Lidl molla SAP (e ci rimette mezzo miliardo)steemCreated with Sketch.

in #ita6 years ago

Questa è una delle notizie che non si leggono nei giornali nostrani, anche perché i giornalisti classici non capiscono un tubo di informatica, si veda l'esempio di Superquark con una spiegazione su Bitcoin parecchio discutibile, per non dire scandalosa.

Nel caso specifico Lidl, la nota marca tedesca della catena low-cost di supermercati, o Discount come vengono chiamati, dopo sette anni di lavoro e un danno pari a mezzo miliardo di euro, abbandona SAP che era a capo del progetto software.

SAP è un altro nome parecchio noto perché è leader del settore ERP, ovvero Enterprise Resource Planning cioè quel processo gestionale che integra i vari processi business di una impresa. In pratica potete vederla come una sorta di plancia comandi da cui vedere l'andamento della propria azienda, capire le criticità eccetera.

Insomma uno sberlone d'immagine mica da poco, che però forse non trapela mediaticamente nel nostro paese non solo per poca cultura informatica, ma anche perché le due aziende sono tedesche, e SAP punta parecchio sul nostro mercato. Tra l'altro la stessa non sarebbe nuova a questi fallimenti, visto che nel 2015 toccò a Deutsche Post un destino piuttosto simile.

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immagine cc0 creative commons

Dal mio punto di vista è interessante, perché se non riescono a far funzionare un ERP dove realmente serve, figurarsi dove non serve. Nella mia carriera mi sono trovato spesso con venditori o "evangelisti" dell'ERP e non ci sarebbe nulla di male, solo che questi software condizionano in modo tangibile il sistema produttivo, talvolta arrivando a paradossi veramente assurdi.

Insomma viene propinata sempre una visione ben lontana dalla realtà, ma sopratutto si nascondono i rischi. Frega un tubo se l'azienda è piccola, e forse dell'ERP non se ne fa nulla oppure addirittura mina la loro competitività fatta proprio dall'essere reattivi nei processi produttivi. Con l'ERP si finisce per burocratizzare e perdere quella "snellezza" o autonomia che magari alcuni settori interni all'azienda dispongono.

E poi appunto si arriva a dei paradossi, tipo non poter fare una cosa perché il software non lo prevede, e la parte amministrativa molto spesso non sa a chi rivolgersi per chiedere i cambiamenti, o semplicemente è già impegolata a gestire l'ordinario che se ne frega delle eccezioni.

Molti anni fa l'azienda per cui collaboravo si comprò una società che faceva ERP. Vennero a farci la presentazione di alcuni prodotti, e la cosa fu quanto meno surreale. Fortunatamente il capo che la vedeva come me, off the records mi disse "mi sono posto per tutta la sessione informativa una domanda, ma perché dovremmo fare questo?". Ed era la stessa domanda che mi ero posto io. Cioè allo stato attuale le cose funzionano, non c'è previsione di un aumento del sistema produttivo nei prossimi, per quale motivo mi devo incasinare la vita? Tutti si conoscono a vista, se c'è un problema vai da tizio e risolvi. Mettere un sistema di disaccoppiamento tra le relazioni affinché ne diventi una sorta di giudice regolatore non è sempre una buona idea.

Nel caso della Lidl chiaramente è tutto diverso, eppure hanno toppato.

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