Il Reddito di Base Incondizionato rappresenta un cavallo di Troia per ulteriori misure neo-liberali?

in #italia7 years ago (edited)

Amavo il Reddito di Base Incondizionato (RBI). Odio tutt’ora le varianti di questo nome. Odio il termine RBI, così come il termine Reddito di Cittadinanza o Reddito Minimo Garantito. Gli ultimi due concetti rappresentano strategie differenti dall’RBI, che tratta il dare indiscriminatamente una certa quantità di denaro alle persone. Il reddito si ottiene tramite un lavoro, tramite un capitale investito, affitti, diritti d’autore, etc. Se qualcuno ti dà denaro, io non lo vedo come reddito. Se me lo dà un parente, lo considero un regalo. Se me lo offre uno stato, lo chiamo diritto o welfare. Per questo ultimamente lo chiamo Diritto al Denaro (DD).
Un passo indietro. Amavo l’RBI. Ho letto diversi articolo sulla questione. Ho anche comprato un libro, Utopia per realisti, che tratta l’argomento. Ho visto anche il TED dell’autore del libro, sperando di trovare qualche risposta in più del libro. Ho partecipato alla sessione di domande dell’autore, sperando ulteriormente di avere qualche risposta in più. Ho sperato che in Svizzera vincesse il referendum per l’RBI. Stimo e ho letto diversi articoli di Scott Santens, un sostenitore dell’RBI. Non conosco altre persone oltre lui che fanno i conti dei costi dell’RBI.

In questo articolo egli spiega che darebbe 4000$/anno ai minori e 12000$/anno ai maggiorenni. Conclude che negli USA il tutto costerebbe circa 900 miliardi di $. Ci ho messo un po’ a digerire la sua spiegazione, tipo 4–5 letture, 40 minuti di perdita di sonno e una notte di digestione, ma alla fine mi ha convinto. E ha convinto anche il World Economic Forum.

Facendo una proporzione con qualche approssimazione, si ottiene che il costo dell’RBI in Italia ammonterebbe a 186,2 miliardi di $. Quindi 157 miliardi di € al cambio attuale di 1,19€/$. Il tutto assumendo una identica distribuzione per età, per semplificare i calcoli. Ma sappiamo già che la popolazione italiana risulta più vecchia di quella USA.
In Italia, nel 2014, la spesa per l’amministrazione pubblica ammontava a circa 312,9 miliardi di €

ISTATSpesaPubblica.png

Dato che mi sembra strano che la protezione sociale ammonta a così poco, sono andato a cercare i dati sulle pensioni

PensioniIstat.png
Dati del 2015

Questa spesa ammontava a circa 280,2 miliardi di €.

I 22 miliardi di Aspi, Naspi, cassa integrazione in deroga, indennità di mobilità, etc. non so in quali di questi dati vengono conteggiati.

Per ora sappiamo che il costo dell’RBI in Italia, tenendoci i conti di Santens, ammonterebbe al 59,51% della spesa pubblica del 2014 o il 66,45% dell’importo lordo delle pensioni del 2015. Da qui si può valutare come applicare uno dei capisaldi della scuola economica neo-liberale o neo-classica: la privatizzazione, detta anche liberalizzazione. Ad esempio, privatizzare completamente sanità ed istruzione coprirebbe con un certo margine i 157 miliardi di €. Chiaramente si possono alzare anche le tasse o/e le imposte per recuperare quei fondi. Ad esempio Santens ripete più volte la stabilizzazione di una imposta sul reddito piatta del 40%, assieme all’abolizione delle misure a sostegno della povertà. L’imposta sul reddito piatta, detta anche Flat tax, rappresenta un altro capo saldo della scuola di pensiero neo-liberale, pur se di solito ho visto percentuali più bassi. Inoltre una cosa del genere in Italia risulterebbe anti-costituzionale. E Berlusconi lo sa.

Per quanto riguarda gli USA, uno dei motivi per cui reputo un RBI distante dal pensiero economico più diffuso, sta nella corrente distribuzione dell’imposta sul reddito individuale.

ImposteSingoliUSA.png
Fonte

Con un colpo d’occhio si osserva che 4 classi di reddito su 8 andrebbero a pagare di più di quello che riceverebbero dall’RBI di 12 mila $ / anno, mantenendo quelle aliquote e senza applicare quella al 40%. Inoltre, cosa notate fra il secondo il terzo scaglione? Io vedo una diminuzione della progressività. Non a caso in quella categoria si trovano i politici. Basta una googlata di qualche secondo per accorgersene.

Per capirci, in Italia la situazione risulta questa e ha prodotto una entrata di circa 166,3 miliardi di € nel 2016
IrpefItalia.png
Fonte

Quindi rimane il punto sul come si vogliono recuperare quei soldi. Ho fornito diverso opzioni, evitando di offrire una conclusione personale. Pur esistendo l’opzione di una tassa piatta, che in genere piace assai ai liberali, si tratta comunque di un 40%. Sicuramente esistono delle persone che vogliono pagare più tasse e stanno nella classe più alta di reddito. Però mi domando quante di queste persone possono avere influenza sulle restanti contrarie.

Ho scritto che amavo l’RBI. Il cambio di apprezzamento risiede nella mia convinzione che non altera alcuni meccanismi del funzionamento della società attuale:

  • Un rapporto di lavoro antidemocratico, dove i datori di lavoro o l’azionista di maggioranza prende le decisioni e i lavoratori subiscono le decisioni. In contesti non aziendali questo sistema decisionale prende il nome di oligarchia o dittatura.
  • Non vedo come possa favorire il rientro di capitali di aziende che hanno svariati trilioni di dollari fuori sede, per evitare il pagamento delle imposte.
  • Credere che i consumatori faranno scelte ambientalmente e socialmente più consapevoli con un RBI mi ricorda una illusione sui livelli di “Ma in un mercato veramente libero gli stipendi risulterebbero più alti, etc.” Insomma non vedo come la strategia possa modificare l’impronta socio-ecologica dei consumatori.
  • La tendenza neo-liberale connessa alla politica di deregolamentare vari mercati (tipo quello finanziario, del lavoro, etc) e privatizzare aziende pubbliche. Pur considerando il finanziamento dell’RBI tramite la privatizzazione di sanità e istruzione, cosa succederà al costo dell’accesso di quei servizi?
  • Cosa succede se le persone che ricevono l’RBI si trasferiscono in altri stati che non lo adottano? Santens non ha questa domanda fra le più chieste. Ad esempio la Norvegia voleva ridurre la pensione per chi decideva di andare a vivere all’estero, ma al momento non trovo la fonte.

Insomma mi sembra l’ennesima toppa ad un sistema macro e micro-economico che hanno creato certe condizioni. E non nutro particolare fiducia in essa perché non mi sembra che mette in discussione i due ingredienti di partenza. Pur se penso che produrrebbe effetti mai visti sulla mafia.

Avvertenza: questo articolo può contenere errori effettuati in buona fede. Vi invito a segnalarli.

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Interessante davvero questa tua riflessione. Bravo Gabriele!

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