L'autista del PAO

in #ita6 years ago

La sigla PAO immagino che sui maschietti di una certa età, diciamo sulla quarantina in su, qualche reminiscenza la farà venire. PAO sta per Picchetto Armato Ordinario, anche se al tempo a me avevano detto che la A stesse per Antincendio e non Armato, e avrebbe pure senso logico visto che alla guardia spettava i compiti di difesa e controllo del perimetro.

Ad ogni modo io come autista non ho mai fatto ne il PAO ne la guardia, ma ho fatto l'autista del PAO o l'autista della guardia. E capirai la differenza! ed invece la differenza era enorme. Come autista della guardia non facevo letteralmente una beata mazza, dormivo come un ghiro tutta la notte, mentre agli altri toccava il turno. Infatti la guardia (che era in genere un sotto ufficiale) aveva a disposizione i militari per il controllo armato e un autista che però poteva essere utilizzato se la guardia stessa doveva uscire fuori dalla caserma, cioè praticamente mai.

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L'autista del PAO era pressapoco la stessa storia, solo che per la guardia guidavo una Jeep, il PAO un camion, e questo poteva circolare dentro la caserma. Infatti lo scopo era che in caso di incendio potesse caricare tutto il picchetto (non ricordo bene, a spanne una dozzina di militari) e li portasse nel luogo dell'incendio. A fare che non saprei, visto che nessuno sarebbe stato in grado di spegnere manco un falò, per altro gli estintori di sicuro non avrebbero funzionato da tanto vecchi che erano.

Inoltre il PAO aveva delle particolarità, una che toccava girare con la maschera antigas appiccicata alla coscia destra, che ogni volta che incrociavi una recluta si metteva paura come se stesse guardando uno pterodattilo appena giunto dall'era preistoria. La maschera, oltre che a non servire un tubo per i gas (quali gas poi?) perché il filtro era più finto dei soldi del monopoli, non serviva sicuramente in caso di incendio. Anzi sospetto che tutto il sistema che faceva da custodia per la maschera stessa, quello avvinghiato alla mia coscia destra, fosse costruito con una tela che in caso di contatto con il fuoco si sarebbe accesa come la capocchia di un fiammifero.

Ma questo era il meno, il peggio era l'allarme PAO, che veniva dato a casaccio dal comandante del picchetto. Picchetto ed autista (con il camion) dovevano arrivare nel più breve tempo possibile davanti al luogo prestabilito. Il problema è che rispetto ad altri richiami sonori che erano evocati per tutto il perimetro della caserma, questo veniva dato solo dalla torretta di guardia. Ed è per questo che al suono blando dello strimpello di tromba, tutti i militari, escluse le reclute, cominciano a urlare ad alta voce "allarme paaao!" e quelli vicino a loro volta lo dicevano anche loro in modo che con il passaparola arrivasse in ogni dove, in particolare dentro le camerate.

Quel giorno, a spanne credo fosse febbraio, ero autista PAO. Siccome dopo le 23, orario di rientro, le camerate del comparto comando e servizi (dove stavo) sembravano delle discoteche, capirai avevamo tutti vent'anni, e giù musica disco fino alle 3-4 di notte. Come dice il detto, di notte leoni, di giorno... avete capito. Siccome non potevo uscire dalla caserma mi metto in branda, visto che dall'orario di uscita a quello di rientro 3/4 degli astanti era uscito e c'era una calma irreale. E capotto dal sonno senza nemmeno accorgermene.

Mi sveglio, e tutto rintronato vado nella stanza di fronte, dove c'è gente che sta giocando a scacchi, tra cui il sergente di giornata. Questo vedendomi mi fa, quasi come fosse una sua riflessione interiore, "mah, chissà chi è l'autista del PAO di oggi, hanno chiamato l'allarme e non si è presentato". Infatti nell'ordine di servizio esposto c'era il nome dell'autista del PAO ma del giorno dopo, quello odierno era scritto in qualche registro, ma la segreteria del Comando Servizi alle 17 chiude, quindi nessun paradossalmente sapeva chi fosse in carico.

Io sono ancora nella fase rinco di quando sei appena sveglio e gli faccio "ah boh..". Man mano che le sinapsi si ricompongono arriva il pensiero "ehi, ma perché sono qui dentro e non in fuori uscita?".. il pensiero si trasforma in esclamazione verbale.. "OH CAVOLO, SONO IO L'AUTISTA DEL PAO!".

"Whooo Tosolini, hanno chiamato l'allarme un'ora fa, ca@#o vai, prendi il camion, sono ancora la fermi con il picchetto!".

Mi scapicollo giù per le scale, via sul camion, che è freddo, fregacazzi, a tutta birra a fare il giro, arrivo in piazza d'armi con il camion mezzo intraversato quando dovrei andare per regolamento a passo d'uomo. Mi fermo ad una decina di metri dal picchetto, tutto allineato e coperto, come si dice in gergo, con il comandante del PAO che gli ruggisce contro perché dopo l'ennesima prova non sono riusciti a infilarsi la maschera antigas entro il nanosecondo.

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Il comandante del PAO di quel giorno lo conosco, è stato il mio istruttore del C.A.R. Spengo il camion, non esco subito, poi apro la porta e non so nemmeno io il perché, faccio tutto con calma serafica, in netto contrasto rispetto a come ero arrivato. Mi avvicino con passo lento verso il comandante, la scena è irreale, il picchetto sembrano dei soldatini di ottone da quanto immobili sono. Mi pare di poter leggere nel loro pensiero "questo qua è fregato; mille giorni di consegna; finirà la naja un anno dopo".

Il comandante mi guarda, senza proferire parola, mi avvicino, non ricordo se ho fatto il saluto militare o meno, forse no, lo guardo. Mi guarda. Io scoppio a ridere. Lui è perplesso e io oramai perso per perso esclamo con un sorriso "eh che ca@@o dai, mi sono addormentato, lo sai che fino alle 4 di notte non si dorme".

Non sapevo che aspettarmi. Il comandante si gira verso il picchetto è ruggisce a pieni polmoni "tre secondi, tutti dentro il camion, chi sgarra 1 giorno di consegna". Poi si gira verso di me e a voce normale, "dai dai, facciamo sto ca@@o di giro, è un'ora che siamo fuori al freddo".

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ho piu di 40 anni ma non posso ricordarmi...non avendo fatto il militare..

No no anzi! Sono orgoglioso di essere obiettore! 😂

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Il militare in Italia era per modo di dire, ti facevano sparare con i proiettili di plastica una volta sola e con il fucile dell'era napoleonica. La lama della baionetta era talmente stondata da sembrare un giocattolo. Le granate in confronto a certi petardi di capodanno erano pari alle micette. Facevi di tutto fuorché il militare, che sai mai fosse scoppiata la guerra tutta sta gente non aveva la minima idea di cosa fare con un arma vera, come usarla, come muoversi eccetera. Una cosa è certa, siamo grandi in moltissime cose, ma guerrafondai proprio no.

Mmmh interessante... è che non mi ci vedo proprio in certi ambienti... almeno stando ai racconti dell'epoca in cui avrei dovuto farlo

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