Questioni di tifo

Beh avrete letto questa storia di Anna Frank a cui hanno messo la maglietta della Roma. La questione mi pare a dir poco curiosa. Nel ventaglio di opzioni che si hanno per poter insultare qualcun altro, questa mi pare francamente oltre che stupida persino inefficace se l’intento fosse quello. Usare Anna Frank come insulto non sta in piedi, se l’usassero contro di me non mi sentirei offeso, ma onorato.

Risultato: un casino mediatico, che al realizzatore o ai realizzatori penso fosse piuttosto prevedibile. Il resto ce lo mettono i giornali e a vario titolo i personaggi del calcio. Anna Frank mori di tifo nel febbraio del 1945 a soli 15 anni a seguito dello stato igienico dovuto alla prigionia. Oggi viene tirata in ballo per un altro tipo di tifo, quello del calcio non giocato.

Inutile dire che figura più tapina non la potevamo fare, già solo dover mischiare la vicenda della piccola Anna con il calcio è grave, ma poi finire con grotteschi tentativi di falsa conciliazione “facciamo sta pagliacciata”.

Miliardi e “the show must go on”, questo è ciò a cui hanno ridotto uno sport, che per definizione dovrebbe essere puro, ed invece cova tra i falsi simpatizzanti la bestia più nera.

Circa i nuovi neo-nazi sono quelli che “tanto a noi non succederà”, come se gli eventi del 1944 si ripetessero nello stesso modo. La guerra non guarda in faccia a nessuno e i prossimi ebrei non sappiamo chi possano essere.

Sono convinto che una visita nel periodo scolastico a Birkenau e Mauthausen debba diventare un obbligo come gli esami. Evidentemente la scuola e lo stato hanno grosse lacune, visto che il sistema non funziona e in qualche maniera tocca correggere la rotta.