La tastiera, Jobs e l’allegoria della segretaria
Riprendo la serie di storie tratte da fatti realmente accaduti, che vede questa volta la curiosa correlazione tra tastiere, Steve Jobs e i clienti “diversamente informatici”. Il periodo storico è quello di fine anni 2000, qualche anno prima (nel 1998) Steve Jobs da poco tornato in sella alla Apple, lancerà un computer chiamato iMac. La particolarità e il suo successo non furono le qualità tecniche ma il fatto che la scocca, che conteneva sia il monitor che il computer vero e proprio, erano confezionate in un simpatico involucro di plastica colorata.
Di questi iMac ne avevamo un paio per la vendita, ricordo bene che fu complicatissimo venderli, perché il margine non c’era ed erano parecchio cari. Inoltre in Italia era troppo presto per qualcosa che non fosse Windows. Ricordo anche che dentro c’era Internet Explorer, che a dirlo oggi suona come una sorta di bestemmia, e infatti andava in crash abbastanza spesso. Al di fuori di internet anche a me pareva una macchina sostanzialmente inutile, non c’era certo tutto il software che abbiamo oggi. Ad ogni modo, questo “pippone” per contestualizzare il fatto, questi iMac avevano avuto successo (in America) per l’estetica più che per la sostanza, e questa estetica, un po’ come succede ancora oggi con i prodotti “melati”, finisce per contagiare anche altri settori.
Nel caso specifico si trovavano tastiere e mouse con quello stile, plastica semi-trasparente tanto da vederne l’interno e colorata. La cosa personalmente e paradossalmente mi dava una sensazione di vecchio, perché ai tempi del Commodore 64 (ad occhio primi anni 80) giravano per l’appunto dei Joystick con questo stile.
Ma veniamo al dunque, facemmo una vendita ad una ditta piuttosto grandicella, e a memoria si trattava di due computer per la segreteria d’ingresso. Ovviamente avevamo tutto l’interesse a farci ben vedere e dare il massimo dell’assistenza. Qualche giorno dopo la consegna mi chiama il perito che poi faceva anche da amministratore di sistema, dicendomi un po’ imbarazzato, che alla ragazza della segreteria non gli andava bene la tastiera poiché lei aveva delle “unghie troppo lunghe” e con i tasti era impacciata. Visto che dovevo andare da loro per altri lavori, se la potevo sostituire.
Sul fatto delle unghie, ricordo il perito che disse “so che potrebbe tagliarsele, ma non posso dirglielo” sottacendo che probabilmente l’utente finale era un filo raccomandato. Onestamente la cosa delle unghie non la trovavo scandalosa, presumo che scrivere sulla tastiera con delle lame stile Wolverine non sia proprio semplice, specie per l’anomala posizione del polso. Poi comunque la tastiera aveva un costo “annegato” nel computer stesso per cui cambiarla era ininfluente.
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C’era un problema però, che tastiera avrò mai portato? Booooh! Sicuramente conoscendomi e avendo come al solito il tempo ridotto all’osso, presi la prima tastiera tra quelle nuove arrivate e amen.
Arrivo dal cliente, smarco per prima cosa ‘sta menata che tanto ci metto niente. Apro l’imballo della nuova tastiera e la poggio nella scrivania e…. Oh cavolo! A seguire due o tre porchi (non c’era nessuno in quel momento nella stanza). La tastiera era inequivocabilmente uguale a quella che avevo consegnato, salvo per un particolare. Quella da sostituire era nel classico colore avana/bianco-sporco dei computer di allora, quella nuova in plastica semi trasparente colorata. I porchi, volgono in bestemmie… Mo’ con imbarazzo devo dirgli che mi sono sbagliato, ma ti pareva se non facevo la figuraccia.
In quello entra la segretaria che esclama “ooooh che bellaaaaa”. Si siede, prova a schiacciare due tasti ed esclama “ma è perfetta, questa si che va bene non come l’altra!”. Fra me e me penso “ehm ma sono uguali, vabbè chissene a questa gli va bene, me ne sto zitto”. Collego la nuova tastiera, che al tempo richiedeva di spegnere il computer perché altrimenti una volta staccata una e messa l’altra non avrebbe proprio funzionato. Tra questo e andare a cavalcioni dietro al tavolo, perché ovviamente i pc te li mettono nei posti più incasinati possibili, arriva l’amministratore di sistema.
La segretaria subito gli dice, “la tastiera va benissimo, ora si che posso scrivere”. La scena successiva me la ricordo molto vividamente. Io faccio lo gnorri, ma il tizio con un sorriso al viso perché la cosa si era risolta guarda le tastiere, prima una, poi l’altra. Vedo la testa che si sposta ancora e ancora, proprio come se stesse risolvendo il quiz “trova le differenze” mentre il sorriso sciama velocemente in una smorfia.
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Poi mi guarda rosso in viso, li per la non riesco a decifrare ma era vergogna. Re-imballo la vecchia tastiera e nel mentre vengo preso da un terzo che mi chiede qualcosa che mi permette di andare in un altro ufficio. Dopo poco sono da solo ed entra l’amministratore di sistema, chiude la porta “Mi scuso, sono mortificato, sta rincoglionita demente non si è neanche accorta che le tastiere sono identiche, e che ca##o! potrebbe anche tagliarsi ste ca##o di unghie, che se gli dai la mano rischi che ti faccia un taglio emorragico”.
Per inciso, sono certo al 99% che la segretaria si fosse accorta che erano uguali, ma gli piaceva la tastiera in questione ed era disposta a fare la figura della fessachiotta pur di averla.
La cosa curiosa è che qualche giorno dopo da un altro cliente, questa volta la titolare era, non prendetemi per sessista, una donna, vede mentre installiamo il computer la stessa tastiera colorata. Questa prende da parte il mio socio e gli dice “beh la tastiera può metterla nel mio di computer, tanto alla segretaria non gli serve”. Si come no… siamo in Star Trek, basta parlare e il computer esegue. Ah e io sono il capitano Jonathan Archer…
Insomma in questo volo pindarico tra tastiere, Apple e simpatiche segretarie, é chiaro che Steve Jobs ci avesse visto lungo sulla questione estetica. Poteva stare sulle balle, e aver avuto a che fare con lui era l’inferno, ma la realtà dei fatti è che puoi fare un buon prodotto, alla massa di “diversamente informatici” frega un tubo, dagli la tastiera colorata e tutto diventa perfetto.
Hahaahhaahahaha una assurdità dietro l altra😂😂
Divertente. Scrivi bene. Ti ho letto con piacere...
Grazie!
L'essere umano risponde agli istinti primordiali, tra cui l'istinto all'imitazione, per sopravvivere. L'estetica ha preso il sopravvento perché "se ce l'hanno loro, lo voglio anch'io!"
e quanto proprio tutti ce l'hanno è vecchio e nessuno lo vuole. Comunque è certamente interessante il concetto di imitazione antropomorfica, che poi esiste eccome in natura.
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Post ancora una volta divertente, come l'altro di questa serie. Lettura piacevole e scorrevole. Contenuto molto esilarante: vai cosi!
Grazie per l'incoraggiamento :)
Post brillante e divertente: mi piace molto come scrivi!
Grazie!
...che storia. Specchi per le allodole....aspetta, mio ho un Mac! 😱
sappi che questa storia è stata scritta da un macbook pro 😱
Ahahahahahahahahah