Partiti del dopoguerra italiano

in #italia4 years ago

Partito Socialista Italiano
Presentava 3 correnti distinte:
corrente massimalista (Serrati): sosteneva la rivoluzione proletaria in Italia e avversava ogni collaborazione con lo Stato borghese;
corrente riformista (Turati): sosteneva la trasformazione progressiva della società attraverso un piano d’azione concreto e era aperto al dialogo con l’ala progressista della borghesia;
corrente dell’Ordine Nuovo (Bordiga, Gramsci, Togliatti): sosteneva la formazione di un partito rivoluzionario, sul modello di quello creato da Lenin in Russia, che guidasse la lotta armata.
I Fasci di Combattimento
Mussolini, dopo essere stato espulso dal PSI (per le sue posizioni interventiste), era riuscito a raccogliere attorno a sé le simpatie di alcuni nazionalisti, ex combattenti e soprattutto giovani appartenenti alla media-borghesia, con l’appoggio dei quali aveva fondato i cosiddetti Fasci di Combattimento (marzo 1919).
Il programma del nuovo movimento, detto di San Sepolcro, prevedeva:
l’instaurazione delle repubblica con ampie autonomie regionali;
il suffragio universale esteso anche alle donne;
l’istituzione del referendum popolare;
l’abolizione del Senato di nomina regia;
il pagamento dei debiti dello Stato da parte dei più abbienti;
le concessioni delle organizzazioni operaie;
la riduzione dell’orario di lavoro.
Il programma quindi raccoglieva una serie di posizioni eterogenee e generiche che facevano del partito di Mussolini, un movimento molto duttile.
Tuttavia comparivano già allora elementi comuni, che sarebbero rimasti invariati, ovvero il nazionalismo, l’esaltazione dell’azione individuale e della violenza.

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