Le lezioni di Calvino

in #ita7 years ago (edited)

“L’eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d’attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obbiettivi smisurati, anche al di là d’ogni possibilità di realizzazione. Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione. Da quando la scienza diffida delle spiegazioni generali e delle soluzioni che non siano settoriali o specialistiche, la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo.”

Lezioni Americane, I. Calvino

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Fonte

Nel 1988 veniva dato alle stampe Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, postumo, vista la sopraggiunta morte dell'autore nel 1985. Si tratta di una raccolta di 6 saggi che lo scrittore aveva preparato in vista di un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere l'anno successivo all'Università di Harvard.
L'idea di preparare un articolo che parlasse di questo mi è stata involontariamente suggerita dal post di un collega che parlava delle sei regole di Orwell e del senso che le stesse potevano avere al giorno d'oggi.

Mi propongo quindi di fare un qualcosa di molto simile a ciò che lo stesso ha fatto, cercando di fornire più informazioni possibili a riguardo, anche se sarà un pò difficile vista la mole di considerazioni e osservazioni che il libro contiene.

Le sei regole di Calvino (guarda caso anche le sue sono 6) possono essere sintetizzate in:

  • Leggerezza (come fuga dalla pesantezza del vivere quotidiano);
  • Rapidità (intesa come mezzo necessario allo scorrere della narrazione e frutto di preventiva analisi minuziosa);
  • Esattezza (progetto letterario ben definito, evocazione di immagini nitide, linguaggio preciso);
  • Visibilità (in un'epoca governata dalla potenza dell'immagine secondo Calvino si sta perdendo la capacità di "immaginazione del visibile";
  • Molteplicità (una visione plurima nella quale sia possibile tessere assieme e fondere i diversi saperi);
  • Coerenza (intesa come la ricerca di una linea guida e il filtraggio di ciò che sarà la propria storia da tutto il resto dell'universo).

Per un piccolo approfondimento lascio il link a un articolo che mi è sembrato interessante, preciso e leggero.

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Fonte

Tornando alle regole in realtà non possono essere considerate come vere e proprie regole, più esattamente come grandezze da salvare, come valori che per l'uno o per l'altro motivo rischiano di scomparire viste le dinamiche odierne (degli anni '80).

Tutte le sei dritte possono essere considerate come diverse sfaccettature della "regola madre" che Calvino descrive in veste di metafora: della fiamma e del cristallo. Ovvero del cristallo come contenitore, ben progettato e regolato, e della fiamma che arde all'interno di esso e che muovendosi e fluttuando va a sondare tutte le possibili verità all'interno del recinto.

Ho sempre visto questo libro come una sorta di manifesto (postumo?) alla letteratura postmoderna; non solo per ciò che dice ma per ciò che dice messo in relazione alle opere precedenti dell'autore; una visione di questo genere porta inevitabilmente a precise interpretazioni delle sei regole.

Ma cosa rimane oggi di questa visione? Bisogna dire che una certe fetta dell'ambiente letterario rifugge da ciò che è stato detto, si pensi in primis a Wu Ming e al NIE (New Italian Epic) nel cui "manifesto"(memorandum) riporta una sezione importantissima relativa alla critica del postmodernismo (per un'ulteriore infarinatura si guardi wikipedia), ma non solo.

Io, nel mio piccolo, credo che molte delle osservazioni di Calvino non possano essere trascurate, nel senso che spesso risultano vere ancora oggi. Pensiamo alla potenza dell'immagine in luogo della parola scritta: è molto più facile guardarsi un video che leggersi un libro. Perchè in genere ci si impiega meno tempo e perchè, diciamocela tutta, siamo pigri, mentalmente pigri. Si pensi ai post sui social network, alle modalità da "mordi e fuggi" proprie di questo mondo, oppure all'eccessiva - talvolta - settorializzazione di determinati scritti o altro, come se il mondo non fosse uno ma tanti, da considerarsi come compartimenti stagni e privi di qualsiasi rapporto con i vicini.

Insomma, credo non sia azzardato sostenere che le Sei proposte per il prossimo millennio di Calvino non siano state ascoltate, tutt'altro; spesso pare che ci si stia muovendo proprio in direzioni opposte.

Non so quanto possa essere buono, ma in realtà non so neppure quanto possa essere cattivo...

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Non conoscevo le sei regole di Calvino, ma, veramente, credo che siamo perfette! Magari venissero seguite!

Italo, uno dei miei preferiti <3

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