ITA / ENG CAPITOLO PRIMO DE "IL NARCISO IMPENITENTE-parte 47

in #ita7 years ago

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(https://lanostracommediajalesh.wordpress.com/2012/08/12/fuurin-campanelle-al-vento/)

ITA

L'attenzione delle giovani era straordinaria: non volava una mosca e, spesso, non si era distratti neanche dal suono del campanello che annunziava il cambio dell'ora. Era una simpatica competizione quella di riuscire a produrre appunti, a fissare i punti nodali e significativi di ogni opera oggetto di studio. Don Matteo non si limitava a fare apprendere il contenuto del classici latini e greci. Insisteva in particolare su autori greci come Sofocle, Eschilo Euripide ed altri ancora che venivano celebrati nelle rappresentazioni classiche cui le alunne assistevano nell'anno, invariabilmente nel teatro greco di Siracusa. Gli archetipi ancestrali, gli intrighi affascinanti e angosciosi delle tragedie greche studiate rendevano le alunne curiose di andare a fondo del lavoro intrapreso e il loro impegno le portava all'analisi dei comportamenti, delle metafore, delle metamorfosi del mito,di ogni azione dei personaggi oggetto di studio. Erano oggetto di studio anche gli autori che li avevano messi in scena e le convittrici si divertivano ad esaminare se si erano comportati secondo il lavoro che avevano realizzato, se le scene rispondevano alle descrizioni degli autori oggetto di studi approfonditi e specifici. L'insegnante di storia e filosofia era una donna molto austera, vestiva sempre di nero, non conosceva il sorriso e, sebbene giovane, sembrava nata vecchia. I suoi capelli erano bianchi e le sue labbra soffuse da una leggera scura peluria. Anche se non bella, era intelligente e impegnata; possedeva doti che facevano dimenticare la sua poca avvenenza. Alla minima imperfezione, le sue interrogazioni venivano interrotte con richiami bruschi e, talvolta, inopportuni. Conosceva bene le sue discipline e non permetteva che le educande non si esprimessero nel linguaggio tecnico specifico delle sue materie, che non aspirassero ad eccellere. Aveva un potere illimitato sulle alunne che metteva piacevolmente in difficoltà. Forse questo suo comportamento era tenuto intenzionalmente e serviva ad aiutarle a superare qualsiasi tiro mancino da qualunque parte si profilasse. Anche gli altri docenti erano rigorosi: sembravano fatti in serie, non avevano parole di lode per nessuno, neanche per risultati assai positivi e guardavano con disprezzo chi smarriva la strada del dovere. In compenso, però, erano grandi professori, avevano i calli dell'insegnamento. I loro modelli rappresentavano una guida al vero progredire intellettivo. I docenti di educazione fisica, solo donne, non venivano considerate dei veri professionisti, ma dei tecnici. Le ore di ginnastica, liberatorie di tensioni, di responsabilità che si stemperavano nei giochi del tennis, di pallacanestro, di corsa libera e di atletica leggera, erano considerate come ore di perdita di tempo, sottratte alle discipline serie e formative. La cura del corpo, che avrebbe reso sano anche lo spirito, passava in seconda linea. Ogni domenica in fila e guidate da due suore ci si recava a fare delle lunghe passeggiate. Si incontravano, per l'occasione, altre file di studenti e si andava loro incontro se erano dello stesso sesso, diversamente si cambiava strada. Si era sempre in divisa e le divise erano costose come costose erano le rette da sostenere durante l'anno. Le giovani educande, ospiti del collegio, discendenti dalla migliore borghesia, molte di esse nobili e titolate per nascita, rappresentavano una casta. Non gradivano quel soggiorno fatto di rigore e di impegno costanti ma lo subivano come una parentesi fastidiosissima della loro vita. Si sentivano fuori posto e il sabato erano sempre ammalate di malinconici ricordi perché la loro mente li riportava ai propri principeschi palazzi nei cui saloni, alla luce di romantici e tremolanti candelabri, si tenevano fastosi e festosi ricevimenti con balli, musiche,e divertimenti diversi. I loro genitori erano soliti scambiarsi di questi inviti per divertirsi ed offrire squisite libagioni. Nulla serviva a consolarle; vivevano solo nell'attesa delle sospirate vacanze per rivivere quelle atmosfere a loro molto gradite. Il loro interesse per lo studio era assai marginale, mediocre, scadente. Le altre convittrici, figlie di gente modesta per nascita ma provvista di mezzi,erano state educate a ben altro tenore di vita e accettavano con serenità la vita monacale dedicandosi agli studi in maniera proficua e costante. Di esse nessuno veniva assalita dal desiderio di evasioni; nessuno pensava a distrarsi. Ognuno, con pervicacia inaudita, cercava di riparare eventuali deficienze, di non tornare a settembre per gli esami di riparazione. La casta godeva dei molti privilegi perché i suoi esiti scolastici erano fortemente sorretti da indiscusse segnalazioni di persone assai importanti. Le altre, di oscura provenienza, godevano di punti di arrivo frutto solo del loro impegno personale. Francesca pur essendo a conoscenza che in collegio venivano usati due pesi e due misure, le suore infatti forzavano la mano dei docenti per favorire coloro che stavano loro a cuore, non se ne curava, non permetteva che questo modo di operare offuscasse la sua felicità, quando veniva a conoscenza dei risultati anche modesti ma solo frutto dei suoi studi intransigenti e talentuosi, della sua tormentata ambizione, della sua prodigiosa forza di volontà. Ora pensa con molto distacco a quella comunità che, anche se difettosa, anche se non conforme alle regole suggerite dall'etica e da uno spiccato senso di giustizia distributiva, era stata un luogo stimolante per la mente e per il cuore di chi la frequentava consapevolmente. Essa aveva lasciato, senza dubbio, l'indelebile segno di un sapere ricco di contenuti umani e civili, un patrimonio spirituale di tutto rispetto per quantità e qualità.

