periodo, non troppo lontano, in cui ho subito pesanti limitazioni al significato di questa parola, dove è successo tutto questo?? Ebbene sì, sul posto di lavoro.

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Sono praticamente da 30 anni nel mondo del lavoro, mese più mese meno, e molto spesso ho condotto personalmente ed autonomamente le attività in cui ho lavorato, mai nel settore pubblico, sempre nel privato, eppure mai mi sarei aspettato di passare, in età ormai matura, neanche la metà di quello che mi è capitato.

Non scenderò nei particolari stretti, non perché abbia paura di ritorsioni, quello che vi racconterò è reale e veritiero al 100%, ve lo garantisco, non mi conoscete da molto tempo, ma non sono solito sparare pataccate, il mio stampo viaggia sul detto "meglio una brutta verità di una bellissima bugia".

Ma veniamo ai fatti, che in buona sostanza si sono sviluppati e concentrati in qualche mese, dove ne ho viste di cotte e di crude. Il principale protagonista di questo racconto sono, manco a dirlo, io, che dopo aver chiuso decentemente un'attività, trovo un'opportunità reale e concreta di una proposta di una società, che sembrava quasi l'Eldorado, da quanto fosse allettante.

Tutto è filato liscio per un anno circa, ma poco dopo essere rimasti sostanzialmente 2 soci, i problemi iniziarono ad arrivare a grappoli. Tutto quello che di negativo capitava nell'azienda era sempre e solamente colpa mia, io ero quello che gestiva la maggior parte delle situazioni, io ero quello che teneva il maggior numero di contatti, io ero quello che solitamente ci metteva la faccia di fronte ai clienti, per cui se c'era un problema, per forza di cose la colpa doveva essere mia. Certamente, totalmente esente da responsabilità non sono stato, ma tutto quello che è stato insinuato ed indirizzato al mio riguardo ha la stessa valenza di un iceberg, le mie eventuali "colpe" sono quelle visibili, come la superficie galleggiante della massa ghiacciata, che rappresenta circa il 10%, la parte sommersa era ugualmente imputata a me ma non era tutto il mio diretto controllo, mi spiego un po' meglio.

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Ripetutamente sono stato accusato di avere comportamenti non consoni, sono stato definito lavativo, inconcludente, pressapochista, volgare, ripetitivo, incapace di prendere iniziative, responsabile di ogni funzionamento imperfetto dell'azienda, di scarse vedute, garzone, perché il vero capo non era soddisfatto dell'andamento complessivo. Confermo che totalmente esente da responsabilità non sono stato, ma a tutto c'è un limite, e soprattutto quando mi si vogliono addossare colpe per fatti che non ho commesso, non ci sto, mi dispiace, sarà un limite del mio carattere ma il mio senso di giustizia è abbastanza svilupparo, se devo prenderla in quel posto, eventualmente ci deve essere un giustificato motivo, ed in quel posto di lavoro non ce n'erano.

Ritengo che per svolgere con relativa soddisfazione un lavoro ci siano diverse modalità, come una retribuzione bassa associata ad alte gratificazioni personali, retribuzione normale con andamento socio/ambientali nella norma, retribuzione alta e trattamento personale pessimo, per diversi mesi ho percepito un basso rimborso spese personale, con un trattameto e rispetto della mia persona che raschiava lo zero.

Nella mia vita sono sempre stato molto indipendente, raramente ho avuto un capo a cui fare riferimento, e riconosco un rapporto di lavoro subordinato, mi sono ritrovato ad essere trattato come il peggior garzone, pur avendo una qualifica formale di "socio", che era effettiva, perché avendo poteri e responsabilità di firma sui documenti ufficiali della società: quindi, tutti i doveri, le commissioni, i giri negli uffici, le grane da risolvere, e quando c'è da prendere un cicchetto, c'ero sempre io di mezzo, ma con toni, modi e parole che non sono degni di essere rivolti neanche ad un ragazzino al primo giorno di lavoro.

