Potrebbe anche dirci bene

in #ita5 years ago

Il nuovo governo si è insediato, lo spread crolla ad un ritmo consistente. Chiaramente non è per merito del governo o di qualcuno dei suoi componenti, ma delle circostanze. Dopo la manovra dell'esponente leghista, che come tafazzi si è auto-silurato, si è creata una situazione, dal punto di vista macro-economico, quanto meno interessante.

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Grafico spread btp-bund a 10 anni

Da una parte il blocco neoliberista che ancora comanda la macchina europea, anche se ridimensionata dopo le recenti elezioni europee, dall'altra i cosiddetti sovranisti, o forse sarebbe più corretto incasellarli nel blocco keynesiano, che stanno emergendo un po' ovunque.

Abbiamo visto in questi decenni come i neoliberisti di fatto siano più organizzati e meglio strutturati, ed è logico che di fronte ad una ri-emersione dei keynesiani, diciamo un po' alla branca-leone, si stiano riposizionando per contrastarli. Se fossimo in analisi tecnica potremmo definirlo una sorta di ritracciamento, dove per assurdo i neoliberisti faranno cose keynesiane, ovviamente di facciata e non sostanziali, ma di fatto dovranno rallentare la loro corsa.

Uno di questi "ritracciamenti" sarà proprio quello di allentare la stretta sul debito, anzi è probabile che ci verrà concesso di farne altro, tanto alla fine della partita si tratta di una sorta di vulnus da utilizzare nel caso i sovranisti dovessero andare al governo. Se invece non accade si può sempre controllare il tutto con una partita di giro, come per altro sta succedendo già ora con il famoso QE di Draghi. In soldoni si concede a questo governo "amico" di poter spendere, se poi il consenso elettorale va altrove si torna a tirare fuori la pistola del 3% e dello spread, da puntare alla testa come minaccia. Nel frattempo il debito sarà aumentato.

A questa considerazione si deve aggiungere quelle sullo sfondo che vede il resto del mondo. La Germania ha sicuramente poco debito pubblico, ma un consistente debito privato. La Francia ha un consistente debito privato e da non molto un consistente debito pubblico, che come sappiamo (nonostante l'omertà dei media italiani) prima dell'estate ha superato quello italiano.

Dall'altra parte dell'oceano abbiamo un sovranista, ovvero Trump che sta sparigliando le carte e sta cercando, a quanto pare con segnali di successo, di riportare la produzione in suolo patrio, cercando di colpire appunto in modo diretto o indiretto tutte le produzioni estere, limitando cioè le importazioni e "sovralimentando" la domanda interna.

La Cina chiaramente di questo non è contenta e vedremo quali mosse verranno posizionate nello scacchiere. Resta il fatto che nonostante la potenziale domanda interna virtualmente infinita, il loro sistema economico di fatto è fortemente sbilanciato verso l'esportazione e ci vorrà molto tempo per attivare un sistema interno poiché vige un sistema di censura e il sistema consumistico non può essere liberalizzato.

Non ultimo tutti gli analisti e operatori di mercato si aspettano la prossima "bolla finanziaria". La finestra è partita a giugno e l'evento scatenante è atteso entro la fine della prossima estate, impossibile predire come e quando. Tuttavia se accadesse questo inverno sappiamo che come primo livello di impatto ci sarebbe quello bancario, seguito dai sistemi produttivi e solo in ultimo il sistema statale. Sicuramente tra i sistemi bancari noi siamo messi meglio di Germania e Francia, che dovranno obbligatoriamente agire per parare il colpo. Di riflesso non potranno fare le cose ad - personam, perché si esporrebbero in modo pericoloso al blocco keynesiano, quindi dovranno concedere uguali sconti e grazie che potremmo utilizzare in modo preventivo per quando l'onda d'urto arriverà ai livelli produttivi e statali.

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