ENG

The attention of young people was extraordinary: it did not fly a fly and, often, it was not distracted even by the sound of the bell announcing the change of the time. It was a nice competition to be able to produce notes, to fix the nodal and significant points of each work being studied. Don Matteo did not limit himself to learning the contents of the Latin and Greek classics. He insisted in particular on Greek authors such as Sophocles, Aeschylus Euripides and others that were celebrated in the classical representations to which the students attended during the year, invariably in the Greek theater of Syracuse. The ancestral archetypes, the fascinating and distressing intrigues of the Greek tragedies studied made the students curious to get to the bottom of the work undertaken and their commitment led them to the analysis of the behaviors, metaphors, metamorphoses of the myth, of every action of the object characters of study. The authors who had staged them were also studied, and the connoisseurs were amused to examine if they had behaved according to the work they had done, if the scenes responded to the descriptions of the authors subject to in-depth and specific studies. The teacher of history and philosophy was a very austere woman, always dressed in black, did not know the smile and, although young, she seemed old. His hair was white and his lips were suffused with a light dark hair. Although not beautiful, she was intelligent and busy; he possessed gifts that made him forget his little attractiveness. At the slightest imperfection, his interrogations were interrupted with abrupt and sometimes inopportune calls. He knew his disciplines well and did not allow the teachers to express themselves in the specific technical language of his subjects, who did not aspire to excel. He had unlimited power over the pupils that he put pleasantly in trouble. Perhaps this behavior of his was intentionally held and was used to help them overcome any left-handed shot from whatever part it appeared. Even the other teachers were strict: they seemed to be made in series, they had no words of praise for anyone, not even for very positive results and they looked with disdain at those who lost their way to duty. On the other hand, however, they were great teachers, they had the streets of teaching. Their models represented a guide to true intellectual progress. Physical education teachers, only women, were not considered professionals, but technicians. The hours of gymnastics, liberating tensions, responsibilities that were tempered in the games of tennis, basketball, free running and athletics, were considered hours of waste of time, subtracted from serious disciplines and training. The care of the body, which would have made even the spirit healthy, passed into the second line. Every Sunday in a row and guided by two sisters we went for long walks. Other ranks of students were met for the occasion, and they went to meet them if they were of the same sex, otherwise they changed their way. It was always in uniform and the uniforms were expensive as expensive were the fees to be incurred during the year. The young educands, guests of the college, descendants of the best bourgeoisie, many of them noble and titled by birth, represented a caste. They did not like that stay made of constant rigor and commitment, but they suffered as a very annoying parenthesis of their life. They felt out of place and on Saturday they were always ill with melancholy memories because their mind brought them back to their princely palaces in whose halls, in the light of romantic and flickering chandeliers, were held sumptuous and festive receptions with dancing, music, and different entertainment. Their parents used to exchange these invitations to have fun and offer exquisite libations. Nothing served to console them;
they lived only waiting for the long-awaited holidays to relive those atmospheres that were very welcome to them. Their interest in the study was very marginal, mediocre, poor. The other convicts, daughters of modest people by birth but provided with means, had been educated to a different standard of life and accepted the monastic life with serenity, devoting themselves to studies in a fruitful and constant manner. None of them was assaulted by the desire for evasion; nobody thought to distract. Everyone, with unheard of obstinacy, tried to repair any deficiencies, not to return to September for the repair exams. The caste enjoyed many privileges because its scholastic outcomes were strongly supported by undisputed reports of very important people. The others, of obscure provenance, enjoyed points of arrival which are the result of their personal commitment. Francesca was aware that in college they were used two weights and two measures, the nuns in fact force the hand of teachers to favor those who were close to their hearts, did not care, did not allow this way of working to cloud his happiness, when he came to know the results even modest but only the result of his intransigent and talented studies, his tormented ambition, his prodigious strength of will. Now he thinks with a lot of detachment from the community that, even if defective, even if not in accordance with the rules suggested by ethics and a strong sense of distributive justice, had been a stimulating place for the mind and for the heart of those who consciously attended it . It had left, without a doubt, the indelible sign of a knowledge rich in human and civil contents, a spiritual heritage of great respect for quantity and quality.

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(https://campanelladue.wordpress.com/tag/nativita/)

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