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Gestendo sempre più o meno direttamente le mie attività, ho sempre deciso cosa fare e cosa ad esempio rimandare al giorno seguente, in quei maledetti mesi da incubo che ho vissuto chiudo la porta d'ingresso dell'azienda ripassando mentalmente quello che avevo fatto durante la giornata, nella vana speranza di aver fatto tutto per evitare le riprese, i rimproveri, i cazziatoni ed alcune volte, perché no, anche pesanti insulti. Iniziare una nuova giornata lavorativa senza stimoli, senza prospettive, senza gioia, senza voglia di incontrarli (marito o moglie), arrivando tante volte a maledire il giorno in cui ero nato, questo è stato lo scenario con cui ho dovuto fare i conti, e sono tutto tranne che ipocondriaco, le schifose mail indirizzate alla mia persona ripetutamente le ho da poco cancellate, per cercare proprio di rimuovere anche mentalmente quel periodo, ma il numero su WhatsApp è stato semplicemente da me bloccato, il suo contenuto è ancora accessibile, e ci sono 2/3 messaggi che sono tranquillamente querelabili, in uno di cui ricorderò sempre la data e l'ora di invio, ci furono 6 pesanti offese personali a me indirizzate, assolutamente immeritate in quanto fortemente lesive della mia dignità di uomo e di persona che ha sempre cercato di svolgere il proprio lavoro con diligenza e responsabilità. Non cerco vendetta né risarcimenti, la vita va avanti e si deve cercare di voltare pagina, ma quando leggo (anche qui su Steemit) o sento raccontare di soprusi, abusi, prepotenze sul posto di lavoro, mi si gela il sangue e riaffiorano i ricordi che vi ho sommariamente esposto poco sopra, il tempo mitigherà e spegnerà i focolai che ancora sono purtroppo attivi, complici anche tutti i disastri e le conseguenze negative che quel periodo ha generato, tra cui il percepimento di un rimborso spese complessivo veramente esiguo, soprattutto negli ultimi mesi, l'essermi ritrovato praticamente in strada senza soldi e nessun meccanismo di protezione statale (ero "socio", e nessuna buonuscita era prevista), quali TFR o cassa integrazione, si potevano applicare alla mia persona.

Mi rimane solo il profondo rammarico che aver realmente dato il 110% di me stesso sempre e comunque, ho vissuto nella consapevolezza che volevo evitare il più possibile di sentire rimproveri e brutte parole nei miei confronti, ma non è servito a nulla, c'era sempre qualcosa a cui attaccarsi per vomitarmi addosso la loro insoddisfazione, e non era veramente possibile andare avanti in quella situazione paradossale e fortemente lesiva della mia integrità psicofisica.

Come finì tutto quanto? L'ennesima assurda pretesa e prevaricazione nei mei confronti ha fatto versare l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza, ed ho preso la palla al balzo (consultandomi prima con una persona competente di mia fiducia) per dare le mie dimissioni, non potevo essere imputato di nessuna responsabilità, non avendo, tra le altre cose, neanche un contratto di lavoro, solo una figura di socio, per la quale non era previsto nessun tipo di preavviso né obbligo di prestare servizio per diversi giorni prima di sparire dalla circolazione.

Sono stati tanti messaggi, mail, frasi, ordini, insulti rivolti alla mia figura, certamente non sono stato passivamente a subire in silenzio tutto quello che mi è successo, ma mi è sempre stato sbattuto in faccia il fatto che il mio rischio era pari a zero, ed il capitali e gli investimenti non erano miei, non ero libero nemmeno di guardare il computer di servizio, perché tempi eccessivamente lunghi di permanenza davanti al pc lasciavano presagire ad atteggiamenti lavativi da parte mia (ma io comunque ero "socio", non operaio, tanto per specificare), ed a loro discrezione mi venivano richieste spiegazioni sul mio operato, sul perché non avessi fatto certe cose, che se il tempo per fare una montagna di lavoro non fosse bastato, dovevo portarmi dei compiti demandabili per farli a casa; il mio impegno, essendo un imprenditore e lavoratore autonomo (almeno nella loro testa e quando gli pareva e faceva comodo), doveva essere di totale dedizione alla giusta causa dell'azienda, H24, come era solito dire, e quando si completavano gli orari lavorativi della giornata, il controllo delle mail aziendali e della corrispondenza sui profili social si estendevano ben oltre, con l'insinuazione che l'azienda veniva prima di tutto, che bastava un buon smartphone per gestire tutto quanto, quindi, essendo il cellulare ormai sempre al nostro fianco, potevo e dovevo sempre ed in ogni momento gestire le problematiche societarie.

