Spinning like a record (SPI)

in #ita6 years ago

Faccio questa entrata, mi auguro l'unica, su SPI. Mi sono sostanzialmente tenuto fuori dalle polemiche e casini, anzi a dire il vero non so nemmeno nel dettaglio cosa sia successo ora e nel passato, mi sono arrivati solo i noiosi echi da Discord.

Il mio disinteresse deriva proprio dalla noia. Sto viaggiano verso la cinquantina e non sapete quante volte ho visto e rivisto la stessa scena, con particolari e modalità certamente differenti, ma identiche nella sostanza.

Fase 1, l'euforia. Si parte con il progetto e l'euforia che contagia chi ne viene coinvolto; le cose funzionano anche e sopratutto per due motivi sostanziali. Le persone sono poche e si conoscono in un modo o nell'altro, le regole non ci sono perché non servono. Basta parlarsi e risolvere.

Fase 2, la crescita. Arriva un momento, anche per un mero ricambio fisiologico che serve crescere. E solitamente lo sforzo non è teso a rimpiazzare chi se ne è andato, ma di crescere numericamente (e giustamente) in modo rilevante. Entrano le prime regole perché il numero di persone cresce; anche per dare un tono più professionale all'impianto.

Fase 3, nervosismo. Raggiunta una certa massa critica cominciano i casini, spesso piccole cose, dettagli. E la risposta sono nuove regole, che però indispongono chi già c'era. Sono come le onde del sasso nello stagno, si riverberano, e per cercare di fermarle si finisce con il peggiorare la situazione.

Fase 4, scisma e assestamento. La fase finale prevede, non sempre, uno scisma, sicuro una piccola emorragia. Qualcuno esce indignato facendo casino, molto spesso adducendo un valore di principio su questioni di poco conto. Probabile che cerchi di convincere più persone possibili per formare un clone. Quasi sempre c'è una fuoriuscita di persone, che poi si assesta, qualcuno poi ritorna. Inizia una fase stabile che riporterà alla fase 2 in modo più moderato, ma con differenze che eviteranno la fase 3.

music-1428660_1280.jpg immagine cc0 creative commons

Non sapete quante ho volte ho visto questo ciclo, come un disco rotto. Spinning like a record... C'é un problema di cultura tipicamente italiana, dove sovente ci casco pure io. Siamo geneticamente predisposti a fare regole. Regole in ogni dove. Perché viviamo nella sub-cultura del furbo di turno, di quello che pensa solo a fregare il prossimo.

Dovremmo cercare di prendere esempio dalle culture anglosassoni, le regole solo quando servono non perché uno ha creato un precedente, ma perché la massa tenderà a comportarsi nel modo sbagliato e quindi si, in quel caso le regole hanno un senso. Noi invece siamo più del tipo "Y ha fatto questo, quindi ora si punisce tutti perché potrebbero fare altrettanto".

Faccio un esempio totalmente idiota, su Youtube seguo Casey Neistat, vlogger newyorkese. Questo gira per la città con uno skateboard elettrico, correndo in mezzo alla strada, sulle ciclabili eccetera. La polizia lo vede visto che lui spesso li filma. E' solo lui e pochi altri ad usare l'insolito mezzo, nessuno dice nulla. Ora immaginate una trasposizione simile in una città italiana a caso. Questo viene silurato con tanto di articolo sul giornale locale al giorno 1. Chiaramente se il fenomeno diventasse numericamente rilevante anche a New York vieteranno gli skateboard elettrici.

In linea di massima bisognerebbe pensare solo a regole pratiche e nel numero minore affinché sia più facile seguirle ancor prima di rispettarle. Ad esempio demandare la responsabilizzazione totale all'autore dell'articolo stesso. Tanto è vero che i curatori chiedono di fare le modifiche, non le possono fare direttamente.

Andare avanti con un progetto e, passatemi il brutto termine, proseguire in modo fascista dando minore o pochissima importanza alle proteste quando non sono oggettivamente critiche e rilevanti. Ad esempio una regola può avere meccanicamente un bug a cui non avevamo pensato, è una cosa normale.

Infine un pensiero a chi il sistema lo governa o ci è dentro, visto che nelle esperienze passate ho vissuto quei momenti. Il pensiero che "andate a morì ammazzati, domani mi dedico al giardino" è una cosa normale, anzi da percorrere in dosi omeopatiche, ma non per lungo tempo altrimenti si favorisce la fase 4 in modo preminente.

Il disco gira e prima o poi ritorna al punto di partenza.

Sort:  

"...C'é un problema di cultura tipicamente italiana..."
Ben detto
"...Siamo geneticamente predisposti a fare regole..."
Personalmente direi polemiche anziché regole.
Bel post 👍

si hai ragione, anche le polemiche, in questo dalla parte opposta, cioè chi le deve poi rispettare. Infatti dico poi verso la fine che bisognerebbe, per chi conduce la barca, chiudere l'audio e non ascoltare. E' poco democratico e più fascista, ma a volte è il male minore.

post totalmente condivisibile.
purtroppo, aggiungerei...
film già visto e rivisto...e come sempre chi si sbatte e si attiene alle regole del forum, comunità, whatever rimane "fregato"

PS Casey Neistat lo seguo anche io!!

Si chi poi si atteneva scrupolosamente ai regolamenti rimane fregato. Per colpa di uno ci rimettono tutti, altra storia già vista.

Pensandoci direi che hai ragione, quel ciclo si ripresenta... ciclicamente! Il ragionamento che hai fatto lo condivido nella sostanza, al lato pratico però trovare il punto giusto tra il mettere la regola e non metterla a volte può essere davvero difficile. Cmq hai ragione che forse un cambio di mentalità può aiutare a trovare questo equilibrio... (parlo in generale non per forza del caso in questione)

Si non è facile questo è chiaro. Grazie per il commento.

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