Sapete, cari Steemitiani, qual era una delle frasi ricorrenti, che persone con le quali avevo avuto rapporti di lavoro da più di 20 anni mi dicevano, venendo in azienda? Qui dentro non sei te stesso, sei molto diverso da quello che sei di solito e che ero abituato a conoscere, ma ti trovi bene?? A volte reggevo il gioco, ma negli ultimi tempi ho mandato a tacere un po' di volte la professionalità e parzialmente ho vuotato il sacco, e buonanotte ai suonatori, come si suol dire.

Vi sembrano motivi sufficienti per troncare questa "situazione lavorativa"?

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Far fare agli altri ed incorparli degli errori è un atteggiamento già visto. A volte mi chiedo se abbi ragione chi opera in questo modo. Più spesso li giudico "negativamente" (altri termini più appropriati preferisco non usarli)👍

Il problema deriva dall'equazione soldi=potere= onnipotenza, ho soldi e faccio quello che pare, senza limiti, tu lavori per me e non vali nulla, io sono il depositario della verità assoluta, quello che dici tu se mi sta bene è ok, altrimenti è m...a, non pensare che io sia a favore degli operai, io ho pieno rispetto del capitale e del rischio d'impresa, essendo stato spessissimo imprenditore, ma quando si parla o si scrive devi collegare il cervello, e quando offendi, soprattutto gratuitamente, sei in torto marcio

Spero davvero che riuscirai a costruire una realtà lavorativa migliore.
p.s. non dimenticare il tag ita quando pubblichi, così noi curatori non rischiamo di perdere i tuoi post

Caro cryptofarmer, forse ogni tanto mi lascerò andare al racconto di qualche disavventura che ho avuto negli ultimi 5 anni, ti assicuro che non ho enfatizzato nulla nel mio racconto ed che anzi, per restare un po'più nell'anominato, non sono sceso troppo nei particolari, che erano ancora più pesanti.
Purtroppo le sofferenze non sono finite, ed ho riaperto un'attività in proprio ma praticamente ho perso 3/4 anni ed il rientro non è facile davvero, sono tempi durissimi, e nonostante io possa contare su tanti piccoli angeli custodi come Dave (voi lo conoscete poco, ma non sono sviolinate gratuite le mie, è davvero un ragazzo dal cuore d'oro) che grazie al passaparola mi aiutano nel rifarmi una clientela, è a rischio la continuazione dell'attività perché a distanza di 8/9 non sono riuscito in nessun mese a coprire solamente le spese vive, non sto parlando di stipendio, che anche 300 euro nette al mese adesso sarebbero un sogno

Faccio sempre il passaparola per le attività e le persone che meritano!!!e anche per me non sono sviolinate

Ti sembrerà strano, ma la prima e ultima volta che sono venuto a trovarti in quella realtà, avevo percepito che qualcosa non andasse. Spero davvero che adesso sia tutt altra cosa

E' un'altra cosa Dave, qui sono io al 100%, ma, come ho segnalato sopra, le difficoltà ci sono e sono aumentate negli ultimi 2 anni, più concorrenza sia dal vivo che on-line, al punto tale che ci siamo ritrovati una decina di giorni fa 8 operatori del settore di varie zone d'Italia per cercare di capire se si riesce a fare qualcosa per arginare una crisi senza precedenti

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